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Dario Cecconi: con ‘Dentro e fuori la tv’ l’anima oltre le parole

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La sensibilità umana di un giornalista alla scoperta dellinteriorità di tanti volti amati del piccolo schermo

Una rubrica sulla televisione e sui suoi personaggi, intervistati in modo semplice ma profondo, con eleganza e grande sensibilità, da Dario Cecconi (giornalista esperto di massmedia), è divenuta, in breve tempo, colonna portante di Periodico Italiano Magazine, testata giornalistica generalista, mensile web di informazione e approfondimento culturale.

Le interviste a tema, seguite ormai da più di 250mila lettori ogni mese, che il giornalista rivolge ai suoi ospiti, sono sempre di grande valore professionale, mai scontate o superficiali. L’approccio umano, i toni distesi e la forte empatia che fa da collante tra intervistatore e intervistato, permettono di leggere più interiormente, oltre l’immagine del già conosciuto personaggio e anche in chiave intima e spirituale, talenti, virtù e molteplici sfaccettature della sua personalità, cogliendone direttamente l’essenza dell’anima. Ma Dentro e fuori la tv è anche il racconto della storia della televisione e di quelli che sono stati e che sono attualmente i momenti più belli e significativi della nostra tanto amata scatola magica.

Abbiamo avuto il piacere di intervistare Dario Cecconi, autore e curatore di questa rubrica e con lui abbiamo cercato di capire, in particolare, in che modo si possa arrivare a scoprire l’anima di un personaggio televisivo o di spettacolo, spesso corazzata da riflettori, luci e pailettes, attraverso un’intervista e che cosa significhi raccontare la televisione in modo leggero e senza mai perdere di vista certi contenuti di valore.

Dario Cecconi, quando e com’ è nata l’idea di creare una rubrica così particolare sulla televisione, che mette in risalto l’interiorità dei personaggi di spettacolo?

“L’idea è nata ad ottobre del 2017, durante una riunione di redazione. Insieme al caporedattore di testata, Francesca Buffo, ho presentato il progetto al Direttore Responsabile, Vittorio Lussana, che non ha esitato a dire di sì alla proposta. Dopo due mesi siamo partiti con la rubrica. In qualità di caporedattore del settore televisione e di autore, ho la possibilità di scegliere gli ospiti da intervistare, i temi da affrontare e di decidere come condurre l’intervista. Questo è quello che più mi stimola e mi appassiona. Sono convinto che proprio a questo sia dovuto gran parte del successo che stiamo riscuotendo in termini di gradimento. I lettori percepiscono che c’è un filo diretto tra me e l’intervistato, che non ci sono prospetti da seguire o paletti oltre i quali non ci si possa spingere. E’ tutto molto naturale, per nulla costruito a priori”.

Quali sono gli elementi chiave che possiamo ritrovare nelle sue interviste?

“Le mie interviste non sono mai uguali l’una all’altra perché ogni persona che intervisto racconta una storia e porta con sè un bagaglio professionale, personale e di emozioni che nessun altro può avere. Perciò, mi concentro molto sul talento particolare che ciascuno dei miei ospiti possiede, sulla loro interiorità e sul loro modo di raccontarsi. Mi soffermo, soprattutto, sulle aspirazioni e sui sogni che ciascuno dei miei ospiti ha per il futuro perché ritengo sia fondamentale essere sempre proiettati in avanti. Tutto questo cerco di farlo con il massimo rispetto verso chi ho difronte”.

Che cosa rappresenta per lei scrivere e dar vita ad interviste così esclusive e ‘intimiste’?

Lo ‘scrivere’ è una dimensione dell’essere, uno stato esistenziale che libera tante energie e per me assume un valore molto importante scrivere interviste che svelino l’interiorità, l’anima della persona che si nasconde dietro al personaggio di spettacolo. Quando si scrive un’intervista dedicata a qualcuno, sono principalmente, la creatività, l’emotività, la tensione espressiva, la visionarietà di un’idea, a muovere la penna. Tutte cose che non si imparano. Però, dobbiamo anche ricordarci che un giornalista è sempre chiamato a scrivere con grande senso di responsabilità e che alcuni elementi base, frutto dell’apprendimento, non devono mai mancare. Tra questi ci sono: la capacità di ascolto e di immedesimazione, la consapevolezza di avere un messaggio chiaro da lanciare e la volontà di stimolare il più possibile l’interesse dei lettori verso i contenuti proposti. Mi auguro che nelle mie interviste non manchi mai nulla di tutto questo.

