I mondi della scrittura sono vasti e multiformi, variegati forse più di un continente. Oggi nel nostro salotto virtuale ho un ospite davvero molto interessante… Gianni Bortolaso autore del libro “Un accordo stonato”.
Notizie sull’autore…
Gianni Bortolaso. Classe 1974. Nato e cresciuto nel cuore del nord-est Veneto, paragonato alla periferia di Los Angeles, dove i paeselli si confondono con le zone industriali e commerciali proliferate negli ultimi anni. Istituto Alberghiero di formazione, poi imprenditore e commerciante per eredità familiare, non ha mai disdegnato la vocazione artistica. Con sempre un progetto aperto dove sbattere la testa e i propri sogni, non vuole definirsi scrittore: «Non scherziamo. Se proprio volete darmi una definizione, chiamatemi contastorie».
Descrizione, in breve, del libro.
Il web è un contenitore immenso e oscuro. Quante cose ci possiamo trovare dentro? E quante, invece, negli abissi insondabili del dark web? Nemmeno Miky, fannullone ed esperto di informatica, poteva saperlo prima di imbattersi in un’app misteriosa: «per realizzare qualsiasi tuo desiderio» recitava l’annuncio. Insieme agli amici Rosy e Mauro, e al gatto Spred, affronterà quello che solo alla fine scoprirà essere uno stravagante e diabolico accordo.
Dettagli
Titolo: “Un accordo stonato”.
Autore: Gianni Bortolaso.
Editore: Argentodorato.
Anno edizione: 2022.
In commercio dal: 28 marzo 2022.
Pagine: 200.
Tipo: brossura.
EAN: 9791280273147.
Prezzo: 14 euro.
Copertina: flessibile a colori.
Editing: Giulio Zambon.
Progetto grafico: Silvia Ungaro.
Immagine di copertina: Corradino Janigro.
Dove poter acquistare il libro online
Un accordo stonato – Gianni Bortolaso – Libro – Mondadori Store
Un accordo stonato | Gianni Bortolaso | Argentodorato Editore (unilibro.it)
https://www.ibs.it/accordo-stonato-libro-gianni-bortolaso/e/9791280273147
La promotrice culturale è Sheyla Bobba della SBS Comunicazione.
Ilaria Solazzo, giornalista e blogger, ha intervistato, per noi di “Corriere dello spettacolo” lo scrittore Gianni Bortolaso.
Ilaria – Da dove nasce la passione per la scrittura?
Gianni – Da quando ho memoria ho sempre avuto un progetto aperto, e qualsiasi progetto passa prima per la scrittura. Il primo degno di nota, che mi sono trascinato per anni, è stato un libro game, dove i paragrafi numerati corrispondono alle scelte del lettore per la costruzione della sua trama. Nato per essere trascritto in un ipotetico e arcaico videogioco –parliamo degli anni ottanta e del mitologico commodore 64- mi trovai anni dopo a riprenderlo in mano e nel tentativo di rimpolparlo imparai l’importanza della descrizione, soprattutto ambientale. Ricordo che non era raro trovarmi di fronte a paragrafi del tipo: arrivi a un bivio, vai a destra o a sinistra? (…) Ciò che mi mancava però era l’organizzazione, e finii per mischiare i riferimenti dei millemila paragrafi dei due manoscritti. Lo vissi come un aborto, con tutto il rispetto per chi vive realmente una situazione del genere, ma non fu l’unico. Un successivo progetto, questa volta di stampo classico, lo persi per via dei personaggi, che presero strade impreviste. Sembra strano da dire, ma se si lasciano “liberi” di agire finisce che prendono il sopravvento, compromettendo la gestione della storia. Lì ho imparato a darmi degli step, dei punti di trama a cui devo arrivare e dove i miei personaggi devono arrivare, senza però forzare la loro natura: Potrebbero metterci dieci pagine, come cento: questo non lo so ancora quantificare.
