Francesco Hanschsen Leschiera Autore, Regista e Attore
Zona rossa, Covid, Pandemia… quali sono le tue reazioni immediate quando senti o leggi queste parole?
I primi tempi grande preoccupazione e la ricerca di un’ elaborazione su tutto quello che ci stava accadendo intorno invece negli ultimi tempi comincio ad essere stanco e ad elaborare meno un pensiero intelligente.
Come hai vissuto e come stai vivendo questo periodo di pandemia, di lockdown?
Cercando di pensare sempre al futuro in maniera ottimistica e mai pessimistica , che tutto passerà che potremo tornare a fare il nostro lavoro e la nostra vita sociale.
Come artista ti sei sentito abbandonato, emarginato, dimenticato? Oppure è la condizione normale degli artisti e quindi…
Purtroppo questa situazione ha solo amplificato la condizione in cui vivono gli artisti , voglio leggerla in maniera positiva ,forse tutto questo ci farà uscire da una stato di poca considerazione e parlo di tutto il sottobosco teatrale , di persone , artisti , compagnie che producono lavoro e di chi troppe volte è dimenticato dalle istituzioni.
Pensi che la cultura ne abbia tratto beneficio o sia stata ulteriormente deprezzata?
Come dicevo prima spero che ne tragga beneficio visto che si è cominciato a parlarne …in questo momento voglio essere fiducioso grazie anche a tutti i Coordinamenti Spettacolo che portano avanti tavoli di discussione per rivedere tutto il sistema.
Ho continuato a lavorare progettando , provando spettacoli che spero prima o poi debuttino poi non so dirti se ho lavorato bene o male solo il tempo lo dirà.
Pensi che dalla sofferenza, dal bisogno, dalla disperazione possano nascere forme diverse di arte, magari con una maggiore profondità etica e sociale?
Diciamo che la sofferenza fa parte dell’arte e dovrebbe essere profonda a prescindere, poi se analizziamo questo periodo storico credo che non sia un buon momento per andare in profondità o meglio è difficile, siamo troppo concentrati sul presente.
La profondità ha bisogno di tempo di elaborazione.
Quando crei hai bisogno di isolamento o ti butti tra le folla, si fa per dire, per trovare ispirazione?
Inizialmente ho bisogno di elaborare da solo ma poi spesso le suggestioni e le idee mi vengo in situazione totalmente estranee alla sala prove.
Cosa vorresti che si facesse per gli artisti in momenti come questi quando sembrano, o forse sono, i più dimenticati?
Supportarli economicamente e programmare un futuro migliore considerandoli importanti.
In questo periodo c’è qualcosa che hai imparato, o apprezzato maggiormente?
Ad apprezzare le piccole cose , i momenti.
Quando tutto finirà, cos’è la prima cosa che farai?
Andare a Londra, è una città che amo e mi manca molto , c’è un attaccamento molto forte con quella città , mi fa star bene oltre ad avere dei cari amici che ho voglia di vedere.
Cos’è la speranza per te?
L’ultima a morire
E l’arte?
L’anima dell’uomo
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Essere non essere questo è il problema. Mi avete trovato di buon umore oggi chissà domani potrei ribaltare tutta l’intervista, tranne la voglia di andare a Londra
https://teatrodelsimposio.wixsite.com/teatrodelsimposio
Grazie Francesco!
Daria D.