Intervista di Ilaria Solazzo, giornalista pubblicista e blogger, allo scrittore Piero Faltoni.
INTERVISTA
D – Quando è giunto in te il desiderio di scrivere questo libro dedicato a Cruijff ?
R – Una decina d’anni fa: sono un po’ lento nella realizzazione dei miei desideri.
D – 1983/84 un periodo d’oro per il calciatore. Raccontaci…
R – Un periodo d’oro scaturito da un periodo nero. Era appena stato congedato malamente dall’Ajax, che lo considerava ormai troppo vecchio, ingombrante e costoso. Seppe trasformare una cocente batosta in una brillante vittoria. La prova che nella vita non bisogna mai perdersi d’animo.
D – Tanti i nomi prestigiosi presenti nelle tue 112 pagine. Quale, a tuo avviso, quello più importante per raggiungere gli obiettivi che si era posto Cruijff?
R – Direi Ruud Gullit, che, da giovane uomo intelligente e ambizioso, capì che aveva tutto da guadagnare seguendo le indicazioni di Johan, che lo voleva all’ala destra. L’intesa in campo tra il vecchio campione e la nuova stella del calcio olandese fu una delle chiavi dei successi del Feyenoord in quella stagione. Nel 1984-85, pensionatosi Cruijff e con Gullit infortunato per metà annata, il club di Rotterdam tornò ad essere una squadra “normale”.
D – L’ultima giravolta ha segnato un’epoca. Se tu dovessi riassumerla in un aggettivo, quale sarebbe?
R- Stupefacente.
D – Un libro, il tuo, che colpisce per la trasparenza con cui vengono riportati i fatti. Quanto tempo hai impiegato per realizzarlo? Sei soddisfatto del lavoro ultimato?
R – Un mese per scriverlo, due mesi per rivederlo, trentasette anni, da Monaco ’74, per pensarlo. Sì, posso ritenermi soddisfatto.
D – A pag. 65 riporti una frase di André Stafleu “Cruijff ha sistematicamente demolito Pierre Vermeulen”. Quale, a tuo avviso, il pregio e il difetto di Cruijff?
R – Era convinto, a ragione, di essere il migliore. E di capire di calcio più di chiunque altro, anche qui a ragione, sempre a mio avviso (se escludo Nils Liedholm). Queste due convinzioni erano il suo maggior pregio e, insieme, il suo maggior difetto, che gli impedì di cogliere alcune vittorie quando le aveva praticamente in pugno.
D – In copertina si nota un uomo sicuro di sé che ha asfaltato con i suoi piedi da Re tantissimi avversari. Un fuoriclasse olandese che ha cambiato le sue sorti. Per te chi era e chi è Cruijff?
R – Direi chi è perché, come disse lui una volta, scherzando, ma non troppo, «In fondo, credo di essere immortale». Johan Cruijff era, è, un genio. O un visionario pazzo. Che spesso sono due aspetti della stessa realtà.
D – I lettori come hanno accolto questo tuo lavoro editoriale?
R – Mi dicono che si legge in tre ore, tutto d’un fiato. Bene, è quello che mi riprometto quando scrivo: catturare l’attenzione di chi legge. Fino alla fine.
D – Quali i tuoi progetti futuri?
R – Ho molti libri nel cassetto. Da leggere. Quando li avrò letti tutti, mi metterò alla ricerca di una storia da raccontare. Una storia che sia interessante per chi dovrebbe affrontare la fatica di leggerla, più che per me che dovrei scriverla. Vorrei evitare di scrivermi addosso, una peculiarità che riscontro di frequente, anche nei cosiddetti autori di best-seller.
D – Ti chiedo di salutarci con un estratto del libro a cui sei particolarmente affezionato.
R – L’inizio: «Il miglior giocatore del mondo può finalmente fumarsi una sigaretta in santa pace. Anche se da tempo non è più il miglior giocatore del mondo». Due righe e mezza di ispirazione che hanno dato il via alle successive cento pagine di traspirazione.