Ilaria – Per scrivere Un accordo stonato hai dovuto navigare e studiare il dark web? Che tipo di ricerche hai fatto? Raccontaci…
Gianni – Partirei da un concetto fondamentale il dark web è la base su cui si fonda internet. Non è un contenitore separato, dove immettersi, semmai è il contrario: il web in chiaro è una sovrastruttura, uno spazio limitato dove vengono applicate determinate regole, tutto il resto è dark web. In fondo serve solo un indirizzo e uno strumento con cui poter interagire. Avendo vissuto il periodo in cui il web è nato e si è sviluppato mi risulta piuttosto normale approcciarmi in questo modo. Debellarlo o pensare di poterlo controllare è semplicemente un’utopia, perché l’unico modo sarebbe quello di smantellare la rete. Come in una guerra, e di fatto le è, a nuove misure di controllo e restrizione corrisponde una risposta atta a vanificarle. Altra cosa è riuscire a usufruire dei suoi contenuti. Ci si connette tramite un apposito browser, di facile reperibilità come potrebbe essere il crome di google, ma navigare al suo interno necessita una certa dimestichezza con le ricerche e –credo- di contatti con gruppi specifici reperibili in altre piattaforme: tipicamente reddit o telegram, ma anche in quelli più convenzionali, considerati in qualche modo “istituzionali”. Più che in questo ambito però la mia ricerca si è svolta sul motore che tiene in piedi il suo mercato, il bitcoin. Senza di esso infatti molte transazioni non sarebbero possibili. Era da tempo che cercavo di capire su che basi si potesse fondare una valuta virtuale, volatile e in tutti i sensi intangibile. La svolta è stata nell’approfondire il ruolo dei “miner”, di fatto le formichine operaie che tengono in piedi l’intero sistema. È solo attraverso i loro archivi infatti che la valuta può considerarsi affidabile, in quanto condividono in P2P i registri blockchain –come avviene per i file torrent o il vecchio eMule- dove sono certificati i singoli bitcoin, nonché tutte le transazioni effettuate, rendendola paradossalmente la valuta più tracciata fra quelle esistenti. È proprio per garantire questo aspetto di tracciabilità che il sistema diventa sempre più energivoro dato che nel codice viene preservato lo storico non solo dell’ultima transazione, ma anche di tutte le precedenti. Sulla base di questo fattore si ipotizza che nell’immediato futuro potrebbe aprirsi una sorta di fenomeno di collezionismo per quei bitcoin utilizzati per l’acquisto di beni specifici destinati a passare alla storia. L’esempio testuale che avevo trovato, e spero rimarrà ipotetico, faceva riferimento all’acquisto di una bomba nucleare utilizzata per un attacco di matrice terroristica. Il bitcoin che ha reso possibile ciò aumenterebbe esponenzialmente di valore. Da qui si capisce che il problema non sta tanto nel dark web, ma come per tutti gli strumenti, da come e da chi viene utilizzato.
Ilaria – I personaggi del libro si ispirano a persone reali o sono frutto della tua fantasia? E il protagonista sei tu?
Gianni – Credo sia inevitabile prendere riferimenti da persone che si conoscono. Tipicamente i miei personaggi nascono con un volto a me familiare, ma mutano ben presto nell’aspetto, assumendo caratteristiche proprie. Infatti, soprattutto all’inizio, raramente li descrivo fisicamente, la trovo un’operazione superflua, se non dannosa per la narrazione, a meno che non abbia qualche attinenza diretta con la storia. Altrettanto inevitabile è attingere da se stessi, anzi se guardo bene ogni personaggio riflette una parte di me, sia esso buono o cattivo, maschio o femmina. In essi ho l’opportunità di riversare i non detti della vita, le aspirazioni soffocate, i pensieri e le recriminazioni più drastiche e violente; ma non è sempre per forza così, talvolta è la loro psicologia che mi spinge, tramite l’immedesimazione, a pensieri che non mi appartengono e non mi sono mai appartenuti. Detto questo, come nella migliore dialettica politica attuale, no, non sono il protagonista. Se dovessi scegliere direi che mi rifletto maggiormente nell’amico del protagonista, Mauro, un po’ defilato, ma presente nei momenti importanti, una testa calda, in perenne conflitto fra le cose che vorrebbe fare e quelle che invece devono essere fatte anche se vanno contro il suo immediato interesse: perché prima o poi le scelte giuste girano sempre a proprio favore. Ma non leggetelo come opportunismo: i vantaggi il più delle volte si limitano nel dormire bene la notte, e non è cosa da poco.
