Lo abbiamo visto all’ultima edizione di “Amici di Maria De Filippi” arrivare alle fasi finali del programma. Sto parlando ovviamente di Raffaele Renda, che ci parlerà del suo singolo “Il sole alle finestre” (Isola degli Artisti), disponibile in radio dal 7 maggio 2021. Raffaele è un artista calabrese. All’età di 16 anni partecipa a SanremoYoung su Rai1 e arriva in finale classificandosi al secondo posto. Successivamente si esibisce alla 68esima edizione del Festival di Sanremo su Rai Uno insieme ai ragazzi di Sanremo Young. Studia canto da oltre dieci anni e attualmente sta lavorando alla realizzazione del suo primo Ep.
Ciao Raffaele, benvenuto al Corriere dello Spettacolo. Iniziamo da te, anche se conosco la tua biografia, raccontami qualcosa di te e del tuo rapporto con la musica.
Ho 21 anni e ho tanta fame e voglia di far musica. Ho avuto da sempre nel cuore la musica, ho iniziato ad amarla dall’età di otto, nove anni, all’epoca guardavo sempre in tv i grandi della musica americana, rimanevo molto affascinato da quel genere musicale. Dicevo ai miei genitori che avrei fatto musica. Poi ho iniziato a partecipare ai vari concorsi del territorio e successivamente a studiare canto. Poi ho iniziato a cantare nelle piazze e quindi a girare fino ad arrivare a SanremoYoung e ad Amici, che sognavo da tanto.
Come mi hai detto, hai capito da piccolo che il cantare era il tuo grande progetto di vita. Cosa ti dicevano i tuoi genitori?
Ma sai, il lavoro dell’artista non è facile e non facilmente viene visto bene, perché non è un lavoro ben definito. Per questo spesso i miei genitori e la mia famiglia non mi appoggiavano tanto per questa scelta, magari avrebbero preferito che andassi a fare un lavoro più stabile, sicuro. Poi con il tempo li ho convinti e ora li vedo molto orgogliosi.
Parliamo adesso di questo tuo singolo, parlami de “Il sole alle finestre”?
Mi piace definirlo un inno alla speranza. L’ho scritto in un periodo particolare della mia vita, in cui sentivo il bisogno di uno sfogo, dopo aver vissuto un momento buio della mia vita, quando mi sono trovato in un punto di non ritorno, in cui vedevo tutto buio e volevo mollare tutto. Però attraverso il brano ho raggiunto una consapevolezza: Siamo noi i padroni del nostro futuro, destino, dobbiamo essere sicuri di noi stessi e trovare la forza per alzarsi e vedere la luce, anche quando è difficile vederla.
Prima mi hai detto che eri affascinato dalla musica americana e da artisti come Elisa, Mango e Alex Baroni (indimenticabili questi ultimi due), ma quanto è stata importante la cultura calabrese per la tua musica?
Penso che sia stato importante e abbia anche contribuito a influenzare la musica. Anche perché comunque mi ha sempre influenzato anche la musica folcloristica (anche se non ho mai cantato questo genere) ma comunque lo ascoltavo e nel modo di far musica c’è tanto della mia terra.
Non ti faccio altre domande, so che stai lavorando a un Ep e quindi ci salutiamo con la speranza che questo uscirà presto.
Giuseppe Sanfilippo