Dopo l’anteprima esclusiva su Radio Bruno Brescia del 19 marzo, arriva il 22 marzo su YouTube il videoclip “Dov’è la Libertà” (https://youtu.be/ptiVbGI3ROc), nuovo singolo di Toni Veltri, in radio e nei digital stores dal 12 Marzo 2021.
Giovane cantautore italo-belga, Toni annovera nel suo percorso collaborazioni importanti con artisti di fama internazionale, quali Gianluca Grignani, Michele Zarrillo, Umberto Tozzi, Toto Cutugno, Antonello Venditti. Il secondo singolo arriva dopo il successo di “Verona”, con l’intento di proporre sonorità nuove in una scena musicale con troppe similitudini e omologazioni.
“Dov’è la Libertà” è un brano che tocca un tema fortemente attuale: la mancanza di controllo delle nostre vite in un momento in cui, a causa della pandemia globale, siamo limitati nella possibilità di movimento, d’incontro e socializzazione con gli altri. Un limite molto ingombrante per un artista che dalla vita reale attinge costantemente, traendone linfa preziosa per creare musica e parole. Ne abbiamo parlato con Toni stesso…
Da dove hai preso l’ispirazione per “Dov’è la libertà”?
L’idea mi è nata in studio mentre stavamo lavorando ad altri pezzi. Ero un po’ perso nei miei pensieri e riflettevo proprio su quello che ci stava succedendo. Sentivo rabbia, tristezza, paura, incomprensione, quindi mi sono girato verso il mio produttore, Giancarlo Prandelli, e il mio manager, Massimo Galfano, e ho detto loro di voler scrivere una canzone su quello che stavamo vivendo. Allora abbiamo preso subito la chitarra e abbiamo iniziato a scrivere.
Ci parli un po’ del video?
La regia è di Carlo Neviani, che ha anche avuto l’idea insieme al Maestro Giancarlo Prandelli. Il video vuol tradurre attraverso le immagini il concept del brano, quindi si alternano momenti più introspettivi ad altri in cui sono in giro per Brescia, città bellissima: la osservo mentre la vita scorre e provo un senso di tristezza per quello che oggi è il mondo. L’idea del brano viene resa dalle scene dal tono più raccolto: solo in una stanza, mi rivolgo direttamente al pubblico, cercando di far arrivare il mio messaggio nel profondo del loro cuore. Ho voluto sottolineare il senso di quello che mi preme esprimere, attraverso un gesto in apparenza molto semplice, ma in realtà denso di significato: mi tolgo di scatto la mascherina, quello che considero uno dei limiti che attualmente viviamo con maggiore disagio perché credo che la non riconoscibilità dei volti ci renda simili ad automi spersonalizzati… Ci toglie tutto quello che di prezioso ognuno di noi possiede, ovvero la propria unicità ed individualità.
Cosa progetti e ti aspetti per il futuro?
Stiamo lavorando ad un album e ad altre uscite che lo anticiperanno, nel frattempo però spero di poter tornare a fare concerti il più presto possibile… Mi manca molto il pubblico, il condividere delle vere emozioni, sono un po’ stanco di quelle virtuali che vengono da uno schermo.