Oltre ad esser stato il famoso chitarrista dei Pooh, Cantautore, Compositore e Autore… Dodi Battaglia presto si dedicherà con grande entusiasmo ad un nuovo progetto molto coinvolgente …scopriamolo insieme in questa nuova ed interessante intervista…
Ci parlerebbe del suo nuovo progetto teatrale legato ai suoi strumenti?
Nel corso della mia carriera il pubblico mi ha sempre considerato come il chitarrista e l’interprete che sul palco si esibisce e propone un modo del tutto personale di intendere la musica. Ciò ha sempre posto in secondo piano gli strumenti, essenziali e indispensabili. Al culmine dei miei cinquant’anni di carriera, ho così deciso di offrire alle mie chitarre un ruolo di protagoniste assolute: prima con il libro “Le mie 60 compagne di viaggio”, un volume dove la bellezza degli strumenti irrompe dalle dettagliate fotografie, alle quali si alternano cenni storici, tecnici ed aneddoti legati al mio lungo viaggio in loro compagnia.
Tale progetto prosegue con il recital teatrale al quale sto lavorando: sul palco porterò una selezione dei miei strumenti più importanti, quelli che hanno caratterizzato in modo determinante il mio stile ed il mio sound. Con esse dialogherò ed insieme ricorderemo la storia artistica che abbiamo condiviso attraverso foto, filmati inediti e, naturalmente, la musica.
Del teatro cos’è che l’affascina di più?
L’atmosfera di eleganza e di intimità che sanno renderlo un luogo molto speciale. A teatro il rapporto con il pubblico è completamente diverso rispetto a quanto si vive in occasione di un evento live organizzato in un grande spazio, come ad esempio l’Arena di Verona od uno stadio. A teatro il pubblico e l’artista sono in grado di raggiungere una sintonia molto intensa: sarà per la possibilità di guardarsi negli occhi, di cogliere le espressioni, dell’acustica perfetta… Per questo ho scelto il teatro per raccontare le tante storie legate alle mie “compagne” artistiche. Penso che susciterò belle emozioni ed a mia volta probabilmente mi commuoverò.
Cosa l’ha spinto ad avvicinarsi a questo mondo?
È un mondo che in realtà conosco da molto tempo. Fu con i Pooh che nel dicembre 1972, dietro iniziativa del nostro produttore di allora, Giancarlo Lucariello, portammo a teatro la nostra musica. Con quattro date a Bari, Napoli, Roma e Milano, accompagnati da una orchestra di quaranta elementi, proponemmo il nostro repertorio, dimostrando che la musica pop era degna di un ambiente esclusivo come quello del teatro. Da allora siamo tornati a teatro con diverse tournée, sia come gruppo, sia con le nostre carriere soliste…è proprio da l teatro Petruzzelli di Bari partirà questo tour legato ai miei strumenti.
Quali sono le sue aspettative personali e anche quelle legate al pubblico per i suoi nuovi progetti?
Una delle grandi fortune dei Pooh e quindi anche mia, è stata quella di aver saputo nel tempo creare con il pubblico un vero e proprio rapporto di reciproco affetto e rispetto. Ho intere famiglie che vengono ai miei spettacoli: hanno cominciato a seguire i Pooh quando erano ragazzi, hanno vissuto il loro amore con le nostre canzoni come colonna sonora. Da tali amori sono nati figli che hanno imparato a conoscere la nostra musica ed ora me li trovo sotto il palco, entusiasti quanto i genitori.
Sono certo che quel pubblico affezionato verrà a teatro e saprà emozionarsi perché i ricordi che condividerò fanno parte anche del loro vissuto.
Claudia Vincenzino