La televisione può essere considerata e intesa non solo come fonte di informazione, di approfondimento culturale e di intrattenimento ma anche come strumento che stimola particolari dinamiche sociali. Infatti, è un trasmettitore di norme, valori e concetti che lo rendono il terzo ‘agente socializzatore’, dopo la famiglia e la scuola. Fornisce, soprattutto ai più giovani, modelli culturali ed esempi di vita da cui poter attingere.
Di queste dinamiche sociali e di altri temi legati all’influenza che la televisione ha sul pubblico dei telespettatori, abbiamo il piacere di parlarne, in questa nostra intervista, insieme a Dario Cecconi, giornalista esperto di comunicazione massmediale, direttore operativo della produzione multimediale e autore tv.
Dario Cecconi, come possiamo definire la televisione?
“La televisione è uno dei mezzi di comunicazione più potenti in assoluto ed è anche il più utilizzato e amato, a livello mondiale. È uno strumento decisamente pratico, in grado di informare, intrattenere, divertire il pubblico che ormai lo considera parte integrante della propria vita”.
Perché la televisione viene considerata il terzo ‘agente di socializzazione’?
“Perché, su larga scala, offre una rappresentazione della realtà che si affianca a quella proposta dalla famiglia e dalla scuola. Offre esempi da cui attingere per elaborare e costruire la propria immagine personale e sociale”.
E questi esempi sono positivi, secondo lei?
“Dobbiamo riconoscere che il mondo dei media offre conoscenze indirette, spesso filtrate e organizzate a priori in base a logiche tecniche che trascendono da obiettivi di tipo educativo o culturale, essendo dichiaratamente orientate anche a finalità commerciali. L’importante è offrire la possibilità a chi ascolta e guarda la tv di riconoscere tra le tante offerte quelle positive e dal valore umano che, in tutti i sensi, servano da esempio e siano fonte di ispirazione e di riflessione per il pubblico”.
Quali sono i suoi programmi televisivi preferiti?
“I programmi pensati, che mettono in risalto, in modo semplice ma intelligente, la cultura artistica, letteraria, scientifica, senza troppe pretese. Generalmente, io preferisco i programmi ‘contenitore’, in cui possiamo trovare di tutto, dai momenti di divertimento a quelli di riflessione e in cui si stabilisce un rapporto diretto, immediato e trasparente con il pubblico. Li preferisco di gran lunga ai format importati. Mi piace molto la tv che pone lo sguardo sui valori positivi della vita, sulla solidarietà, sulle scelte di vita coraggiose e che racconta la vita vera”.
A proposito di vita vera, lei è autore di una rubrica di Periodico Italiano Magazine, dal titolo ‘Dentro e fuori la tv’ di cui è autore e che racconta il vissuto dei personaggi tv. Come e quando è nata l’idea?
“L’idea è nata ad ottobre 2017, durante una riunione di redazione, parlando con il mio redattore capo, Francesca Buffo. Insieme a lei ho presentato il progetto al Direttore Responsabile, Vittorio Lussana, che non ha esitato a dire di sì alla proposta. Dopo due mesi siamo partiti con la rubrica. In qualità di caporedattore del settore televisione e di autore della rubrica, ho la possibilità di scegliere gli ospiti da intervistare, i temi da affrontare e di decidere come condurre l’intervista. Questo è quello che più mi stimola e mi appassiona. Sono convinto che proprio a questo sia dovuto gran parte del successo che stiamo riscuotendo in termini di gradimento. I lettori percepiscono che c’è un filo diretto con l’intervistato, che non c’è una scaletta da seguire o paletti oltre i quali non ci si possa spingere. Soprattutto, si parla di vita vera e di buoni propositi”.
Nel ruolo di autore, quale augurio si sente di fare alla televisione di oggi, anche in vista di quella che sarà la tv del futuro?
“Auguro alla televisione di oggi di essere in grado di guardare al futuro con ottimismo, puntando, in modo particolare, sulla professionalità e sul talento dei giovani autori televisivi, quelli capaci di intercettare i gusti di un pubblico sempre più ampio e di utilizzare senza parsimonia tutti i grandi strumenti comunicativi che si hanno a disposizione. Le auguro anche di non perdere mai il rispetto per il pubblico. Informare, intrattenere e, più largamente, fare televisione, significa entrare nelle case degli altri e questo dovrebbe esser fatto sempre con grande serenità, con garbo, con rispetto. Accanto all’esigenza di accontentare il pubblico ci deve essere anche la volontà di dare spazio ai contenuti e di stimolare il buon gusto e l’intelligenza”.
Dario Cecconi è giornalista esperto di massmedia, direttore operativo della produzione multimediale e autore tv. Da ottobre 2017 è autore e curatore di “Dentro e fuori la tv”, rubrica fissa e di successo di Periodico Italiano Magazine, testata giornalistica, mensile web di informazione e approfondimento culturale, di cui è caporedattore del settore televisione. Tra le sue passioni più grandi, oltre a quella per la scrittura e per la televisione, ci sono quella per la musica, per il cinema e per il teatro. È anche amante e appassionato di arte neoclassica.