Roma, Teatro Lo Spazio, dal 15 al 18 dicembre 2022.
Poche volte come in questo caso, vincere la tentazione del divano mentre imperversa il temporale e testardamente avviarsi verso un teatro, è risultata la scelta migliore. Al Teatro Lo Spazio ho potuto godere di uno spettacolo delizioso, La Signorina Papillon (nel paese dei brutti sogni), scritto dalla felice penna di Stefano Benni e messo in scena da quattro attori che negli anni ho potuto ammirare diverse volte e mai hanno tradito le attese. Le regie di Piero Di Blasio sono una garanzia e in questo spettacolo torna sul palcoscenico, felicemente direi, dirigendo un cast eccellente che dà vita ad un piccolo gioiello clamorosamente divertente, curato, elegante, ironico, ricco di colori. Un’esplosione di intelligente leggerezza, con interpretazioni esilaranti, perfettamente calibrate, in grande armonia tra loro. Valeria Monetti è Rose, la signorina Papillon, sognatrice, ingenua, che vive isolata nel suo giardino tra rose e farfalle, lontana dal clamore di Parigi (molto bella e semplice anche la scenografia) e vengono a farle visita via via il losco Armand (Di Blasio), massone prepotente e attaccabrighe, il poeta Millet (Mauro Conte) emblema della pseudocultura asservita al soldo e al potere e l’amica Marie Luise (Ludovica Di Donato), donna smaliziata che sa muoversi esclusivamente per interesse tra un letto e l’altro della società bene. Tutti tentano di attrarre la signorina verso la tentacolare metropoli, ma con intenti loschi che nascondono trame delittuose. Forse è tutto un sogno, oppure no, chissà.
La Signorina Papillon è una feroce ma divertentissima critica alle dinamiche sociali contemporanee, alla corruzione dell’essere umano di fronte al potere, economico e non. Il mondo obsoleto e onirico della Signorina è probabilmente l’unico modo di sfuggire a tanta sporcizia, a costo di sembrare fuori dalla realtà. Ma se il reale è quello degli altri tre personaggi, allora è meglio rifugiarsi tra rose e farfalle. Tutto questo è rappresentato da uno spettacolo dal gran ritmo, agile, in splendidi costumi, surreale e supportato dalle belle performance dei protagonisti, davvero entusiasmanti. Un raggio di sole mentre fuori diluvia, una ventata di freschezza e l’ennesima conferma del grande talento dei quattro interpreti. Si esce da teatro col sorriso stampato sul volto e con la soddisfazione di aver visto tanta qualità in poco più di un’ora, che quasi dispiace andar via.
Paolo Leone