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LA FOLKLORISTICA MUSICALITA’ IDIOMATICA DELLA NOSTRA PENISOLA AI “SERVI”

Data:

25 OTTOBRE – 06 NOVEMBRE 2022, Teatro de’ Servi di Roma

Come ben si sa, le nostre 20 regioni hanno ciascuna una propria tempra di velocità ritmica , civiltà di tradizioni e costumi, rivelata nei suoni, nel tipico linguaggio vernacolare e motti di spirito che concorrono a far sentire la bellezza del linguaggio allusivo e scanzonato dei singoli autori. Quest’ultimi sono rievocati con briosa scansione metropolitana e regionale da un cantastorie con la sua chitarra e dalla giovane Maria, che palesa una straordinaria voce e desidera affermare il suo talento. Noi tutto ciò lo veniamo a sapere con un virtuoso florilegio di motivi canori differenti dello stivale che, partendo da Palermo, i due ci fanno ascoltare rivisitando in “flash back” la loro avventura permessa dai soldi che la fanciulla ha sottratto al padre dall’arcigno temperamento. Il racconto si dipana organicamente come una matassa intricata, dispiegandosi su se stesso, ad iniziare con vitale slancio dinamico retroattivo da quando i due stanno per troncare disperati le loro esistenze, giacché hanno avuto una delusione musicale nel loro sogno americano a New York e per giunta hanno pure litigato sentimentalmente. Maria sta per lanciarsi dal ponte della nave che solca l’Oceano, mentre Tonino ha scelto di farla finita impiccandosi con un cappio di corda che, tuttavia, si rivela troppo corto. Ecco che si danno la colpa reciprocamente del loro fallimento artistico e quindi nella cabina della barca si riconciliano, facendoci gustare sonoramente due ore di belle canzoni espressione delle tradizioni e culture delle regioni attraversate nella risalita dello stivale, con un’ottima interpretazione linguistica delle differenti parlate delle terre attraversate con il loro dispiegamento amministrativo e perimetro geofisico. Sono degli artisti di strada del secondo dopoguerra che aspirano a coltivare illusioni di successo negli anni cinquanta e congiungono l’abilità nel pizzicare la chitarra di lui con la dolcezza ed armonia espressiva del canto di lei, costituendo insieme un ottimo sodalizio artistico apprezzato dal pubblico della prima al teatro dei Servi. Insomma è un viaggio per l’Italia  poliedrica culturalmente, ma anche all’interno di loro stessi, alla scoperta della propria indole , dei sentimenti e di ciò che vogliono dalla vita. Ascoltiamo delle meravigliose melodie romantiche, mirabili tarantolate pugliesi, cammei fonetici partenopei e stornellate romane, allegre composizioni settentrionali con il mondo della mala e delle fabbriche, delle risaie della pianura padana, fino alla splendida esibizione nel cabaret della “ mela “ statunitense con lo scintillante abito verde di lei come “star” e soubrette alla Liza Minnelli. La commedia melò e deliziosamente ricca di celebri note e repertori canori, allegri scontri sarcastici ed umoristicamente velenosi, brilla nel luminoso firmamento conclusivo degli astri celesti, con lei che gioca con il tamburello colpendolo nel fondoschiena. L’idea originale si deve al vulcanico estro mentale dei due stupendi interpreti,  legati da una perfetta intesa di coppia, che avevamo visto quest’estate ai Giardini della Filarmonica Romana per la rassegna “I Solisti de Teatro” e che sono Agnese Fallongo e Tiziano Caputo, magistralmente valorizzati artisticamente dalla sobria e didascalica regia psicologica di Raffaele Latagliata. Il lavoro sarà replicato ai Servi di Largo Chigi fino al 6 novembre per chi desidera giudiziosamente per una serata trastullarsi tra amore e canzoni di un’Italia amabile per la sua patriottica identità nazionale ella somma delle diverse estrazioni etniche.

Giancarlo Lungarini.

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