DanceHaus Susanna Beltrami, 26 Marzo 2022, ore 20.00; 27 Marzo 2022, ore 18.00
DanceHaus Susanna Beltrami, punto di riferimento indiscusso della danza contemporanea in Italia, ha presentato presso la sua sede Il Mondo Altrove di Nicola Galli.
Ferrarese, classe 1990, si occupa di ricerca corporea, declinata in azioni e dispositivi che spaziano dalla coreografia alla performance, dall’installazione all’ideazione grafico-visiva. Esordisce come ginnasta agonista e si avvicina ai linguaggi del teatro fisico e della danza presso il Teatro Nucleo di Ferrara, studiando danza contemporanea, rinascimentale, hip-hop e riequilibrio muscolare Metodo Monari. Dal 2010 sviluppa un’indagine coreografica incentrata sul profondo rapporto tra uomo e natura, analizza il concetto di forma pura e le nozioni di “stratificazione” e “paesaggio”: a partire dalle scienze naturali, dalla geometria e astronomia il suo sguardo è affascinato dall’anatomia umana, la proporzione e il dettaglio, elementi chiave che compongono un orizzonte scenico trasversale. Nella sua poetica emerge la passione per la luce e il suono, elementi che nutrono la stretta relazione tra i soggetti che abitano la scena in un’ottica di interdipendenza; nel suo lavoro, il corpo diviene il centro irradiante di un discorso artistico che si sostanzia in una sensibilità scenica votata all’esplorazione del movimento come panorama ibrido di saperi. Parallelamente alla ricerca più specificamente artistica, Nicola Galli conduce percorsi formativi dedicati a bambini, adulti e giovani danzatori e danzatrici in formazione, sviluppando un personale metodo volto all’esplorazione del movimento, alla scoperta di nuove visioni e percezioni del corpo e all’approfondimento del personale confine fisico e comunicativo.
Il Mondo Altrove è una creazione coreografica in forma di rituale danzato, che celebra secondo una logica scenica il moto di un mondo inesplorato. Qui interpretata dallo stesso Nicola Galli, coreografo di sé stesso, che traccia un percorso ideale tra Occidente e Oriente; il lavoro è liberamente ispirato ai rituali indigeni dell’America del Sud, ai simboli e alle tradizioni del teatro Nō giapponese, ed all’ossessiva, per certi versi mistica ed eccentrica ricerca musicale del compositore Giacinto Scelsi intorno all’idea sferica del suono. Dalla porta centrale, che domina lo spazio e cela un “altrove”, avanza una figura sciamanica adornata per condurre una cerimonia magica e senza tempo. Il movimento del corpo, con il volto coperto da una maschera, offre allo sguardo del pubblico un rituale che si sviluppa fra un confine circolare, che delimita uno spazio ancora attribuibile al sacro e che raccoglie l’esito di una convivenza armonica tra habitat naturale ed azione umana.
L’azione è pensata al crepuscolo, abbracciata dalle cromie lucenti dell’oro, del ciano e del porpora, per sciogliersi in un dialogo gestuale notturno, espressione di dono perpetuo, comunione universale e celeste. Di fronte a questo linguaggio fisico siamo invitati a decifrare i “geroglifici” di questa civiltà ignota, selvatica e capovolta; siamo ospiti chiamati ad un esercizio di superamento del confine di ciò che conosciamo. Accogliere un mondo nuovo ed aprirci ad un sistema ignoto significa entrare in contatto con la poesia di segni muti ed opachi, accettando la messa in discussione di qualcosa di sé e ritrovando la propria umanità nel riflesso dell’incontro.
Per chi non è avvezzo alla danza contemporanea pure risulterà un lavoro complesso e poco comprensibile, senza narrativa chiara: un giovane coreografo con grandi potenzialità. Da vedere.
Chiara Pedretti