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INTERESSANTE COLLETTIVA UCRAINA SULLE DISTRUZIONI ED I CRIMINI DI GUERRA AL WEGIL. L’ARTE DELL’EST IN NOME DELLA GIUSTIZIA, DEMOCRAZIA E LIBERTA’ INTERCULTURALE DEI POPOLI

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S’APRE DOMANI IN Trastevere nell’ex palazzo del Littorio, ora hub culturale della regione, che già ospita fino al 10 luglio la mostra fotografica sulla vita di P. P. Pasolini, le sue  amicizie giovanili e mature, le residenze romane e la sua passione per il calcio ed i quartieri popolari periferici della capitale, sentimento unito a quello edipico per la madre Susanna, l’esposizione di 50 pittori per complessive 200 opere provenienti dal fronte di guerra dell’Ucraina. Ad aprile v’era stata un’esposizione di quadretti artistici dello stesso Paese con soggetti domestici intimi, animali di compagnia, semplici primi piani e creazioni fantastiche,  stravaganti,  frutto di geniale fantasia in un riservato padiglione del MAXXI per raccogliere contributi ed aiuti per le vittime ed i profughi dell’invasione proditoria della Russia della vasta nazione sui confini orientali del nostro continente, per la rivendicazione da parte di Putin della Crimea e del Donbass. Adesso l’Agenzia Port di Kiev, con il supporto del Ministero degli Esteri e di quello della Cultura e dell’Informazione, con il coinvolgimento dell’Ente per l’Arte e l’Educazione Artistica, propone la documentazione visiva degli orrori, delle torture, degli orrendi stupri e delle catastrofi inumane della violenza perpetrata con fosse comuni e spietate esecuzioni a sangue freddo di civili con le mani legate  lasciati n ella neve. La mostra è curata da Katya Taylor che ha eretto una Fondazione per sostenere gli artisti della sua terra negli hotspot lanciati dal sorgere unidirezionale del conflitto. Il suggerimento del titolo viene dal giallo romanzato di Julio Cortazar “Casa Tomada” in cui il protagonista è indotto a fuggire dalla sua magione da una mostruosa e metaforica forza sconosciuta , supportata da un male incurabile come le devastazioni ed i saccheggi cui s’abbandonano le milizie russe, anche se alcune ce l’hanno con i loro comandanti ed un paio di generali sono stati eliminati dalle reazioni e sedizioni dei loro sottoposti. L’allestimento, che ha il titolo significativo di “The Captured House. Rome” , è stato nel maggio scorso a Berlino presso “L’Alte Munze Art Center”, sarà quindi a Parigi ed Amsterdam, per sensibilizzare gli Europei degli Stati Centrali attraverso immagini espressive, interpretazioni emotive, simboli e codici istruttivi, pedagogici, per dimostrare che le loro sofferenze sono anche il nostro scudo, per impedire che l ‘arroganza del potere imperialistico di Putin s’espanda ed i Cinesi reputino di fare in egual modo per la conquista di Taiwan e del Tibet. L’esposizione arricchisce le pittoriche testimonianze visive con ricordi, oggetti comuni, che ci conservano il sentire fisico dei loro proprietari. Perciò ci viene da riflettere sul genocidio dei Serbi contro gli Islamici della Bosnia e del Kosovo, di Saddam contro i Curdi, delle tribù musulmane contro i Cristiani in Nigeria nel giorno di Pentecoste con 50 morti, tuttavia questo è peggio in quanto è un piano strategico per una carneficina d’ immani proporzioni e mancato rispetto della libera determinazione dei popoli, per cui nel 1917 Wilson entrò nella prima guerra mondiale. Per tali considerazioni la Svezia e la Finlandia hanno chiesto di poter partecipare alla NATO per essere più sicure dalla minaccia dell’Orso dell’EST, come ha messo in evidenza il ministro della Cultura di Zalestky affermando che la sicurezza dell’Ucraina rende il nostro continente più garantito. Soltanto con la Cultura e l’Informazione si può comprendere l’importanza di fermare la guerra, come hanno chiesto i martoriati ucraini perfino nell’ultima trasmissione di “Piazza Pulita” in cui è stato intervistato il fotoreporter Gabriele Micalizzi, similmente alle dichiarazioni della Taylor. Tra gli artisti presenti in mostra si distinguono due tipologie : parecchi sono rimasti a lavorare, con il rischio della vita, sul luogo degli scontri, quali le città di Kiev, Kharkiv, Cherson e Donetsk, componendo le loro tele durante l’invasione ; altri invece unicamente quando sono stati rifugiati all’estero e protetti dalla generosa beneficenza degli spiriti umanitari continentali hanno preso posizione, parlando della vile guerra e delle loro vicende. Naturalmente, come diceva Don Abbondio, chi il coraggio non ce l’ha non se lo può dare! A. Kakhidze ha sperimentato il dramma con il marito nella regione di Kiev e la sua documentazione è una distruzione generalizzata di persone , case, animali e natura arborea e floreale, senza risparmiare nulla. La più completa denuncia dei crimini civili, del genocidio ed annientamento totale di Mariupol, del disperato lavoro dei medici all’ombra dell’abbattuto teatro della città, che restano scolpiti nella morte come le terribili morte degli inerti corpi, si coglie nelle realizzazioni documentario di E. Maloletka. Degli scontri di fuoco nel Donbass è stato testimone , morendo sul campo  nei sobborghi di Kiev, M. Levin riprendendo la fuga da Irpen, l’evacuazione da Bucha e Borodyanka, la prima settimana dell’aggressione della parte EST dell’Ucraina per  annettersi le regioni di Donetsk e Lugansk con quella Crimea per cui si combatté tra il 1855 e ’56 con gli accordi del’57 a  Plombiers per la seconda guerra del Risorgimento in Italia e che poi Stalin avrebbe dato all’Ucraina. M. Shubina fa parte di coloro che soltanto dopo essere stati lontani dalla capitale per un mese, forse per evitare il momento peggiore dell’occupazione russa, hanno iniziato a produrre manufatti artigianali di protesta e perciò la sua esperienza è attestata dai fazzoletti ricamati con soggetti che ritraggono l’ambiente domestico e la sua quotidianità. Al contrario O. Zolotariov sta disegnando un diario di guerra, parallelamente a quello scritto da Anna Frank morta nel lager di sterminio, dal primo giorno dell’attacco e le figure sono l’allusione della “dama scura” con il colore nero , che rispecchia immagini del nemico, case in rovina e connazionali ucraini mutilati. Tuttavia per salvarsi da possibili ritorsioni, successivamente a velenose minacce, è dovuto andare a Berlino dove ora continua a lavorare. Sarà pertanto uno dei pochi presenti per una testimonianza dal vivo, rimanendo l’Arte un invidiabile “Campo” di libertà di pensiero e di parola per una serrata dialettica critica interculturale comparata ed osmotica, al fine della promozione umana e del progresso socio – civile che l’Europa sta portando avanti dalla fine della seconda guerra mondiale l’8 maggio del’45 a Reims. La Mostra sarà visitabile gratuitamente tutti giorni dalle 10 alle 19 fino al 16 giugno in Largo Ascianghi al WEGIL in Trastevere, vicino a Porta Portese.

Giancarlo Lungarini

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