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MUSICA E TEATRO PER LA FINE DELL’ESTATE. L’Animo Sentimentale di C. Aznavour e la parodia dell’epica ai Giardini della Filarmonica Romana

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La parte finale di questo mese di agosto ’21 c’ha  portato una ventata d’aria fresca , ma pure due validi spettacoli  per la rassegna dei Solisti del  Teatro curata dalla brava ed esperta organizzatrice Carmen Pignataro, che sa collazionare efficacemente i diversi generi artistici. Il primo era dedicato alla figura dello “chansonnier” armeno Aznavour, che ha cantato per tutta la vita i genuini valori ed ideali esistenziali, battendosi anche per il riconoscimento dell’eccidio del suo popolo compiuto dall’ Impero Ottomano nel 1915 e sempre disconosciuto dai Turchi. Il repertorio dell’artista, vissuto da esule in Francia, s’ è fuso con il testo di Roberto Russo per recuperare il di  lui  mondo trasognato e puro basato sulla candida natura umana, andata quasi perduta con il tempo in nome del consumismo, dell’ apparenza e dell’arrivismo. A questo magico clima transalpino del passato, come in un  romanzo dello scrittore Daniel Pennac, s’ oppone il caos  frenetico dei nostri tempi, come se l’universo stesse per cessare, tanto che il titolo della pièce è proprio “ La fine del mondo” e per antagonismo logico  monsieur Equilibre  si chiude nell’intellettuale solitudine e misantropia  e soltanto negli ultimi 7 giorni entra in contatto con gli altri individui, uscendo di casa, così  da determinare il motivo canoro “ Ed io tra di voi”. Peccato che le canzoni di tale grottesca e surreale catastrofe escatologica avessero le basi sonore e non le note d’ accompagnamento al pianoforte di Giovanni  Monti, mentre concettualmente comprendevamo  che il cataclisma è solo metaforico  per la fri nuncia  progressiva alla  forza  straordinaria  dell’Amore. Allegoria irrefrenabile  e satira comicissima è stata invece  la  rilettura personale del poema omerico  e rapsodico di stampo epico “ L’Odissea” da parte dell’istrionico attore Roberto Ciufoli , che da par suo ha rivisitato e marcato di spirito sbrigliato  le decennali  peripezie di Ulisse partito dalla combusta Ilio prima  di  tornare ad  Itaca. Dante, come sappiamo,  lo mette nel XXVI Canto dell’Inferno perché egli incarna  l’uomo  desideroso  sempre di conoscere e sapere, secondo il motto socratico e lo stesso insegnamento del padre della nostra lingua “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza”; egli  infatti,  non  contento d’esser tornato da Telemaco  e Penelope ad Itaca, riconosciuto dal cane Argo, desidera  continuare a navigare alla scoperta del globo  terrestre e, superate le colonne d’Ercole, oggi identificate dai cartografi con Gibilterra, va ad  infrangersi  contro la montagna, inabissandosi con la nave  per  troppo  volere come Adamo. Ogni pagina, ciascun personaggio ed incontro diventano per l’arguto  Ciufoli  oggetto  di  scanzonata  ilarità, quali  le  7 focose notti d’Eros con la maga Calipso  nell’isola  d’ Ogigia  e l’apprendimento dei  balli classici e moderni da parte dei fratelli dell’ affascinante  Nausica, ovvero  gli  aerobici  ballerini  Ullo  e  Laudamante, alla  corte dei  Feaci  dove  racconta al re Alcinoo le sue  incredibili  avventure. A Polifemo   fa credere di  essere Nessuno per giocare meglio la  sua furia violenta dopo averlo accecato ,mentre oggi  tutti vogliono essere qualcuno per la telecrazia. Poi si getta in mare facendosi un bel bagno per sottrarsi  alle Sirene tra Scilla e Cariddi, per  approdare  quindi alla sua terra natia e fare strage dei  Proci, che in gran  numero assediano  la mitica  regina  che tesse e poi svolge il suo fuso per resistere  ai  loro  assalti  sessuali  dettati  dalla passione  per la sua stupenda bellezza.  Oggi un grande massa d’ individui possono essere identificati unicamente cambiando la  prima   lettera,  secondo  la  chiave  interpretativa dell’ attore  quirite. Una brillante e suggestiva caricatura sarcastica  questa “Oh! Diss’ea! Viaggio d’ un uomo solo con equipaggio”.  Tale  sarcasmo  letterario  di  Ciufoli  risale ai tempi della Premiata Ditta, storica formazione teatrale con  P. Insegno, F. Draghetti  e  T. Foschi, che aveva il gusto per la presa in giro  di  celebri  testi  letterari. Rimane ancora  una  settimana  alla  rassegna  per  presentare  lavori di  vario  genere artistico,  tuttavia  improntati principalmente ai principi  sociali  e  civili nei  rapporti  umani.

Giancarlo Lungarini

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