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FESTA DI VENEZIA: RICCHEZZA DI TEMI E STILI

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VENEZIA, 2 SETTEMBRE – Cannibalismo, guerriglia urbana, vita familiare, bomba atomica, sono le disparate questioni discusse il terzo giorno del 79esimo.
Festival di Venezia, dove finzione, realtà e letteratura si sono alternati nelle diverse visioni dei registi.
“Bones and All” dell’italiano Luca Guadagnino racconta una singolare storia d’amore tra cannibali urbani. “Athena” del francese Romain Gavras affronta la questione del razzismo e della violenza che ne deriva.
“Un couple” del più anziano dei registi in concorso, Frederick Wiseman, 92 anni, ricrea il problema del rapporto familiare tra lo scrittore russo Lev Tolstoj e sua moglie. Fuori concorso invece è apparso il documentario “A Compassionate Spy”.
del nordamericano Steve James, che rievoca il lavoro delle spie che passarono informazioni sulla bomba atomica all’Unione Sovietica, per impedire agli Stati Uniti di avere il monopolio della minaccia nucleare.
Dicevamo, una ricchezza di temi, visioni e proposte di grande qualità, che ci raccontano della buona vendemmia veneta di quest’anno.
Luca Guadagnino, 52 anni, non finisce di sorprendere i suoi estimatori. La varietà di generi e degli stili che riunisce nella sua carriera è nota. Stavolta con “Bones and All” ci riprova con l’horror. La storia è su una giovane ragazza, appena maggiorenne, afflitta da una strana forma di cannibalismo. Ispirato all’omonimo romanzo di Camille DeAngelis, il film è una storia d’amore impossibile tra due giovani afflitti dalla stessa malattia che Guadagnino tratta con grande delicatezza e buon gusto. “Athena” è un prodigioso esercizio di stile sul dramma della violenza suburbana, che prende il sopravvento nei quartieri poveri ed emarginati delle grandi città europee, in particolare in Francia, dove si confrontano non solo ricchi e poveri, ma anche musulmani e cristiani.
In un cocktail di intolleranza che potrebbe portare alla fine alla guerra civile. Protagonista del film è una famiglia di cinque fratelli iscritti a diversi gruppi contrapposti  tra loro.
Durante tutto il film, allo spettatore non viene concesso respiro. Una sequenza crescente di tensione, con cui si mostra, telecamera sulla spalla e primi piani sui protagonisti, una guerra senza tregua. Il rapporto coniugale il creatore di “Ana Karenina” e “Guerra e pace” e sua moglie Sofía è descritto in un monologo di poco più di un’ora dell’attrice francese Nathalie Boutefeu, che segna, per così dire, il debutto nella finzione di un eminente regista di documentari come Wiseman.
A causa di una “sfortuna” nella sua vita quando è rimasto intrappolato a Parigi per la pandemia, Wiseman ha deciso di rimanere in Francia ed è stato
costretto dalle circostanze a utilizzare una squadra di sei persone e un’unica attrice a girare questo film di 63 minuti, in 23 giorni in un giardino vicino al suo domicilio forzato.
Quando gli Stati Uniti sono diventati l’unica potenza nucleare del mondo nel 1945 gran parte del mondo temeva che ciò avrebbe incoraggiato a una volontà di potere imperiale per conto di quel governo. E questo ha motivato molti comunisti in buona fede di trasmettere informazioni all’Unione Sovietica per promuovere un equilibrio di forze.
A parte il famoso caso dei Rosenberg, condannati alla sedia elettrica, c’erano molte altre di queste spie “ben intenzionate” rimaste nell’ombra, sfuggite alla dura repressione.
Uno di loro era Ted Hall che all’età di 19 anni faceva parte del gruppo di ingegneri fisici che hanno collaborato al progetto della fabbricazione della bomba atomica.
Steve James ha usato un’intervista a Ted Hall di sua moglie, fatta prima di morire di cancro nel 1991 per mostrare un intero gruppo di persone, che ognuno al meglio delle sue capacità, ha contribuito al fatto di prevenire un cataclisma globale favorendo durante la guerra fredda ad un equilibrio nucleare tra i due grandi Paesi.
Antonio M. Castaldo

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