“Il penitente”, è l’ultima scrittura nata dalla penna di David Mamet. Il genio della drammaturgia vinse il Premio Pulitzer nel 1984 per la pièce Glengarry Glen Ross. Luca Barbareschi è da sempre uno dei più grandi ammiratori dello scrittore americano tanto da rielaborare e portare in scena molte sue opere. Il testo ci porta dentro una vicenda poco chiara, una vera e propria “macchina del fango” che vede il protagonista esposto ad una gogna mediatica senza precedenti. Il contenuto vede il primo attore (Luca Barbareschi) che deluso vive in scena le proprie angosce. Dietro di lui una congrua proiezione trasmette eventi infanganti. L’opera ha la capacità psicologica di farci entrare dentro vicende torbide dandoci modo di viverle pienamente. Ne “Il penitente” Barbareschi si mette a nudo adattandosi magnificamente al testo e rimarcando l’aspetto psicologico del personaggio che vive pienamente il suo dramma.
Luca Barbareschi parla così della drammaturgia:
” Ho scelto questo lavoro di David Mamet perché è una lucida analisi del rapporto alterato tra comunicazione, spiritualità e giustizia nella società contemporanea. Il penitente è la vittima dell’inquisizione operata dai media. É ciò che accade all’individuo quando viene attaccato dalla società nella quale vive ed opera, quando la giustizia crea discriminazione per avvalorare una tesi utilizzando a questo fine l’appartenenza religiosa. L’autore racchiude questo panorama in otto scene ed altrettanti otto atti di confronto tra marito e moglie con la presenza della pubblica accusa e con il proprio avvocato fino al colpo di scena finale”.
Gli attori con una recitazione perfetta si adattano magnificamente alla trama. Ottima l’interpretazione di Massimo Reale e Duccio Camerini e Lunetta Savino che esaltano in scena il loro valore attoriale. Il cast è diretto sapientemente da un maestro come Luca Barbareschi sublime nel duplice ruolo di regista e attore.
Giuliano Angeletti