Roma, Marconi Teatro Festival, 9 luglio 2021
Una favola moderna, brillante, dal ritmo altissimo, divertente, quella andata in scena nel delizioso spazio all’aperto del Marconi Teatro Festival, firmata dal talento spiazzante di Gabriele Mazzucco. Lo squalo fluorescente rosa, il suo nuovissimo spettacolo, interpretato dalla Compagnia del Teatro Barnum, ha tutte le caratteristiche peculiari del suo autore, che nasconde la poesia del sogno dietro personaggi bizzarri, dentro le favole infangate da una società spietata e senza fantasia. Proprio per questo, anche in questo ultimo lavoro, il lato surreale e apparentemente strambo offre chiaramente allo spettatore attento uno spaccato di realtà che non farebbe ridere per niente se non fosse trattato con una leggerezza che è figlia sì di un’osservazione disincantata ma che non abbandona mai la speranza in un mondo migliore, seppure affidata all’universo della fantasia rinnegata, tradita, offesa dalle bramosie degli esseri umani.
Un candidato alle elezioni, con le sue collaboratrici, compie un furto di documenti compromettenti per gli altri concorrenti, ma vengono presto scoperti e indagati. Non si può davvero dire di più, perché tutto quello che ne consegue è una folle sorpresa, dal senso del titolo, alla regia, fino all’inatteso finale. Uno spettacolo rock, attualissimo, con un pizzico di, mi si passi l’ossimoro, amara dolcezza.
Un plauso agli interpreti di questa prima “ufficiale”, che si sono dimostrati per l’ennesima volta degli animali da palcoscenico, affrontando difficoltà che per tanti attori “di nome” sarebbero state insormontabili: Chiara Fiorelli, Riccardo Rendina, Erika Marozzi, Paola Raciti e Andrea Alesio (in sostituzione di Dario Panichi). Ho l’impressione che Lo squalo fluorescente rosa, neonato e portato in scena, crescerà e farà divertire gli spettatori per lungo tempo.
Paolo Leone