Si dice che quelle di ‘Dentro e fuori la tv’ siano le interviste dell’anima. È contento di questo?

“Sì, molto. Sono molto contento di presentare ai lettori contenuti poco scontati, bellezza e armonia. Sono certo che sia importante divulgare messaggi positivi, soprattutto in un’epoca troppo spesso segnata da incertezza e cambiamenti repentini. Mi sento anche molto arricchito dall’ascolto delle esperienze altrui, dalle storie personali, di vita, che raccolgo con le mie interviste e che desidererei portare in televisione con una specifica trasmissione o racchiudere in un libro. Inoltre, sono convinto che in uno scambio di parole si trovi un dono di ricchezza interiore che l’uno fa per l’altro e viceversa”.

Quanto conta l’empatia per un giornalista che si occupa principalmente di interviste?

“L’empatia conta moltissimo. Se ci si accorge che siamo legati l’uno all’altro da quel filo sottile e quasi impercettibile ma molto resistente che è l’empatia, è fatta e l’intervista riesce sempre benissimo. Ci vogliono una buona dose di predisposizione personale e, soprattutto, molto tatto con il nostro interlocutore”.

Quali sono le interviste che più le sono rimaste nel cuore?

Ho avuto il piacere di intervistare molte persone di spettacolo, legate in modo particolare al mondo televisivo e devo dire che ogni intervista mi ha colpito per qualche elemento particolare così come ciascun intervistato mi ha lasciato qualcosa di unico. Tra le più belle ci sono state le interviste rivolte a Milly Carlucci che ci ha parlato dell’importanza del ballo come rigenerazione della mente e del corpo, a Marzia Roncacci, giornalista del Tg2, che ci ha svelato la sua grande passione per il mondo della comunicazione espressiva e a Massimiliano Buzzanca, figlio di Lando, che ha parlato molto di famiglia e del legame intenso con i suoi genitori. Oltre a queste, comunque, ce ne sono state anche altre molto affascinanti. La cosa più bella è che con alcuni dei miei ospiti sono rimasto in contatto, spesso ci sentiamo, ci vediamo ed è nata unamicizia.

La sua non è solo una rubrica di interviste. Talvolta si raccontano momenti di televisione particolari, che hanno segnato la storia della tv o che sono destinati a segnarla. Quanto è importante, secondo lei, il racconto televisivo?

“Riuscire a raccontare tutto ciò che riguarda la televisione e le pagine più belle della tv, in modo semplice ma diretto, senza infingimenti di sorta e, soprattutto, ponendo l’accento su contenuti e valori, secondo me è molto importante. Con questa mia rubrica e non solo, cerco di farlo nel modo più corretto, più equilibrato e appassionato possibile”.

Lei è un nostalgico della tv del passato?

“Non sono un nostalgico. Preferisco, in ogni caso, pensare al futuro piuttosto che al passato e, secondo me, anche la televisione di oggi dovrebbe guardare al futuro, puntando, in modo particolare, sulla professionalità e sul talento dei giovani autori televisivi, competenti e capaci di intercettare i gusti di un pubblico sempre più ampio e di utilizzare senza parsimonia tutti i grandi strumenti comunicativi che si hanno a disposizione. Allo stesso tempo, però, dal passato dovrebbe recuperare il rispetto per il pubblico, che talvolta si perde di vista. Informare, intrattenere e, più largamente, fare televisione, significa entrare nelle case degli altri e questo dovrebbe esser fatto sempre con grande serenità, con garbo, con rispetto. Accanto all’esigenza di accontentare il pubblico, ci dovrebbe essere anche la volontà di dare spazio ai contenuti e di stimolare il buon gusto e l’intelligenza”.

Dario Cecconi è giornalista esperto di massmedia, direttore operativo della produzione multimediale, autore tv e di rubriche magazine. Da ottobre 2017 è autore e curatore di Dentro e fuori la tv, rubrica fissa e di successo di Periodico Italiano Magazine, testata giornalistica generalista, mensile web di informazione e approfondimento culturale, di cui è caporedattore del settore televisione. Tra le sue passioni più grandi, oltre a quella per la scrittura e per la televisione, ci sono quella per la musica, per il cinema e per il teatro. È anche amante e appassionato di arte neoclassica.

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