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“Thais”. Una direzione superba alla Scala

Data:

Al Teatro alla Scala di Milano, il 2 marzo 2022

Ho avuto la ventura, direi più unica che rara, di assistere all’ultima rappresentazione scaligera di Thais di J. Massenet, la sera del 2 marzo, praticamente a pochi centimetri dal direttore d’orchestra… E che direttore: il giovane e talentuoso Lorenzo Viotti, stella emergente del teatro musicale europeo. Una direzione intensa e a tratti sensuale, come del resto l’opera stessa, Thais, tratta da un breve romanzo di Anatole France, in bilico tra sensualità e castità, perversione e redenzione, bellezza e orrore. La regia, di Olivier Py, sinceramente mi ha lasciato perplesso. Accanto ad alcune trovate sceniche geniali, altre oserei dire quasi elementari, come la piccola chiesetta ,inoltre ,voler a tutti i costi essere blasfemi, non certo per i nudi, ma per i nudi di donna in croce, sinceramente, in un mondo così ossessionato dal politicamente corretto, fa pensare, che la correttezza sia solo per alcuni!
Ottima prova vocale per il soprano M Rebeka, con una dizione perfetta adatta al vocalismo di Massenet,e una presenza scenica strepitosa. Athanael superbo, di L. Meachem e i ruoli di Nicias e Crobyle , veramente adatti ai rispettivi ruoli da parte diG. Sala e C. Sala.
Il coro scaligero,sotto la direzione del valente maestro, essendo, a tratti quasi protagonista più dei cantanti,è stato come sempre eccezionale.
L’ orchestra del Teatro alla scala, come sempre, sotto ogni direttore, ha dato il meglio di sé, basti ricordare la struggente meditazione, un cavallo di battaglia per gli amanti della musica, che, come ha ricordato il maestro Viotti, in conferenza stampa, a tratti pare portare direttamente in cielo.
Teatro da sol out, anche con numerosi stranieri, e applausi scroscianti al termine dello spettacolo. Ovazione generale per tutti, ma in particolare per il direttore, una vera rock star dell’ opera lirica , nonostante la giovane età, o proprio per quello?
La Scala ,si rivela, come sempre, soprattutto quando non cade negli equivoci, da 7 dicembre, organizzatrice di eventi musicali di livello, non esagero a dirlo, mondiale, non solo grazie alla professionalità dei musicisti, ma anche alla maestria di tutti I lavoratori, dalle maschere ,alla sartoria, alle pubbliche relazioni.
Tornando, ora, ad una analisi un poco più asettica, ma semplicemente musicale, forse ,le percussioni, a tratti sembravano sovrastare, ma vista la mia posizione, potrebbe essere stata colpa della acustica, per il resto ,suono cristallino, con le arpe che creavano un omogeneo e sublime suono con tutta la restante orchestra.
Il finale, sulle note, nuovamente della meditazione, è stato struggente e malinconico, soprattutto per la interpretazione della protagonista.
Siamo usciti estasiati!

Stefano Ceniti

Foto Brescia e Amisano

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