La drammaturgia “Aspettando Godot” è nata dalla brillante ed evolutiva creatività di Samuel Beckett alla fine del 1948 e principio 1949. Visto la trama e il significato all’esordio fu considerata come una “provocazione teatrale”. Solo in seguito grazie al successo ottenuto venne dalla critica valutata come un’opera universale di eccezionale valore. Wladimiro detto “Didi” ed Estragone chiamato “Gogo”, i due vagabondi protagonisti della vicenda sono ancora adesso considerati come l’immagine dell’uomo moderno. Un essere minimale che vive nell’insicurezza di una perenne attesa. Una misera entità, succube di un mondo ostile. Un destino vagabondante verso l’incombente tragico destino. Il dramma è l’immagine della limitatezza umana descritta in un piccolo arco temporale dove il lento passare delle ore è protagonista di una grande prestazione di quattro artisti eccezionali. Antonio Salines veste i panni di un tediato e svogliato Estragone. Luciano Virgilio è invece un Vladimiro calmo e speranzoso. Edoardo Siravo si cala nei panni di un fasciante e categorico Pozzo. Enrico Bonavera in un piacevolissimo e comicissimo Lucy. Vladimiro ed Estragone in scena sembrano amici da sempre. La loro confidenza lascia trapelare il fatto che loro sono in quel punto del parco per un unico scopo. Entrambi aspettano Godot. La loro attesa si fa estenuante tanto che si ritrovano soli ed impauriti. Il silenzio si rompe con l’entrata dell’arrogante Pozzo che trascina in scena il suo servo Lucy carico di sacche e legato ad un guinzaglio come un animale. Il gretto Pozzo incuriosito dall’ atteggiamento dei due vagabondi decide di attendere anche lui per conoscere questo misterioso Godot. Ma ben presto Pozzo e il suo servo senza pazienza abbandonano la scena. La scenografia è in discesa con al centro un triste albero morto che fa da padrone. Il dramma simbolicamente rappresenta una specifica situazione dove un evento che pare imminente è molto lungi da venire, complice l’inerzia dell’essere umano che non si impegna affinché ciò che è aspettato si realizzi. Antonio Salinas, Luciano Virgilio, Edoardo Siravo ed Enrico Bonavera sono ben diretti da Maurizio Scaparro. Il pregiato cast esalta il valore drammaturgo del testo e magnifica l’universale opera del grande maestro irlandese.
Giuliano Angeletti