QUINTA PUNTATA
19
Angelo è seduto ad uno dei tavoli della Terrazza Colombo. Il suo indice scorre sul display di un tablet. Guarda delle foto di uomini con facce da delinquenti, bianchi, neri e asiatici. Arriva il cameriere.
<<Che cocktail avete?>> chiede Angelo.
<<Ne abbiamo tutti i tipi… Il nostro barman ha appena vinto l’Oscar dei baristi>>.
<<Ottimo… Gradirei un Venere nera>>.
Il cameriere è imbarazzato. <<Quello non ce l’abbiamo…>>.
<<Ah!… Allora non è vero che avete tutto. Ti dico io la ricetta… Grappa di mais, succo di ananas, frutto della passione, vino di palme e fili di liquirizia>>.
Il cameriere si allontana mentre entra Ester e si siede al tavolo di Angelo. I due si salutano con affetto. Angelo mostra delle foto alla donna che le osserva e annuisce di tanto in tanto.
20
Carlo incontra Giulia, in camice bianco, ricercatrice ambientale ittica che lavora all’Acquario genovese, giovane donna di belle speranze non ancora realizzate, che agli occhi di Carlo incarna quelle aspirazioni culturali alle quali lui ha dovuto rinunciare.
Carlo e Giulia si abbracciano con affetto davanti a grandi pesci che nuotano tranquilli.
<<Ciao, come stai?>>.
<<Bene, quando ti vedo!>>.
<<Ultimamente ci vediamo così poco…>>.
Carlo bara un po’. <<Il lavoro, purtroppo… Tanto. E tu, i tuoi pesci… Loro come stanno?>>.
<<Loro bene, proprio come pesci nell’acqua. Di che ti occupi, adesso?>>.
<<Cerco una persona, forse potresti aiutarmi…>>.
Le mostra la foto di Marion.
<<Sto cercando questa ragazza per conto del mio amico Paolo. E’ minorenne ed è scomparsa dal centro di accoglienza… L’hai mai vista?>>.
<<No. Però so che purtroppo tante minorenni africane sono finite in un giro di prostituzione nella Riviera di Levante…>>.
Carlo le mostra anche la foto di Filippo.
<<Devo cercare pure lui…>>.
Giulia guarda. <<Mai visto. Quando è che mi porti a cena? Non in un ristorante dove si mangia pesce. Come l’ultima volta. Ma in uno vegano>>.
<<Lo farò proprio perché ti amo. Ma dimmelo tu quando… Sei tu quella più impegnata>>.
21
L’ultimo desiderio è di nuovo in onda dopo la pausa pubblicitaria.
<<Cari amici eccoci di nuovo insieme! Troppo lunga la separazione? Abbiate pazienza, la pubblicità è la nostra fatina buona che ci permette di realizzare la nostra, la vostra trasmissione.
<<E poi cos’è un piccolo intervallo pubblicitario di fronte alla solenne contemplazione dell’eternità? Quell’eternità che non dobbiamo temere e che soprattutto non ci deve cogliere impreparati. Per questo rivolgiamoci per tempo alla Momentum Supremum, nostro sponsor.
<<Il nostro amico sta per rivelarci il suo ultimo desiderio. Bisogna riconoscergli il coraggio di voler affrontare un momento delicato, trasgressivo, forse qualcosa che non avrebbe mai avuto l’animo di confessare. Ma la televisione è come un grande confessionale, o, se preferite, come il lettino di uno psicanalista. Un bell’applauso al coraggio del nostro amico>>.
Applausi.
Il concorrente sembra dubbioso, vuol dire qualcosa alla conduttrice.
<<Non c’è tempo. La pubblicità è finita, siamo in onda>>.
Le telecamere inquadrano tutte il concorrente.
<<E’ arrivato il momento di esprimere il suo desiderio!>>.
Pausa ad effetto.
<<Vorrei sapere chi è Rosalynde Pinkpowder>>.
Le vallette eccitate entrano nello studio e danno inizio ad un balletto.
<<L’autrice di Sentiero luminoso?>>.
<<L’autrice di Wonderful ?>>.
<<L’autrice di Anche i poveri sorridono?>>.
<<Esatto, proprio lei! Una tessitrice di trame rosa, una intrepida esploratrice nei territori del sentimento, una creatrice di irresistibili storie d’amore!
<<Rosalynde Pinkpowder!>>.
<<Ma è un personaggio misteriosissimo>> interviene una valletta.
<<Non si è mai lasciata fotografare>> rivela un’altra.
<<Non ha mai concesso interviste>>, un’altra ancora.
Interviene la conduttrice.
<<Di lei si è detto tutto e il contrario di tutto. Perfino che a scrivere sia sua sorella Jessica e non lei. Si dice che viva in un tetro castello scozzese o che sia piuttosto un membro della famiglia reale britannica. Si favoleggia che sia una donna bellissima, piena di fascino proprio come le eroine dei suoi romanzi. Insomma il suo, caro concorrente, è un desiderio tutt’altro che facile da realizzare… Ma nulla è impossibile per la nostra redazione>>.
La conduttrice presenta un team di quattro persone, due ragazzi e due ragazze sulla trentina, che sorridono alle telecamere e alzano il pollice in segno di vittoria.
