Gocce di malinconia
Piove. Ed è una pioggia obsoleta e spenta
che cade senza entusiasmo ma non allenta.
Sembra una litania senza convinzione alcuna
detta per penitenza o magari per afflizione .
E’ come un ricordare di tanto tempo fa
che ha lasciato solo cicatrici sparse :
non fanno più male ma segnano la pelle
e sono costrizione a non dimenticare.
Si posa sulle ciglia la stanchezza di notti
a cercare il sole mattutino e trovare
albe senza risveglio ma solo ombrelli
sotto una pioggia che inumidisce il cuore…
nel suo richiamo al pianto lieve,
per malinconia, senza troppo rumore.
Filo d’attesa
Il filo dell’attesa è ombra sulla
parete del cuore vecchio orologio
aritmico che ha scandito le strade
della vita sul volto vòlto al telefono.
Attesa voce filo esile di connessa vita
scivola nel grigiore di chi oramai
ha nodosi rami nelle mani vuote
trame nei cieli d’eterno inverno.
Tenue soffio il respiro del cuore
vecchio saltimbanco in attesa
di essere chiamato sul palco
dismesso dell’amore solo per
essere comparsa di se stesso.
Ma resta il silenzio unica
partitura da orchestrare nel
tempo immobile del disamore.
Ci sono persone
Rimangono negli annali del tempo
lassù sullo scaffale alto del cuore
un volto, una voce, un’abitudine …
Ci sono persone che non ci lasciano
mai davvero e continuano a
colmare la misura mai sazia dell’amore
di sorrisi, parole, gesti comuni.
Si annidano negli spazi irrisolti dei
sentimenti e percorrono il dedalo
dei pensieri per affacciarsi nel
cammino dei giorni e viverci insieme.
Il tempo della memoria le trattiene
negli oggetti , nelle stanze d’aria e pareti,
nella luce pavida dell’alba , nell’ombra
della notte e tu le vedi nelle tue mani,
nei tuoi passi, nella tua voce che
dentro le chiama per nome.
E’ questo un colloquio d’amore
che non ha bisogno di parole.