Al Teatro Modena di Genova Sampierdarena, fino al 21 maggio 2023
Difficile compito recensire questa edizione genovese del capolavoro brechtiano “Madre Courage e i suoi figli”, non solo perché abbiamo ancora dopo vent’anni negli occhi e nel cuore la magistrale interpretazione di Mariangela Melato, sempre col teatro Stabile di Genova, ma anche perché il taglio registico di Elena Gigliotti non ci convince affatto.
Iniziamo però dalla eccezionale interpretazione di Simonetta Guarino, che calca il palcoscenico ininterrottamente per tre ore, con una bravura e una capacità di affabulazione veramente eccezionali. L’idea di farle usare un linguaggio simil albanese sinceramente lo trovo discutibile, ma non intacca la sua bravura. Il ruolo della protagonista, madre,ma prima di tutto trafficona di frontiera, è tagliato su misura, anche fisicamente ,per questa attrice del nostro Teatro genovese. Molto brava pure Didi Garbaccio Boginn nei panni della figlia muta. Effettivamente per un’attrice interpretare una muta non è certo facile: la parola, infatti, va sostituita colla gestualità che questa attrice ha saputo usare in modo efficace e convincente.
Ottima performance di Aleksandros Memetaj, il figlio maggiore, personaggio significativo nell’opera teatrale : il figlio “furbo”, che però finisce fucilato a causa della….pace. Fisico importante, bella voce, magnifica presenza scenica.
L’ultimo figlio, lo ” scemo”, l’anima sensibile del gruppo familiare è stato interpretato da Sebastiano Bronzato, che ha saputo dare un’anima romantica e dolce al figlio ” buono” di Madre Courage.
Ottime le interpretazioni del cuoco e del cappellano, precisamente interpretati da Aldo Ottobrino e da Alfonso Postiglione.
Da sottolineare la Yvette di Esela Pysqyli: camaleontica, capace di cambiare registro e figura in modo straordinario.
Tornando alla regia, capiamo che non è facile, nel 2023, riprendere un testo di tale grandezza drammaturgica ed è corretto trarne una versione più aggiornata, ma sinceramente troviamo troppo esagerata l’idea di connotare il linguaggio con cadenze dialettali regionali o straniere un testo scritto in tedesco e tradotto ovviamente in lingua italiana. A volte ,ad esempio con l ‘ inflessione bolognese, si è rasentano il ridicolo.
Ottima l’idea dei video montaggi di Daniele Salaris e bellissime le luci di Davide Riccardi.
La parte musicale è stata curata da Matteo Domenichelli,adattando le splendide musiche originali di Paul Dessau.
Grande partecipazione di pubblico, soprattutto giovane ,attento e partecipe, merito questo della eccezionale presenza scenica di tutti.
Applausi scroscianti alla fine dello spettacolo.
Repliche al Teatro Modena di Genova Sampierdarena, fino al 21 maggio. Da vedere.
Stefano Ceniti