<<La nostra redazione è il pilastro della trasmissione, cari amici. Un team instancabile, inarrestabile, invincibile. I concorrenti devono a loro la realizzazione dei loro ultimi desideri. In questo caso è quello di conoscere qualcuno che finora è stato impossibile conoscere: Rosalynde Pinkpowder>>.
Un tecnico in camice bianco entra in studio spingendo un carrello con sopra un computer.
Le vallette sono visibilmente deluse, il pubblico attonito, il concorrente decisamente incredulo.
<<Ma è un computer!>>.
Annuiscono tutti e quattro contemporaneamente.
<<Certo. Cosa vi aspettavate?>>.
<<E tutte quelle stupende storie d’amore che facevano piangere mia moglie, che la facevano sognare, le avrebbe create questa… banale macchina?>> chiede il concorrente.
<<Certamente. Nei suoi circuiti integrati albergano sentimenti, emozioni in attesa di effondersi dalla stampante. Computer, input, floppy disk, hardware, software, chips, clips, fax… non sembrano parole magiche che possono risolvere qualunque problema? Come abbiamo fatto a vivere senza di loro?>>.
Le vallette saltellano, e poi escono. La parola torna alla conduttrice.
<<Nella memoria di questo computer sono state inserite migliaia, milioni di trame>>.
<<Cosa?>>.
<<Trame. Intrecci. Elementi narrativi che servono di base per qualunque vicenda si voglia raccontare. Sono stati scippati a romanzi, film, testi teatrali, di epoche e livelli culturali diversi. Questo computer è potenzialmente il più grande narratore di tutti i tempi, basta saperlo interrogare e farà sembrare Shahrazad una donnetta priva di fantasia>>.
La conduttrice batte delicatamente sui tasti del computer.
<<Ecco, un piccolo miracolo si è verificato: un ultimo desiderio è stato esaudito da quella fata elettronica chiamata televisione, di cui alcuni si ostinano a parlar male. Il nostro concorrente adesso conosce come stanno le cose. La televisione è la fata elettronica che può riscattare una vita qualsiasi e imporla a tutti. I pudori e le intimità di Rosalynde Pinkpowder sono state travolte da questo potente sortilegio>>.
Il concorrente è deluso.
<<Tutti i miei ricordi legati a questi libri. Mia moglie che insisteva per farmeli leggere. Non è possibile…>> dice il concorrente.
<<Pubblicità!>>.
<<E’ andata bene. Aumenteremo l’audience. Sotto con la pubblicità. Il desiderio del concorrente era irrilevante, ma l’esito ha capovolto l’epilogo. Stavamo rischiando per colpa della sua monotona vita coniugale, ma questo computer ha restituito il pathos. Abbiamo pochissimo tempo, la pubblicità sta per finire. La vita di questo poveraccio dovrebbe essere un po’ nobilitata, almeno avesse da raccontare un’avventuretta extra coniugale, tanto cos’ha da perdere? Invece macchè. La pubblicità è finita, siamo di nuovo in onda>>.
Applausi.
Eva parla alla telecamera.
<<Rosalynde Pinkpowder: miliardi di parole rinchiuse in un personal computer, pronte ad esplodere. Adesso lo sappiamo. Il concorrente parlava di ricordi. I ricordi, signore e signori; cosa sarebbe la vita, cosa saremmo noi senza i ricordi? La vera ricchezza, credetemi, sono i ricordi, quelli che riusciamo a capitalizzare, belli o brutti, infami o sublimi, tutto quello che ci è passato accanto ed ha lasciato un segno, anche debole.
<<Qualcuno, qualcosa, un giorno ci ha sfiorato; senza lasciare tracce apparenti, ma un altro giorno, forse senza ragione, ci ritorna in mente, magari a distanza di anni e anni: un sorriso, un tramonto, un sapore della nostra infanzia. E poi c’è il ricordo, di noi, che lasciamo in eredità agli altri. Cosa resta di noi, dopo? Giusto i ricordi, tutta una vita, minuti, ore, giorni e anni di fatiche, di gioie, di dolori. Per che cosa? Per qualche ricordo che lasciamo agli altri e che ci permette di continuare a vivere, per mezzo loro.
<<Per questo la Momentum Supremum ha pensato al servizio Rimembranza: a chi compra uno dei suoi stupendi cofani, la Momentum garantisce che ogni anno, per dieci anni, nel giorno anniversario del decesso, spedirà gratuitamente a dieci cari, amici e parenti scelti preventivamente dal cliente, un biglietto in elegante cartoncino bristol con stampato il nome del caro estinto e la frase in corsivo: “Io vivo nel vostro ricordo, grazie alla Momentum Supremum”>>.
Applausi.
<<Grazie alla redazione abbiamo scoperto che Rosalynde Pinkpowder non è altro che un pc, ma abbiate fiducia in questo computer. Quella che chiamiamo realtà è solo un elettrodomestico dalle prestazioni ormai superate. La tecnologia ci offre modelli di vita molto più sofisticati e seducenti, simulazioni di realtà senza i difetti della realtà cosiddetta vera. Può darci una vita come l’avremmo desiderata. La realtà è falsa, qui è tutto vero. Nessuno è mai stato combattuto tra felicità e infelicità come il nostro concorrente>>.
Applausi.
<<Pubblicità!>>.
Pietro Favari