Roma, Centro Culturale Benedetto XVI, 11 e 12 dicembre 2021
Assistere ad uno spettacolo teatrale di una compagnia amatoriale, ogni tanto fa bene. A chi come noi frequenta assiduamente i teatri, a chi li frequenta poco o mai. Perché, se messo in scena senza altra pretesa se non quella legittima di donare al pubblico il proprio entusiasmo e impegno, la dedizione, lo studio e la disciplina, sapientemente guidati, rimette ordine nel campo dello spettacolo, a volte preda di pretenziosità spacciata per gran professionismo. Sabato 11 e domenica 12 dicembre, presso il Centro Culturale Benedetto XVI, nella bella sala parrocchiale Santa Maria Consolatrice a Casalbertone, la Compagnia teatrale I Fuori Scena, “coltivata” con amore e diretta da Veronica Meddi, ha portato sul palco lo spettacolo A MODO MIO, un atto unico ricco di dura poesia sulle vite degli “invisibili” della nostra società che vediamo ogni giorno quasi senza farci caso. Ecco, quelle vite hanno un passato, che viene rovesciato sul palcoscenico, anche metaforicamente, dai sacchi pieni di stracci portati da ogni personaggio che racconta il suo essere, la scintilla nera che ha causato il suo presente. Senza melodrammaticità, senza pietismi. Vite storte (ma ne esistono di dritte?) per casualità, per un sogno andato male, per debolezza davanti alla ferocia di un mondo indifferente, per sfortuna. Ognuno ha vissuto, appunto, a modo suo e il presente è accettato per quel che è, con grande dignità.
A MODO MIO è uno spettacolo ben costruito, in cui gli undici attori sulla semplice ma significativa scena tappezzata di giornali, con una panchina e un ramo d’albero di beckettiana memoria, rappresentano ognuno un “invisibile”, un “barbone” con sorprendente abilità senza mai cadere nel patetico, che in certe occasioni è un attimo. Danno invece vita ad un girotondo di anime con credibilità, con grande umiltà, con evidente senso della disciplina. Si muovono in un testo ricco di riferimenti teatrali e poetici senza sbagliare un tempo, quasi con garbo e il risultato è una prova d’insieme convincente. Essendo una compagnia amatoriale, nemmeno sotto tortura citerò un nome che più di altri mi abbia colpito. Non è giusto e non lo ritengo corretto in un contesto simile. Il messaggio che hanno gridato, oltre a quello di valenza sociale con la tematica affrontata, è quello che l’impegno dimostrato e la cultura sono le cose più preziose, sempre, e soprattutto in tempi imbarbariti come quelli che stiamo vivendo, dove poco o niente è “andato bene” e dove le solitudini e i disagi sono aumentati drammaticamente. A Modo Mio è stato il loro modo di dare uno scossone a questa anestesia sociale. Con la dolcezza, con la poesia, con il teatro.
Paolo Leone
