In scena al Teatro Lo Spazio dal 21 al 31 ottobre 2021
Spettacolo molto interessante quello in scena al Teatro Lo Spazio fino al 31 ottobre. Il meccanismo del capro espiatorio – Sulfurea, scritto da Giusi Checcaglini e interpretato da Fabio Pasquini e Federico Fiocchetti è un veloce, serratissimo dialogo tra due uomini, o meglio tra un uomo e la sua parte diabolica se non proprio il diavolo in persona. Non ci sono stereotipate immagini, piuttosto i due esseri sono talmente inseparabili, talmente necessari l’uno all’altro, che si prova simpatia per entrambi, un’umanità talmente indifferente e sovrastrutturata sin dalla nascita per un tentativo di effimera protezione, che il “povero diavolo” fatica non a corromperla ma ad indicarle la realtà della sua esistenza, nuda e cruda, scevra di illusioni pericolose.
Un testo molto affascinante, prorompente nel suo diluvio di parole, al quale ci si deve lasciar andare per entrare nella dinamica dello spettacolo, molto ben congegnata nella regia di Fabio Grossi, e dei due personaggi apparentemente conflittuali che via via affronteranno tematiche e riflessioni in altrettante scene, ognuna separata dall’altra dagli interventi musicali del sax di Riccardo Nebbiosi (in video), fino all’epilogo.
Il meccanismo del capro espiatorio è uno spettacolo per certi versi sorprendente, necessita di concentrazione ma non è mai pesante, i due attori bravissimi sono molto convincenti, la scena è accattivante, la regia ricca di particolari significativi e brillantemente dinamica. Non siamo molto più abituati a un teatro “di parola”, questo mi ha ricordato in qualche modo la bellezza della drammaturgia di Eric-Emmanuel Schmitt, la capacità di indagare l’animo umano nelle sue bellezze, brutture, fragilità, tenerezze. Un grande merito averlo messo in scena, così ancorato poi alla nostra contemporaneità. Uno spettacolo che per la sua ricchezza di contenuti continua nella testa per giorni. Grazie, ne abbiamo bisogno.
Paolo Leone