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CARATTERI E RISULTATI DIVERSI DI DUE GIOVANI DI CLASSI DIFFERENTI A “LO SPAZIO”

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LA CRISI ARTISTICA E FAMILIARE DI JOHN NON SFRUTTATA DAL MEDIOCRE STEVEN NEL GRAFFIANTE E DRAMMATICO “IL RIMPIAZZO” CON K.TAVANI ED E.MASTRANDREA

Dal 7 al 17 ottobre 2021 al Teatro Lo Spazio di Roma

Ogni epoca è strutturata in scenari sociali a differenti livelli in cui ciascun cittadino della comunità civile è chiamato a ricoprire ruoli legati al suo status, ma c è pure la possibilità di crescere per studi e meritocrazia scalando dunque la “piramide sociale” e diventando più ricchi e stimati con una forte personalità votiva, come quella che porta a migrare dai Paesi sottosviluppati a rischio della propria vita. Così si può sostenere che l’esistenza è chiusa anagraficamente in passaggi successivi e fasce generazionali come indicò la Sfinge nell’indovinello proposto ad Edipo, mentre è aperta come classi economiche e pertanto bisogna sforzarsi di cogliere al volo le occasioni che ci si presentano per avanzare socialmente. Questo è il contenuto fondamentale del testo teatrale “ Il sostituto” realizzato dall’inglese David Nicholls, che la traduttrice ed attrice Giulia Fiume ha liberamente ripreso e proposto in prima nazionale con il titolo “Il Rimpiazzo” a “ Lo Spazio” che ha deciso di programmarlo per due settimane dal giovedì alla domenica nella prima metà di Ottobre. I due protagonisti sono John e Steven esponenti di due ambienti opposti : il primo è espressione della ricca borghesia grazie al fatto di essere un attore di talento e successo, amato in America dove è nato e s’è formato con le sue capacità recitative, sposando Nina ex cameriera di Brooklyn nei cui panni si cala con perfetta eleganza di postura, incisività di dizione e voglia di far vibrare la sua anima ancora palpitante e non soggetta passivamente al marito, cui s’era piegata soltanto per modificare la sua condizione, la stessa Fiume. Steven è invece un elemento confuso, privo di qualità e lavoro, come quello che compare in una famosa opera di Musil, con il tormento psicologico d’avere un matrimonio fallito alle spalle per il suo grigiore esistenziale, che ha indotto la consorte a lasciarlo per una nuova relazione più gratificante e ricevendo l’affidamento della figlia Lisa di 7 anni. I due s’incontrano per caso a Londra ove John sta impersonando le tragedie del bardo di Stratford on Avon e per festeggiare il consenso plebiscitario degli spettatori organizza una festa di lusso per i suoi amici e la mondanità artistica in cui ha bisogno di qualcuno che lo sostituisca come cameriere; convince Steven con il lauto compenso di 150 sterline al giorno in quanto il giovane ha bisogno di denaro. Da qui nasce l’approccio di Nina che è visibilmente in preda all’ebbrezza alcolica e tossica, che lo colpisce per la sua medesima origine sociale, ingenuo candore umano e scarsa affettività da parte del marito, che si concede spassi sessuali con le sue partner teatrali testimoniate eloquentemente dalla scena godereccia in cui Steven lo sorprende nel suo camerino. L’attore, per ottenere la sua complicità e confessando la sua dipendenza dall’eros per cui al cambio di stagione necessita d’un periodo di pausa, gli propone due repliche che permetteranno di valutare il suo valore artistico, aspirando John ad essere un astro del panorama di Hollywood. In realtà egli non sa emergere dalla sua nullità e John che lo spia dalla platea senza la quarta parete, eliminata sperimentalmente da Pirandello, lo rimprovera di non dare risalto ai suoi personaggi lavorando senza orgoglio, convinzione ed entusiasmo, richiamando poche persone alle repliche, per cui scatta il licenziamento. Lo getta ancor più nel discredito e disonore quando, sospettando che tra lui e Nina vi sia una tresca adulterina ed infatti lei è andata a vivere da lui con cui ha creduto di poter avere un amplesso senza amore, li sorprende in flagrante e minaccia d’ucciderli, convincendo la moglie a tornare a casa quasi fosse un oggetto di sua proprietà. Ciò lo sconvolge per la sua debolezza ed incapacità di reagire, come se fosse affetto dalla “sindrome di Peter Pan” o fosse stato plagiato da John, aggravandosi la sua fragilità interiore allorché Lisa gli telefona per comunicargli che la mamma è di nuovo incinta del compagno Jim, pur se lui vorrebbe tentare di riallacciare i rapporti affettivi per riunificare la famiglia. Questo sperato, ma incerto, tentativo e l’insicurezza comportamentale dovuta alla debolezza della sua umanità fa sì che non sappia essere deciso a superare le sue titubanze ed accogliere Nina , a cui ha confessato d’averla amata fin dall’inizio, nel momento in cui ella con la valigia in mano passa a salutarlo. La pièce melò e romantica perciò finisce amaramente senza pietà per chi non ha una “spina dorsale” e grintosa determinazione, tuttavia anche comico ed ironico nello scontro verbale e psichico serrato, emotivo e coinvolgente, tra i due amici e rivali, in cui il più forte prevale logicamente sul contendente timido ed introverso, che colleziona una serie di fallimenti rimanendo socialmente ai margini. I due straordinari interpreti e campioni del palcoscenico con un impeccabile recitazione sinergica e politonale a seconda delle situazioni sono stati Kabir Tavani come deciso, offensivo, umiliante gestore del suo sostituto a più riprese, impenitente seduttore, traditore del legame familiare, nel personaggio di John ed Eugenio Mastrandrea nelle vesti dell’impacciato e complessato Steven. La brillante ed acuta regia investigatrice dell’animo dei due avversari sul ring del palcoscenico è di Federico Le Pera, che ci regala pure una splendida scena tripartita nei tre ambiti in cui si struttura la vicenda di Nicholls : il bar della sfarzosa magione di John a Londra, la dimessa casa di Steven ed il teatro in cui si palesano le virtù artistiche di John con la spada in mano da eroe del tragico Seicento albionico rispetto alle sue viziose manie private. Ancora 4 giorni per gustarlo ed apprezzarlo, come ha fatto con compiacimento la gremita platea della replica pomeridiana cui abbiamo assistito.

Giancarlo Lungarini

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