Vi è mai capitato di visitare un luogo ameno e sognare ad occhi aperti come potrebbe essere (denari permettendo)… trasformato in un luogo comune aperto al pubblico.
Lo scenario onirico, quello visto dai due protagonisti di questo articolo sono: Patrizia Sandretto insieme al marito Agostino Re Rebaudengo durante una visita nella piccola isola di San Giacomo in Paludo, situata tra Murano e Mazzorbo a Venezia.
Il “sogno” consisteva nel mutare dopo decenni di autentico abbandono l’insieme di quel “rudere pregno di storia” che un tempo vide in questo ampio spazio paludoso, accogliere pellegrini provenienti da ogni dove dall’anno 1046, con travagliate vicende storiche sino al periodo napoleonico. La visione presentata alla loro vista non era delle più attraenti, nella misura desiderata per realizzare il sogno finale in una Fondazione che accogliesse artisti emergenti, spettacoli teatrali e musicali… e producesse progetti artistici formando un’autentica Casa della Cultura!
Perché avvenisse questa concretizzazione totale occorreva del tempo e, soprattutto denaro… infatti, dopo un’analisi accurata e ben definita i coniugi hanno iniziato a investire del proprio. In questo caso è giusto dire: Chi ben inizia è già a metà dell’opera per portare il sito al suo degno splendore.
A coloro che il nome dell’imprenditrice risultasse ancora non conosciuto… aggiungeremo una breve scheda perché il lettore possa avere notizie sommarie, volendo potrà sempre ampliarle con le dovute ricerche. Torinese di nascita (6 aprile) è una Collezionista d’arte (oltre mille opere e tremila fotografie) anche se l’appellativo che segue a lei non piace, è considerata un’autentica mecenate italiana. Presidente del Comitato delle Fondazioni Italiane Arte Contemporanea, membro dell’International Council del Museum of Modern Art di New York e della Tate Gallery di Londra. Ornata del titolo di Chevalier dans l’ordre des Arts et des Lettres… Proseguendo, è conosciuta dal gotha della cultura internazionale. Patrizia Sandretto, presidente dell’omonima Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, oltre a Guarene d’Alba e Matadero di Madrid, svolge un nuovo mecenatismo fondato sulla responsabilità e condivisa da passioni per sostenere l’arte contemporanea dei giovani artisti senza scopo di lucro. Definita anche la badessa della cultura, non è molto da quando presso il centro Congressi del Lingotto di Torino, le ha consegnato il 45* Premio “Torinese dell’anno” motivandone la passione e coerenza nei suoi trascorsi venticinque anni di attività, portando la Città di Torino nel circuito artistico internazionale. Un riconoscimento molto ambito, oltre a quello del “Premio della Fedeltà al lavoro e per il Progresso Economico”.
Ritornando alla parte onirica del suo progetto che ben presto diventerà realtà almeno in parte, presumendo una data simbolica intorno al 2024 come finalità totale, nell’intera isola non ci saranno speculazioni edilizie o alberghi, poiché i soli lavori edili saranno esclusivamente a favore dell’iniziativa culturale. L’intero sistema sarà governato da un complesso ecologico di energia con altri ecosistemi, considerando che il consorte è presidente di Asja Ambiente, Totem Energy, Elettricità Futura, ora più che mai il connubio è d’uopo: L’arte e l’Ambiente vanno di pari passo.
Questa volta scriveremo una sola e semplice curiosità su Patrizia Sandretto… da piccola raccoglieva scatoline portapillole schedandole su un apposito quaderno, anche se sulla sua persona il tempo non passa… la sua collezione con gli anni si amplia, raccogliendo tutto ciò che è artistico compresi i gioielli di fantasia che ama indossare, quei bijoux come li hanno chiamati dal 1920 costume Jewerlry in America, furono sostituiti nei film da quelli veri (non meno pregiati dei costosi gioielli) per ragioni di sicurezza, ma giusti a descrive bene la figura e il carattere della persona che l’indossa!
Daniele Giordano