Al Teatro Sette di Roma, dal 2 al 21 novembre 2021
Abbiamo spesso fantasticato di poter rivivere determinate situazioni per compiere scelte diverse da quelle fatte oppure tornare indietro con il tempo, riavvolgere in “flash back” il nastro per riprendere studi lasciati interrotti oppure riallacciare relazioni che troppo presto abbiamo trascurato od ignorato non avendole saputo apprezzare in pieno. Evidentemente ciò non è possibile perché il tempo scorre e niente lo può arrestare, come sosteneva il filosofo greco Eraclito in opposizione alla teoria dell’Essere di Parmenide; si potrebbe riuscire in un simile intento soltanto fantasticando virtualmente ed è appunto quello che hanno fatto Paola Tiziana Cruciani ed Antonella Laganà scrivendo a 4 mani il testo “Tempo al Tempo” con uno scopo ludico di natura fantastica. In questo lavoro si suppone che due amiche, interpretate con ironica e critica sfiducia verso i colpi amari della sorte dalla stessa Laganà e da Beatrice Fazi, siano partite per un divertente fine settimana di riposo, tuttavia non avendo il “Navigatore” si siano perse nella campagna e qui abbiano trovato un vecchio casale in cui abitano due stralunate anziane rimaste indietro nel tempo, come i soldati nipponici che dopo la seconda guerra mondiale erano rimasti nella giungla credendo che il conflitto non fosse finito. Le prime due restano stupefatte dinanzi a tanto salto indietro dichiarato dalle due padrone di casa, che affermano di essere quasi mezzo secolo prima cosicché il mobilio è andato ed alla televisione stanno trasmettendo “Canzonissima” proprio di quel periodo, per alcuni nostalgico, del XX secolo. Naturalmente s’instaura un serrato confronto dialettico in quanto le due arrivate ritengono che le due ospitanti siano sotto gli effetti delle sostanze stupefacenti e cercano di dimostrare alle due anziane donne incarnate dalla Costanzo e dalla Zoffoli che le ragioni sono dalla loro parte e che non possono essere state evanescenti spiriti al di fuori della realtà per dieci lustri. Decidono quindi di passare soltanto la nottata e che poi al mattino, se la macchina sarà in piena efficienza, ripartiranno per riconnettersi con il loro tempo, dimenticando tale brutta ed inverosimile Odissea, pur non chiarendo il testo se ciò avverrà veramente. L’occasione è tuttavia propizia per prendere come metafora del cammino progressivo sul piano sociale e civile dell’universo femminile queste due date ed infatti le 4 protagoniste della “pièce” discorrono su quanta strada hanno fatto le donne da allora ad oggi; infatti in quell’anno conquistarono il diritto al divorzio, poi quello all’aborto almeno a livello terapeutico, quindi posti aziendali ai vertici ed una nutrita rappresentanza parlamentare con diverse capogruppo, quali la Bernini, la Serracchiani e la Malpezzi, per non parlare della seconda carica dello Stato e dell’ex prime cittadine di Roma e Torino, mentre il neosindaco di Roma Gualtieri ha promesso che la carica di vicesindaco andrà ad una rappresentante del “Gentil sesso”. Altri capi di Governo, di Nazioni europee ed il sindaco di Parigi sono donne. Si potrebbe in sostanza aggiungere che questo “divertissement” spazio – temporale in teatro dal titolo “Tempo al Tempo” non sia stata altro che una geniale trovata, invenzione, per fare il punto su quanto è stato conquistato e c’è ancora da conseguire civilmente per Eva e le sue discendenti. Intanto nella nuova legge sulle pensioni le donne vedrebbero riconosciuto il loro diritto alla quiescenza a 68 anni od al massimo a 63 per essere all’altezza dello stesso trattamento europeo e qui si sta ideando di portare anche, con una diminuizione iniziale dell’assegno vitalizio, gli uomini non avendo i sindacati accettato quota 102 per l’uscita dal lavoro. Insomma siamo nel gioco delle destrutturazione delle categorie esistenziali, delle coordinate della vita, dell’improvvisazione di teorie e condotte motivate sia dal voler far ridere di gusto gli spettatori tornati nei luoghi culturali, che realizzare il consuntivo del cammino sulla piena acquisizione della parità di genere. Il quartetto di attrici collaudate da una lunga comune esperienza sul palcoscenico riesce a far meditare e ridere al massimo la platea con il serrato scontro verbale e scambio di battute a doppio senso; obiettivamente di questi tempi, per restare in sintonia con il copione, non è poco. Le repliche saranno in cartellone al “ Sette” di via Benevento fino al prossimo 21 Novembre con le scene borghesi di Cristiana Possenti ed i costumi moderni e vintage di Lucia Mariani.
Giancarlo Lungarini