Dal 21 al 24 aprile 2022 al Teatro Vascello di Roma
Per il centenario della nascita del poeta di Casarsa si moltiplicano l’ iniziative per celebrare e conoscere meglio uno dei maggiori autori del XX secolo, che fu genialmente fecondo nei diversi campi della prosa, della lirica, dei romanzi e dei soggetti cinematografici, che poi realizzò come regista, basti ricordare “Il Vangelo secondo Matteo” ambientato tra i sassi caveosi di Matera, “La ricotta”, “Le 120 giornate di Sodoma” e “Porcile”, “Petrolio”, oltre alle critiche al sistema sociale e borghese nei suoi “Scritti Corsari”. Per ciò che concerne la pittura martedì 12 aprile abbiamo visionato la mostra di Nicola Verlato “ Hostia” alle Terme di Diocleziano incentrata sulla tragica fine del letterato osservato come individuo sospeso dall’alto, un lungo disegno in forma di polittico circa la sua tragica fine circondato da giovani malavitosi e gay, ritratti di volti come Ezra Pound e Petrarca, il progetto architettonico relativo ad un teatro all’aperto e mausoleo ad Ostia vicino al luogo dove fu proditoriamente ucciso. Stavolta abbiamo ascoltato le liriche composte da Pasolini nel periodo che stava da ragazzo nel suo territorio natio accudito dalla madre Susanna, che aveva perso il secondo figlio nella guerra partigiana; la seconda parte del suo “Canzoniere” invece la realizzò a Roma dopo essere dovuto partire in tutta fretta dalla provincia al confine con le Alpi austriache per l’accusa d’illecita condotta morale durante il suo insegnamento, dal quale era stato sospeso. Lo spettacolo intitolato appunto “ le Canzoni di Pasolini” arriva al Vascello di Roma a Monteverde , dopo essere andato in scena a Casarsa e New York, grazie ad Aisha Cerami e Nuccio Siano che hanno raccolto 14 motivi canori arrangiati dal maestro Roberto Marino, che ha firmato pure 5 pezzi originali. Entrando in teatro s’ascolta la “Meditazione orale” del poeta sulla triste condizione dell’uomo e la sua amara fine accompagnata in sottofondo dalla colonna sonora del maestro Ennio Morricone, cui è stato dedicato il Parco della Musica con l’Auditorium. Seguono poi le bellissime voci sonore della dinamica Aisha e del bravo Nuccio, poste in risalto dall’orchestra denominata “Esagerata” in cui lo stesso Marino suona il pianoforte, Andrea Colocci il contrabbasso con Salvatore Zambataro alla fisarmonica e clarinetto. La regia di Siano si distingue pure per un’ottima operazione interdisciplinare che sfrutta il filmato cinematografico di Daniele Coluccini, che mette in risalto i principali momenti della vita di Pasolini. L’autore sosteneva, a suo tempo, che le “ songs” hanno la capacità di riannodare i fili del passato e questo ce l’ha insegnato la 77° Festa della Liberazione Nazionale in cui è stata cantata “Bella Ciao”, espressione della fede patriottica dei partigiani che il presidente Mattarella ha detto ad Acerra essergli stata ricordata dall’invasione russa dell’Ucraina. Inoltre il tanto discusso politicamente e sessualmente Pasolini affermava che con le liriche sentimentali, armoniche, melodiche e spiritose, irruente, metaforiche e figurative, si possono avvertire le sensazioni e pulsioni più sfrenate, passionali, dure ed incontenibili, quali quelle fatte palpitare ascoltando : “ Valzer della Toppa” sull’eccessiva ebbrezza alcolica, “ Macrì Teresa detta Pazzia” sulla prostituzione nella fanga della periferia romana, “ I ragazzi giù nel campo” che attaccano i borghesi e che sono stati portati sulla scena dello Stabile di Roma con “Ragazzi di vita”, affiancato dal romanzo “Roma città violenta”. A queste canzoni va unita pure “Cristo al Mandrione”, che fu il rovescio della medaglia dopo la suggestione dolce ed onirica del panorama astronomico che gustava nel suo Friuli e lo spinse a redigere “ Notturno”, “Dedica”, “ Ay Desesperadamente”, insieme allo spirito libertino, allegro e satirico di “ Chi è un Teddy Boy?”. Tali ultime composizioni sono brani originali del maestro Marino, come “Beguine”, mentre la metafisica “ Che cosa sono le Nuvole?” ed “Uccellacci ed Uccellini” sono cantati all’inizio da Modugno per un’ampia panoramica di famosi musicisti : Morricone in apertura, poi Hadjidakis con le note per “C’è forse vita sulla terra?” scritto con l’inquietante domanda a quattro mani dalla Maraini e Pasolini, Umiliani per “Teresa Macrì” e “Valzer della Toppa”, Sergio Endrigo per lo scanzonato “Soldato di Napoleone” che va in Polonia e Russia come Pier Paolo partiva esule per Roma dove avrebbe vissuto contro la società imperante e la normale sessualità codificata. Tutti questi musicisti, inclusi De Carolis per “Notturno” e “ Ballata del suicidio” di Giovanni Fusco, sono stati raccordati da un comune filo rosso, anche se le finalità delle canzoni erano diverse : alcune andavano al cinema, altre più sbrigliate servivano per rallegrarsi spassandosela, riservando quelle più impegnate poeticamente per la musica. Adesso aspettiamo la mostra tripartita in autunno tra il palazzo delle Esposizioni, il MAXXI e la Galleria Nazionale d’Arte Moderna sui vari aspetti esistenziali ed espressivi del poliedrico spirito libertario nella sfera privata e pubblica del fertile pensatore e firma d’indimenticabili pellicole sul megaschermo. Peccato che il bel lavoro intellettuale al Vascello sia durato solo pochi giorni.
Giancarlo Lungarini