BREVE RECENSIONE
Lo scrittore Faltoni si è occupato per trent’anni di comunicazione ed ufficio stampa presso una grande azienda di Roma. Tra il 2017 e il 2022 ha scritto di sport su huffingpost.it. “Boninsegna. Il centravanti” (Edizioni Eraclea, 2021) è stato il suo primo libro. Ci si augura che questo attuale sia il secondo di una lunghissima serie di altri progetti editoriali sfiziosi. L’autore di “Cruijff Turn, l’ultima giravolta” è riuscito a dare voce ad un libro molto interessante, poiché ha saputo raccontare con maestria i capitoli che hanno segnato la favolosa parabola del fuoriclasse olandese. Una storia questa di Cruijff molto articolata, nella quale ci si concentra maggiormente su alcuni punti salienti che ne hanno caratterizzato la lunga e complessa carriera. In particolar modo, viene messa in luce dal Faltoni l’estate del 1983, quando Cruijff a 36 anni, messo alla porta dal club che lo aveva reso grande, decise di passare al “nemico”… sorvolando così le trincee di una rivalità storicamente nota a tutti. Inizialmente il calciatore ebbe tutti contro, compresi i suoi ex tifosi, che mai gli perdonarono il tradimento. Ad ogni modo proprio sulle soglie della pensione, volle dimostrare a tutti di essere il “Re del calcio”, tanto da mettere a segno il suo ultimo capolavoro definito, appunto, “L’ultima giravolta”. Faltoni, grande appassionato di sport e di calcio, in particolare… spinto dall’immensa passione per la scrittura e lo sport dà vita a queste pagine “preziose” che riportano l’ultima rotta calcistica di Cruijff. Il primo capitolo viene focalizzato su una celebre citazione di Anton Harmsen, il quale disse: “Abbiamo vinto anche quando tu eri infortunato”, sette parole che sembrarono una sentenza. Nel terzo capitolo, lo scrittore, alterna date, partite, compagni di squadra e colleghi di club del Cruijff, come a volerci offrire l’opportunità di rivivere per magia quegli anni tanto cari a molti di noi. Si fa cenno anche all’ infanzia povera del calciatore e si ipotizza che questa sua forza sia uscita fuori proprio per combattere la condizione sfavorevole iniziale da cui era partito. La povertà porterà il Cruijff a voler raggiungere le mete più alte nella sfera professionale mondiale. Da uomo libero ed amante della libertà, Cruijff in campo non si è mai accontentato di giocare a pallone, ma ha voluto anche ‘fare’ da allenatore. Per lui, l’Olandese volante, la creatività è sempre andata a braccetto con la disciplina. Genio e regolatezza sono stati sempre vivi in lui. La sua filosofia semplice e disarmante la si può riassumere in due frasi memorabili: “Il calcio è un gioco di errori. Vince chi sbaglia di meno”. Alla quale aggiunse “Non bisogna correre troppo, l’importante è essere nel posto giusto al momento giusto, né troppo presto né troppo tardi”. Apprezzabile, a mio parere, la scelta dello scrittore, di aver voluto inserire delle foto che lo ritraessero in azione sul campo verde con i suoi “amici di palla”. Lo Stile e la Leggerezza hanno colorato ogni giornata in campo di Cruijff. Qualità apprezzate anche dal celebre ballerino Rudolf Nureyev. Tra i suoi ammiratori si annovera anche l’italiano Mario Frustalupi che ebbe il privilegio di vederlo all’opera da vicino, come racconta Piero Faltoni a pag. 89. Cruijff, il “Papero d’oro” (per i piedi piatti), dietro quell’aria da tenebroso nascondeva il dolore di una infanzia e adolescenza piena di disagi. Il fatto che abbia voluto mantenere fede alla promessa fatta allo “zio” Henk per onorarne la memoria chiude in bellezza la sua carriera. Trovò le forze e le energie impensabili per un 37enne logorato da vent’anni di calcio professionistico per sfoderare il meglio di sé. La sua non era voglia di vendetta, come tanti scrissero, bensì di rivalsa. Non aveva mai dimenticato il suo passato grigio segnato da disgrazie e non aveva mai neanche dimenticato di essere grato a colori che si presero cura di lui e della sua famiglia nel momento di maggiore difficoltà. Al mondo calcistico manca la sua vena d’intelligente polemica, il suo sguardo vispo di scugnizzo olandese dentro gli occhi chiari. Manca a tutti coloro che amano lo sport e la libertà di pensiero. Cruijff, uno dei calciatori più famosi e più quotati di sempre. Il primo non sudamericano ad apparire nelle classifiche dei migliori, subito dopo Pelé e Maradona. Con la morte di Cruijff è morta l’idea di calcio romantico e rivoluzionario. L’Avvocato Agnelli stravedeva per lui, ma il blocco delle frontiere ai calciatori stranieri gli impedì di tesserarlo. Uno dei suoi soprannomi era “il profeta del gol”. Era elegante e velocissimo – il “Pelé bianco”, come lo chiamava Brera – semplice nelle giocate e corretto. E con il pallone Johan pensò di riscattare la vita dei bisognosi e dei giovani con disabilità. Con la sua Johan Cruyff Foundation l’ex ragazzo di strada realizzò quasi 200 campetti (i Cruyff Courts) in 20 paesi diversi, dove ogni giorno giocano, secondo i suoi calcoli, circa 65.000 bambini. Un modo, il suo modo, per restituire al mondo parte della grande fortuna ricevuta (“Se puoi fare qualcosa per qualcun altro, dovresti farlo”, amava ripetere). Il libro scritto da Piero Faltoni per Edizioni Eraclea in vendita in tutte le librerie italiane a 12,50 euro è un piccolo gioiellino da tenere in libreria. Consigliatissimo.
