Teatro Lirico Giorgio Gaber di Milano. Fino al 6 Novembre 2022
Dopo vent’anni di restauro, finalmente, il Teatro Lirico di Milano, uno dei teatri più antichi della città, torna agli antichi splendori. Aperto nel 1717 come Teatro Regio Ducale, è stato chiuso nel 1999, e, con i soliti tempi all’italiana, riaperto da poco ed intitolato al grande Giorgio Gaber.
Ad onorarne la storia, grazie anche ad un palco molto grande, ecco l’ormai mitico gruppo STOMP. Nel 1991 a Brighton, in Gran Bretagna, Luke Cresswell e Steve McNicholas fondano la compagna che riunisce percussionisti, ballerini ed attori; il debutto avviene nello stesso anno al Fringe Festival di Edimburgo. La loro caratteristica principale, che li rende unici nel suo genere, è non solo farsi la propria musica da soli, ma usando solo oggetti di uso quotidiano: bidoni della spazzatura, scope, pentole, cerchi di automobili, tubi per gli scarichi idraulici, boccioni dell’acqua, latte di vernice, scatole di fiammiferi, valigie, coperchi vari, carrelli del supermercato, addirittura lavelli.
Perché STOMP? Nel jazz o nella musica popolare, si definisce così una melodia od una canzone con un ritmo veloce e un beat pesante; nella danza, una tipologia vivace eseguita per la musica popolare, che abbia un notevole pestare di piedi. E qui abbiamo entrambi.
Dal 1991 al 1994 gli STOMP fanno la loro prima tournée internazionale toccando, fra le altre, Hong Kong, Barcellona, New York, Atene, Dublino e Sydney. Sempre nel 1994 vincono il Premio Laurence Olivier per la migliore coreografia teatrale. Una parte del gruppo è in scena in pianta stabile a New York ormai da anni: hanno toccato la replica N. 10.000 nel 2017.
Otto performers in scena a Milano, sei ragazzi e due ragazze, che per quasi due ore non si fermano un attimo, suonando qualsiasi cosa: la difficoltà è principalmente di coordinazione fra loro, anche perché spesso suonano oggetti diversi con, conseguentemente, suoni diversi. Allo stesso tempo danzano o, comunque, si muovono coordinando movimenti del corpo, molti basati da passi di tip-tap o, vista la provenienza, danza irlandese, che ne è l’antenata. Vestiti alla come capita, con l’aria da scappati di casa, immancabili i loro caratteristici scarponi, tutto sembrano fuorché danzatori o musicisti; alcuni anche con delle fisicità importanti, non facilissime da muovere. Il tutto dalle menti incredibili di Luke Cresswell e Steve McNicholas, che continuano a lavorare aggiungendo pezzi nuovi ogni volta. I ragazzi sono incredibili non solo per il livello tecnico ed il putiferio che riescono a tirare in piedi, tanto che a volte non si sa chi guardare o chi seguire, ma perché è evidente che si divertono loro per primi: comunicano molto con il pubblico, sia coinvolgendolo in momenti di percussioni, che con piccoli momenti recitati, pur senza dire una parola, con simpatica comicità.
Meglio non invitarne nessuno a cena: arriverebbero e suonerebbero qualsiasi cosa trovassero in casa! Da vedere, sempre e comunque, perché ogni volta è diverso.
Chiara Pedretti