Oggi con grande emozione scrivo questa recensione sul libro di Michele Mele dal titolo “L’universo tra le dita. Storie di scienziati ipovedenti o non vedenti” (Edizione Efesto, 2021). Un testo a mio avviso molto importante. Lo stesso che definisco “Il libro, ma non solo un libro”, perché quello che contiene questo testo va oltre all’argomento trattato, infatti lo stesso è una forza, una testimonianza che ci mostra e dimostra che non ci sono difficoltà che possono ostacolare la vita di un singolo individuo. Ma chi è Michele Mele?
Nato a Salerno nel 1991 con un’eredodegenerazione retinica-maculare, Michele Mele ha conseguito la Laurea Magistrale in Matematica presso l’Università degli Studi di Salerno ed il Dottorato di ricerca in Scienze Matematiche ed Informatiche presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Al momento della stesura di quest’opera, svolge attività di ricerca su problemi di Ottimizzazione Combinatoria presso l’Università degli Studi del Sannio a Benevento e coordina il progetto “Accessibilità all’Arte” del Touring Club Italiano di cui è l’ideatore, un’iniziativa volta alla creazione di riproduzioni tattili di beni artistici bidimensionali per ipovedenti e non vedenti. Collabora inoltre con numerose testate giornalistiche tra cui la rivista specialistica musicale Bright Young Folk, il periodico di attualità Yorkshire Bylines ed il sito sportivo Calcio a Londra.
Una grande persona che ha realizzato questo libro con grande cuore, riuscendo a donarci proprio un testo che va oltre alla testimonianza perché è una forza che dona una grande energia e speranza. Ho conosciuto Michele attraverso e grazie ai social, un giorno che mi è apparso un post con l’immagine della copertina del suo libro. Leggo il titolo e mi dico che lo dovevo assolutamente avere e leggere. Allo stesso tempo decido di contattare Michele, perché, anche se ancora non avevo letto il testo, mi sono detto che dovevo scrivere e realizzare qualcosa per farlo conoscere. L’ho voluto avere tra gli Autori che hanno partecipato al mio progetto online “Il pomeriggio del libro, Livre festival”, realizzato con il Corriere dello Spettacolo e andato in diretta dalla mia pagina Facebook Giuseppe Sanfilippo Filosofo il 23 maggio 2021.
Un libro che nasce con l’Obiettivo di contrastare i pregiudizi che ancora circondano i non vedenti e gli ipovedenti, che ne sviliscono il ruolo all’interno della società e che spesso li allontanano in precoce età dalle discipline scientifiche erroneamente considerate a loro inaccessibili. “L’universo tra le dita” è un’opera che raccoglie le storie, le imprese e le scoperte di dieci scienziati ipovedenti o non vedenti. Sei notevoli figure del passato, Nicholas Saunderson, Leonhard Euler, John Metcalf, François Huber, Jacob Bolotin ed Abraham Nemeth, vissute tra la fine del XVII secolo ed i primi anni del XXI secolo, e quattro ancora viventi, Lawrence Baggett, Damion Corrigan, Mona Minkara ed Henry Wedler, provano concretamente l’inconsistenza degli stereotipi, dimostrando come virtuosi processi di inclusione favoriscano le possibilità per le persone con bisogni speciali di seguire la strada che il talento suggerisce, al di là di ogni ostacolo materiale o ideologico. Un volume – come scrive l’Autore – “che non vuole essere un’enciclopedia degli scienziati ipovedenti o non vedenti1; ma vuole rappresentare quello che raffigurano le vite dei dieci scienziati qui presentati, cioè uno spunto per formulare riflessioni più profonde, […] e per donare al lettore, specialmente a chi soffre di gravi patologie della vista, alle loro famiglie ed ai loro educatori, una speranza al di là degli stereotipi”. Non ci sono ostacoli nella vita che possono impedire a una singola persona di poter seguire la strada che il proprio cuore indica. Non ci sono ostacoli che possono impedire di mettere in pratica il proprio talento o di trovare questo. Tutto dipende da noi, dalla nostra forza, dal nostro cuore e passione per ciò che l’anima ci indica. E proprio gli scienziati che Mele riporta in questo testo sono la testimonianza viva di questo. Spesso, tuttavia, gli impedimenti, ostacoli nascono dal pregiudizio delle persone. L’umanità spesso è egoista, laddove è proprio la stessa che vive qualche problema e mai quello che definisce “altro – diverso”. Ma non bisogna farsi abbattere da questi pregiudizi e seguire i propri sogni e progetti. In questo le famiglie giocano un ruolo importante, che non devono scoraggiarsi o scoraggiare, ma incoraggiare, partendo da una realtà che deve essere messa a fuoco: è più forte chi ti sembra debole, perché trova sempre la via per superare l’ostacolo. Questo è ciò che ci insegna “L’universo tra le dita” di Michele Mele. Un libro che non è solo per pochi, ma un testo per tutti, che va letto, perché, oltre a parlare di scienziati speciali, dimostra che la mente umana ha dalle gabbie concettuali, le stesse che spesso non ci permettono di vedere che l’altro non esiste. Laddove la “gabbia” è psicologia chiusa, priva di conoscenza.
Voglio chiudere questa recensione riportando in breve la vita di uno dei protagonisti di questo testo: Nicholas Saunderson (1682 – 1739). Saunderson è stato un matematico e fisico, primo figlio di un esattore delle tasse. Aveva circa un anno quando la sua vita fu inesorabilmente sconvolta dal vaiolo, uno dei numerosi flagelli dell’epoca: la violenta infezione che seguì rovinò i bulbi oculari del bambino non permettendogli di avere neppure la più piccola percezione della luce. Nonostante ciò, crescendo il problema non impedì a Saunderson di seguire i suoi sogni e progetti e soprattutto di vivere la sua vita normalmente come una persona comune. Da piccolo iniziò a frequentare la scuola a Penistone: è in questi anni che intraprese uno studio sistematico ed appassionato della matematica e dei classici greci e latini, facendosi leggere nella lingua originale i testi, tra gli altri, di Euclide, Archimede, Cicerone e Virgilio, apprendendo e memorizzando a velocità sorprendente, avvicinandosi anche allo studio del flauto traverso. Furono questi anche gli anni in cui molti testi, prevalentemente scientifici gli furono presentati e letti ad alta voce da due insegnanti privati d’eccezione: il Dott. Nettleton di Sheffield e il Dott. Richard West. Per concludere, in breve tempo Saunderson, ragazzino di campagna, ideò qualcosa di molto importante, che qui non riporto.
Vi invito a leggere “L’universo tra le dita” di Michele Mele. Lo stesso che al momento sta girando l’Italia per raccontare questo libro. In questa occasione vi segnalo due appuntamenti nella sua città nativa: il primo il 27 giugno 2021 alle ore 18:30 presso l’Associazione “Marea” di Salerno; il secondo il 03 luglio 2021 presso i Gradoni della Lama alle ore 19:00 sempre a Salerno.
Giuseppe Sanfilippo