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“NIENTE DA DIRE”: A TU PER TU CON LÈMURI IL VISIONARIO

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Vi ricordate Vittorio Centrone? Vittorio è stato la voce maschile che ha preso parte al progetto Haiducii con la hit “Dragostea Din Tea”. Un grande successo del 2004, che ha visto un milione di copie vendute in Europa. Un’artista Vittorio che porta sulle spalle una grande carrierra musica. Lui è un ex membro del gruppo rock Futuritmi (gruppo originale di Davide Toffolo e Gianmaria Accusani), ha debuttato come solista nel 2003 con il disco “Il porto dei Santi”. Si muove parallelamente anche come autore scrivendo il pezzo “Chi sei non lo so” cantato da Verdiana al Festival di Sanremo 2003. Nel 2010 crea il suo alter ego Lemuri il Visionario che grazie al fumettista Giulio De Vita diventa un libro e un’opera rock rappresentata in Italia, Stati Uniti, Canada e Francia. Il 23 febbraio in radio e negli store digitali troviamo il suo singolo “Diente da dire”, su etichetta Vrec / Audioglobe distribuzione.

Con Lèmuri il Visionario, nome d’arte di Vittorio Centrone, abbiamo fatto una bella chiacchierata, parlando delle sue canzoni e musica, e quindi incontriamolo più da vicino, attraverso le sue parole.

Ciao Vittorio, innanzitutto grazie, per questo tempo e bentrovato al Corriere dello Spettacolo. Come nasce “Niente da dire”?

Niente da dire” è un brano, come hai detto tu, ricco di sentimento. Nasce di getto, al contrario di altri, in cui sono stato molto attento ai testi. Parto sempre da un concetto e ci lavoro tanto, ma con “Niente da dire” invece non è stato così, ma una cosa immediata ed è rimasto così, come lo avevo scritto, non l’ho rivisitato. Sono stato influenzato dal bisogno di parlare delle grandi emozioni, le grandi storie della vita, proprio quelle che ci segnano e comportano spesso un’evoluzione nel nostro essere che non riusciamo a raccontare con le parole. Queste spesso diventano delle gabbie, non riuscendo a raccontare i nostri sentimenti.

Ho avuto modo di conoscerti. Oltre a essere un artista che fa musica, sei anche un grande visionario. Anche ascoltando “Niente da dire” si nota questo, per questo ti domando: Come vedi la vita o meglio come ella va vissuta secondo te?

La vita nella sua essenza di bello, stupore, è un viaggio fantastico che affrontiamo. Alle volte va semplicemente osservata, abbiamo bisogno di ritagliare momenti di silenzio, soprattutto in quest’epoca in cui siamo sommersi da un sovraccarico di parole, messaggi e quindi è fondamentale capire se stessi e le proprie emozioni, importanti per la nostra esistenza.

Sinceramente, lo dico con il cuore, immaginavo queste parole che hai appena detto, ma mi sorge spontaneo domandarti: come possiamo in questo momento storico riuscire a vedere il bello, lo stupore della vita?

La mia risposta può sembrare un po’ retorica, ma semplicemente continuando a mantenere la fantasia, capire che esiste una dimensione spirituale che un pochettino va oltre a quello che noi crediamo guardare concretamente. Se noi guardiamo la vita, prima noi stessi riusciamo a capire di poter andare oltre ogni cosa. Sembra un film di fantascienza. In fondo, se prendiamo in considerazione il fatto che oggi possiamo utilizzare ad esempio i cellulari, parlare attraverso questi strumenti, codificare quello che diciamo, è già un segnale che diamo per scontato la nostra esistenza, questa in realtà è una follia e siamo lontani dalla fantasia.

Da queste tue parole apprendo che si tratta di un’esistenza in cui ci siamo allontanati anche da noi stessi, dal contatto – al di là del contesto storico – con noi stessi, con il mondo circostante e gli altri. Non sviluppiamo più la fantasia e quindi non abbiamo più “Niente da dire”.

Mi ha incuriosito una cosa che non so spiegarmi. Parto dal tuo stile, genere musicale e modo di fare musica, che mi ha portato a domandarmi: come Vittorio è riuscito a prendere parte al progetto Haiducii con la hit “Dragostea Din Tea”, che rappresenta un genere musicale molto diverso dal tuo?

Allora, ti racconto la storia di questa collaborazione. Voglio ricordare che è una canzone che appartiene a un gruppo musicale rumeno che si chiama O-Zone. Allora, un produttore italiano ha proposto di riprenderla e fare una versione con Haiducii. In poche parole, sono stato chiamato per questa collaborazione con la stessa, inizialmente non sapevo e mi aspettavo che si trattasse di una canzone rumena, questo mi stupì parecchio. Arrivai in studio di registrazione, chiamato dal produttore, che poi è un mio amico, che mi propose di cantarla. Ho accettato così per gioco, devo dire che nessuno credeva in un successo, ma invece è stato un grande successo, è finita in radio, mi sono trovato a essere chiamato da amici e sentirmi dire: “Guarda che la canzone e in radio”, nessuno si aspettava il successo… e come sai siamo finiti anche al Festival di Saremo come ospiti.

La prima volta che ho ascoltato questa canzone ho capito subito che sarebbe stato un grande successo, poi come sai anche tu ancora oggi è ricordata, è rimasta nella memoria di tutti o comunque di tanti. Non ti faccio altre domande, ti ringrazio per questo tempo e un caro saluto.

Giuseppe Sanfilippo

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