Sarà dura mettere a confronto queste due prelibatezze, del primo non ve certezza, poiché tre furono le versioni su questo “pane dolce”, tutte credibili ma senza certezza alcuna, tranne per il periodo storico.
Nacque non si sa bene la verità su chi delle tre persone denunciarono la loro paternità, siccome le coincidenze non vengono mai da sole, si sa invece con esattezza il luogo d’origine e guarda caso intorno alla scoperta dell’America al tempo di Ludovico il Moro verso la fine del XV secolo reggente del Ducato di Milano. Prendendo spunto dai tre racconti, cercando di fare luce per quanto fosse possibile, si deduce che l’invenzione sbocciò per puro caso. Solo la sagoma non era ancora quella conosciuta, giacché l’impasto veniva fatto a mano e senza stampi, ma l’impasto era farcito con canditi.
Parlando di forme invece erano due: Uno alto, l’altro basso, buoni entrambi. E qui la storia inizia a prendere una piega che ci porterà alla risoluzione del quesito, mutandosi. Quello basso era più simile ad un grosso pane del tipo casareccio per dare all’incirca l’idea su come era fatto, abitualmente consumato durante il periodo natalizio. Ed ecco la svolta… decisiva del nostro racconto. Intorno al 1920 sempre a Milano, un pasticciere di nome Angelo arricchì il composto, per non disperdere quanto aveva aggiunto, fasciò il panettone prima d’infornarlo… nel tirarlo fuori da forno… ne uscì un fungo… con la forma tradizionale panettone che conosciamo!
Questo lo dobbiamo al genio di un pasticciere, conosciuto da tutto il mondo come Angelo Motta.
Abbiamo dato il posto d’onore iniziando dal Panettone poiché è nato prima del Pandoro, qui abbiamo la data certa: Martedì14 ottobre 1884, paternità del veronese Domenico Melegatti, presentando il suo brevetto. Diversa la forma e gli ingredienti che a differenza non nasce per caso, ma da una serie di esperimenti, anche in questo caso ci sarebbe un mistero da risolvere. Si narra che è più datato del panettone, la sua origine viene fatta risalire a Plinio il Vecchio… noi dobbiamo attenerci alla data ufficiale.
Bellissima la forma stellata a otto punte o piramidale tronca che dir si voglia è del pittore impressionista Angelo Dall’Oca Bianca, amico del Melegatti che desiderava che il suo dolce fosse unico, rivolgendosi appunto all’artista. Come sempre ecco la curiosità: Domenico Melegatti mise in palio la SFIDA DELLE 1000 lire (una cifra a quell’epoca) a chi fosse in grado di duplicare fedelmente la stessa ricetta del Pandoro… nessuno vinse mai, ma queste è un’altra storia…
Daniele Giordano