La bicicletta è il mezzo di trasporto più antico ed ecologico come si direbbe oggi per spostarsi comodamente nel traffico caotico odierno. Dicevamo ecologico, poiché non inquina, inizialmente costruita interamente in legno… per farla muovere, occorreva “la forza motoria” cioè con le gambe, in quanto non possedeva ancora i pedali. Questo rivoluzionario “manufatto” nacque nel lontano 1817 (più di duecento anni or sono), attribuito al suo inventore il barone tedesco Karl von Drais fu “battezzato” col nome di Laufmachine (in tedesco, macchina da corsa) ben presto, molti lo cambiarono in “draisne o come i francesi in draisienne, riferito in suo onore. Ci vollero due lunghi anni prima che giunse in Italia questo velo ciclo, come nel resto nel mondo, ben presto divenne adottato dalla malavita, giacché potevano dopo il misfatto… dileguarsi velocemente dandosi alla fuga su questo innovato mezzo. Pur ottenendo consensi, aveva il suo lato negativo a causa della sua rigidità e delle strade… simili a groviera… provocando al conduttore notevoli incomodi dovuti ai sobbalzi, considerando che il mezzo migliore fosse come sempre il cavallo per i lunghi spostamenti… mentre la due ruote era veniva considerata un eccentrico divertimento non per molti…
Per il gravoso fastidio citato, dovettero passare molti anni prima che l’evoluzione di tale invenzione potesse in qualche modo trasformarla quasi totalmente ed ecco il primo velocipiede per intenderci, quello con la ruota grande, si presume fosse costruita in quel modo per ricordare la monta a cavallo, mezzo diffuso di quell’epoca abbinando i pedali… un’autentica rivoluzione… pur sempre con la forza delle gambe… Le ruote non più di legno bensì in gomma piena… aveva i suoi problemi continuando a essere scomoda… E mentre gli anni scorrevano, si arrivò nel 1885 per avere un monociclo che potesse in qualche modo avvicinarsi a quelle odierne. Questa volta il merito lo si deve agli inglesi con la sua fabbrica, fondando la Sutton & Starley, essi aggiunsero la trasmissione della catena, ridimensionando notevolmente le ruote. Su questo proposito, non dovremmo neppure soffermarci o impressionarci per quanto stiamo aggiungendo all’articolo, solo per ricordare quel grande genio italiano di Leonardo da Vinci che nel 1493 aveva già disegnato una singolare macchina composta da ruote, manubrio e pedali collegati ad una catena alla ruota posteriore, potremmo aggiungere… cosa non abbia inventato questo grande uomo. La nostra “pedalata” continua tra aneddoti e curiosità ad esempio, in America tra il 1890 e il 1900 si parlò di bicycle panic a causa dei numerosi incidenti, in quell’epoca, Cesare Lombroso scrisse un saggio sulla bicicletta dal titolo “L’uomo delinquente “ associandolo alla bicicletta “venne anche lui rapito” poiché all’età di sessant’anni volle provare anche lui “l’ebbrezza del biciclo” scorrazzando impavidamente tra i viali della Torino umbertina per poi finire sotto una carrozza… salvandosi per miracolo. Secondo Lombroso l’uso della bicicletta spronava all’esercizio motorio distraendo gli uomini dall’alcolismo dando loro un’eccitazione più sana rispetto ai liquori mentre… avrebbe indotto le donne a un ingiustificabile piacere…
Sapete quante sono le biciclette stimate sulla Terra… un miliardo, almeno il doppio delle automobili. La più grande fabbrica al mondo di biciclette si chiama Giant. Altra notizia che crea delle discordanze, di sicuro il record del mondo di velocità lo si deve a Eric Barone, raggiungendo nel 2015 i 223,30 Km/h. Proseguendo sulle curiosità non manca qual è quella più veloce, oppure la più costosa, diciamo che esistono solo 13 esemplari al mondo…di questo modello… il prezzo si aggira sul milione di dollari… poiché il telaio è ricoperto d’oro, seicento diamanti… eccetera! Per concludere questa notevole e istruttiva stesura non solo per gli appassionati delle due ruote che di certo sapranno queste e altre notizie riportiamo, il primo giro del mondo in bicicletta, fu portato a termine da Thomas Stevens partì da San Francisco nell’aprile del 1884 per farvi ritorno nel dicembre del 1886 percorrendo 13.500 miglia, mentre il 25 maggio 1876 si raccolsero diecimila persone in Barriera di Milano a Torino (Italia), per accogliere i “velocipedisti” all’arrivo di una delle più antiche corse ciclistiche, la Milano-Torino.
Daniele Giordano