Roma, Teatro Lo Spazio, dal 19 al 22 gennaio 2023.
E se la vita fosse una danza tra sogno e realtà sul palcoscenico dell’universo? Se qualcosa di inafferrabile, di troppo alto per noi comuni mortali, fosse l’alfa e l’omega da cui, rispettivamente, partire e a cui tornare in un ciclico flusso infinito? Se l’apparente fine fosse solo l’inizio di un viaggio verso qualcosa di altro dalle nostre presunzioni e sconosciuto? La dolcezza, la poesia, l’Arte di Lùmina, lo spettacolo in scena al Teatro Lo Spazio dal 19 al 22 gennaio, ci porta in una dimensione di così tanta tenera bellezza da far crollare minuto dopo minuto le nostre armature sciocche da adulti e da permettere di abbandonarci a quello che vediamo davanti ai nostri occhi, a quelle maschere straordinarie, le cui forme assumono vita grazie ai due bravissimi attori, nel silenzio che si fa suono, ritmo, battito vitale. Nel silenzio della parola si, perché questo è il teatro di figura, l’arte mimica, la favolosa magia delle maschere teatrali che ha secoli di storia e che qualcuno ha il coraggio di proporre in forme nuove e qualcun altro ha il coraggio di ospitare e offrire al proprio pubblico. Lorenzo Marchi e Roberta Sciortino hanno la grazia, la sensibilità, la delicatezza di chi sente propria la meraviglia di questa particolare forma espressiva e danno vita a una storia divertente e struggente, in cui i diversi personaggi che appaiono in scena sono armonicamente inseriti in quell’universo a cui accennavo all’inizio. L’anziano uomo ha la passione per la pittura, dipinge ogni notte la sua amata luna, riempiendo la casa (bellissima la scena di Debora Palmieri) di quadri monotematici. Un’ossessione la sua, che diverte, sopportata, l’amico che gli fa regolarmente visita e altri personaggi che si avvicendano in scena. E forse è proprio l’arte che lo avvicina con serenità all’ultimo passo, quando quella stessa luna gli fa visita in casa, arrivando a danzare con lui in quelli che saranno gli ultimi istanti in questa dimensione terrena e accompagnandolo nel nuovo viaggio.
Lùmina è uno spettacolo bellissimo che, con il linguaggio universale dei corpi, e con una partitura musicale che si fa respiro, coi silenzi pieni di energia emotiva, ci parla di vita e di morte con la dolcezza di una favola ed è bello in ogni aspetto. Dagli interpreti alla scena, dai costumi di Mara Gentile al disegno luci suggestivo di Fabio Pecchioli, alle maschere (ovvio) create da Lorenzo Marchi. Una compagnia giovane in tutte le sue componenti, ricca di talento, a cui dobbiamo dire grazie per averci emozionato senza dire una parola. Le hanno dette alla fine, finalmente visibili in volto e la loro professionalità e gioia ha avuto la giusta dose di entusiasti applausi. Da vedere.
Paolo Leone