Per la settimana dedicata alla danza moderna, contemporanea ed alla rivisitazione di quella classica abbiamo osservato due spettacoli di discreta levatura imperniati su due tecniche differenti : quello della compagnia “ Excursus” sulla flessuosità ed agilità di movenze fisiche per la trasmissione d’un messaggio lirico sublime da decodificare ; invece venerdì 12 il coreografo luigi Martelletta, già primo ballerino del Teatro dell’Opera di Roma, ha messo in scena una sua versione essenziale e senza estetismi retorici, suadenti pantomime ed un elevato numero di danzatori di fila, per il classico “Il Lago dei Cigni”. Con la sua creazione Ricky Bonavita c’ha proposto una poetica visione di ciò che dobbiamo saper intuire nel linguaggio universale dei corpi : l’ intime pulsioni sensitive ed i sentimenti della propria anima, che poi s’esternano nelle relazioni di coppia e più generalmente sociali. Nella coreografia “ Elegia” eseguita con eccelsa briosità formale ed elegante da V. De Vita, E. Perazzini e e lo stesso Bonavita abbiamo colto idee trascendentali, sognate, malinconiche, laceranti ed idilliache, agite da soli od in gruppo. Le musiche di repertorio di Rachmaninof, Chopin e Debussy hanno rappresentato la colonna sonora di fondo, che talora ha lasciato spazio alle musiche originali di F. Ziello per la modernità dei vari quadri della drammaturgia in un progressivo e continuo “fieri” . Il pianoforte è servito come strumento romantico per lo svelamento degli esecutori tersicorei decontestualizzati e lasciati in preda ai loro universi inconsci ed occulte debolezze. Nella stessa serata V. De Vita, nei panni stavolta di coreografo, ha rappresentato” Due uomini sfiniti” con la performance di se stesso, ancora E. Perazzini e F. Schipani al posto di Bonavita, per mostrare lo stress ed esaurimento psico – fisico a cui portano l’ incomprensioni ed i giochi incrociati tra amici od amanti. Da qui i gesti istintivi e gli amplessi tra due corpi che si consumano fisicamente in precisi momenti di simbiosi organica, che li sospinge al massimo dell’esaltazione emotiva e sensitiva che inebria sia fisico che spirito o riduce in depressione frustrante quando non si definisce con un’evoluzione positiva e restano estenuanti condizioni energetiche od avvilenti pentitismi. Il tutto infatti non scaturisce dall’accentuarsi d’un legame, ma dalla spinta umorale dello stato d’animo del frangente, vincolato all’estemporanea irrazionalità originale d’una personalità non ben formata o turbata da qualche altra più urgente preoccupazione. Le musiche elettroniche di base suggestiva per il balletto erano di : Huron, Olafur Arnalds e Max Richter. Come sostiene Woody Allen amare è soffrire, tuttavia se non si hanno legami si patisce ugualmente ed allora, se è così, c’è una patologia negativa per l’assenza di Eros o positiva per l’eccesso di felicità. Infine il 12 in una serata da “sold out” il celebre ballerino Martelletta ha allestito per il suo pubblico un adattamento frizzante e veloce con brillantezza sciolta, sublime e leggiadra, de “Il Lago dei Cigni”, esaminando e dando risalto ad alcuni aspetti mai evidenziati dalla lettura consueta del libretto. Con un’accurata ed appassionata ricerca metodologica il coreografo ha collazionato in larga misura particolari talora trascurati e delle situazioni non abbastanza sottolineate. Lo stile perciò è risultato più fresco e brioso, rapido ed avvincente, senza fronzoli ammalianti con il loro classico manierismo, pur se coloro che non conoscono bene l’intreccio della coreografia hanno fatto fatica a sintonizzarsi con la sua sintesi sulle punte. Sprizzano dunque realtà e fantasia che tendono a riplasmare con una perfetta, stoica, graziosa bellezza attraente il balletto in forma neoclassica e le struggenti musiche di Peter Ilic Cajkovskij ne suggellano ancora il magico incanto. Adesso Martelletta sta preparando una versione aggiornata della “Carmen” con danza, canto ed orchestra dal vivo. Ora , dopo la pausa di Ferragosto, la rassegna riprenderà il 17 con la satira casalinga “ I Mezzalira, panni sporchi fritti in casa” di Agnese Fallolongo con l’interpretazione sua, di T. Caputo ed A. Evangelisti, mentre il 18 sarà la volta d’un analisi del potere al femminile con l’assolutismo di Elisabetta I che si dedicò totalmente alo Stato inglese nel ‘600, rinunciando alla richiesta di matrimonio di Filippo II sconfitto con il suo esercito navale costituito dalla “Invincibile Armada” sull’Oceano Atlantico. Lo spettacolo sarà recitato da Maddalena Rizzi su testo di David Norisco, con regia di Filippo D’Alessio.
Giancarlo Lungarini