Descrizione, in breve, del libro.
Johan Cruijff al Feyenoord: il capitolo meno raccontato nella favolosa parabola del fuoriclasse olandese. Una storia che nacque per dispetto, quando l’Ajax, nel quale era tornato dopo il lungo periodo blaugrana e un triennio nel soccer Usa, gli diede bruscamente il benservito: «Possiamo vincere anche senza di te». Era l’estate del 1983: a 36 anni, messo alla porta dal club che aveva fatto grande, Cruijff decise di passare clamorosamente al “nemico”, sorvolando le trincee di una rivalità storica. Inizialmente ebbe tutti contro: i suoi ex tifosi non gli perdonarono il “tradimento”, quelli del Feyenoord lo contestarono duramente. Poi si cominciò a giocare e, sulle soglie della pensione, Johan Cruijff mise in scena l’ultimo capolavoro.
Dettagli sul libro.
Autore: Piero Faltoni.
Editore: Edizioni Eraclea.
Prefazione di: Adalberto Scemma.
Progetto grafico a cura di: Lse.
Anno edizione: 2022.
In commercio dal: 11 ottobre 2022.
Pagine: 118.
Tipo: brossura.
Copertina: flessibile a colori.
EAN: 9788888771908.
Prezzo: 12,50 euro.
Dove poter acquistare il libro online.
https://www.lafeltrinelli.it/cruijff-turn-ultima-giravolta-1983-libro-piero-faltoni/e/9788888771908
https://www.ibs.it/cruijff-turn-ultima-giravolta-1983-libro-piero-faltoni/e/9788888771908
https://www.mondadoristore.it/Cruijff-Turn-ultima-Piero-Faltoni/eai978888877190/
“Non sapevo nulla di calcio prima di incontrare Cruyff” – Pep Guardiola
“Se avesse voluto avrebbe potuto essere il miglior giocatore in ogni posizione del campo.” – Éric Cantona
Notizie su Johan Cruyff
Johan Cruyff (Amsterdam 1947 – Barcellona 2016) è stato un calciatore e allenatore olandese, vincitore del Pallone d’oro nel 1971, nel 1973 e nel 1974. Negli anni Settanta rivoluzionò il modo di giocare a calcio diventando il principale esponente del “calcio totale”, un tipo di gioco in cui non ci sono posizioni fisse e calciatore può, di volta in volta, giocare in diverse parti del campo. Questo gli permise di sfruttare tutte le sue principali qualità, in particolare la velocità e la bravura nel dribbling. Famoso è il “Cruijff turn“, un particolare modo per saltare l’avversario e di cui si iniziò a parlare durante i Mondiale del 1974; Dave Miller lo soprannominò “Pitagora in scarpe da calcio“. Allenò l’Ajax e il Barcellona, con le quali aveva giocato durante la carriera da calciatore. Nel 1999 è stato eletto dall’IFFHS (la Federazione Internazionale di Storia e Statistica del Calcio) al secondo posto nella classifica dei migliori calciatori del XX secolo, dietro a Pelé. È stato anche dirigente dell’Ajax, presidente del Barcellona e dirigente del Chivas Guadalajara, squadra del campionato messicano.