In scena dal 13 al 20 settembre 2022 al “Teatro Ebe Stignani” di Imola
Concita De Gregorio, scrittrice, giornalista, editorialista di Repubblica, conduttrice di programmi televisivi porta in scena il testo di cui è anche autrice. Un’ ultima cosa. Cinque inventive, sette donne e un funerale è una produzione Teatri di Bari – Rodrigo. La trama tutta al femminile mette a fuoco le personalità di cinque donne che per l’ultima volta nella loro vita parlano di loro stesse. Le figure femminili sono: Dora Maar, Amelia Rosselli, Carol Rama, Maria Lai e Lisetta Carmi. Sul palco Concita De Gregorio è affiancata dalla cantautrice Erica Mou. La cantante pugliese fa da controcanto al racconto. La sua voce limpida esalta le sue non comuni doti canore. I suoi canti e le sue antiche ninne nanne esaltano la narrazione.
Concita De Gregorio dice:
“Mi sono appassionata alle parole e alle opere di alcune figure luminose del Novecento. Donne spesso rimaste in ombra o all’ombra di qualcuno. Ho studiato il loro lessico sino a “sentire” la loro voce, quasi che le avessi di fronte e potessi parlare con loro. Ho avuto infine desiderio di rendere loro giustizia. Attraverso la scrittura, naturalmente, non conosco altro modo. Un testo scritto per il teatro che qui si propone in una sorta di prima lettura, prima di consegnarlo a chi vorrà incarnarlo: una ‘interpretazione d’autore’. La galleria delle orazioni si apre con quella di Dora Maar, la donna che piange dei quadri di Picasso, che mi accompagna sin da bambina. Poi sono venute Amelia Rosselli, poeta della mia adolescenza. Carol Rama e la sua ossessione artistica per il sesso motore di vita, l’anticonformista che mi ha accompagnata nella giovane età adulta. Maria Lai che ha ricamato libri e tenuto insieme, coi suoi fili dorati, persone, paesi e montagne: la maturità. Infine, Lisetta Carmi, che: unica vivente mi ha aperto le porte di casa sua e reso privilegio della sua compagnia, delle sue parole, della sua saggezza. A queste cinque donne è dedicata un’orazione funebre, immaginando che siano loro stesse a parlare ai propri funerali per raccontare chi sono e chi sono sempre state. Invettive, perché le parole e le intenzioni sono veementi e risarcitorie. Ho usato per comporre i testi soltanto le loro parole, parole che hanno effettivamente pronunciato o scritto in vita e in qualche raro caso parole che altri, chi le ha amate o odiate, hanno scritto di loro. La drammaturgia è stato un lavoro di montaggio che dà vita a cinque quadri in successione: le donne prendono parola in scena, a teatro, subito prima di uscire di scena, nella vita. Come se un momento prima di sparire potessero voltarsi verso il pubblico: “Ah. Resta un’ultima cosa da dire”. Ho chiesto a Erica Mou, una voce magnifica al servizio di una scrittura pura, di dare vita sul palco a un’anima infantile e arcaica insieme: i suoi canti popolari, le sue ninne nanne fanno da controcanto e accompagnano le ultime parole di queste cinque donne con le prime che una bambina sente quando viene al mondo.”
Vincent Longuemare con grande maestria cura lo spazio scenico. I suoi giochi luminosi si plasmano con la forza attoriale di Concita De Gregorio. I quadri di luce di Longuemare esaltano i canti arcaici di Erica Mou. Lo spettacolo diretto da Teresa Lodovico emoziona ed incanta.
Giuliano Angeletti
“Un’ultima cosa. Cinque invettive, sette donne e un funerale”
Produzione: Teatri di Bari – Rodrigo
Autore: Concita De Gregorio
Regista: Teresa Ludovico
Scene: Vincent Longuemare
Luci: Vincent Longuemare
Attori: Concita De Gregorio musica live Erica Mou
durata 60 minuti