Ilaria – Hai scritto il libro ispirandoti ad un concorso indetto dalla Casa Editrice, ma credi che lo avresti scritto anche senza l’incipit dell’Editore?
Gianni – No. È stato fondamentale. Dopo aver visto il bando del concorso, che devo ammetterlo mi aveva decisamente stuzzicato, ho passato una settimana ad arrovellarmi e capire se potevo avere la storia giusta con cui partecipare. Mi iscrissi all’ultimo giorno utile, e il tempo da lì in poi è stato sempre risicato. Possedevo però una serie di argomenti di cui volevo scrivere da tempo. Ecco, la storia in sé non sarebbe mai emersa senza quell’incipit, ma alcuni degli argomenti trattati, fra cui il dark web, l’eccessivo liberismo del mercato, la tendenza iper-egoica che il nostro modello sociale va proponendo, quelli sì prima o poi li avrei riversati da qualche parte, si trattava di trovare il contenitore giusto, e quel bando si è rivelato essere tale.
Ilaria – Chi credi dovrebbe leggere il tuo libro?
Gianni – Tutti si può dire? –risatina- Tutti coloro convinti che l’unica e incontrovertibile direzione da intraprendere sia il completo sdoganamento del mercato, quale entità massima capace addirittura di auto regolarsi. È ciò a cui stiamo andando incontro. Ma anche chi vuole cinicamente divertirsi e confrontarsi con personaggi inusuali, o come si è espressa una mia amica, con cui non vorrebbe avere niente a che fare, e sottolinea, con nessuno di loro – n.b. affermazione edulcorata dall’autore – ma che non sono tanto diversi da coloro che incrociamo tutti i giorni, o che loro si trovano ad incrociare quando si imbattono casualmente in noi.
Ilaria – Usando un solo aggettivo come si può definire il tuo progetto editoriale?
Gianni – Scanzonato.
Ilaria – Se tu potessi pranzare con il tuo scrittore preferito cosa gli domanderesti?
Gianni – Signor King, come ha fatto a essere così produttivo nei suoi anni migliori? Una media di trenta, quaranta pagine al giorno, già corrette e pronte per andare in stampa. Mi assume come ghost writer? Saprò essere discreto. Scherzo, grazie per avermi proiettato in universi tanto improbabili e irreali, ma così vividi e in molti aspetti concreti.
Ilaria – Hai nuovi progetti? Stai scrivendo un nuovo romanzo?
Gianni – Non in senso stretto, ho in mente una traccia e sto accumulando argomenti. Quando verrà il momento sarà inevitabile buttarlo giù, farlo ora non porterebbe grandi risultati. Quando è il momento lo senti, poi sei in corsa, è come un cambiamento di stato che offusca tutto il resto.
Ilaria – Se dico Casa Sanremo Writer 2023, cosa rispondi?
Gianni – Una grande opportunità, del tutto inattesa, neppure fantasticata. Spero di essere all’altezza, sia per l’evento in sé che per le persone che assieme a me hanno lavorato per un simile risultato.
“Il male è che otto miliardi di persone ogni mattina si svegliano e per il resto della loro disgraziata giornata devono per forza fare qualcosa, anche le cose più inutili”, dal libro di G. Bortolaso.
Un accordo stonato – Argentodorato Editore