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Piano solo: la festa di Bollani a “Umbria Jazz 23”

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Dopo la quaresima imposta da Bob Dylan nella serata d’apertura, con Stefano Bollani a “Umbria Jazz 23” – edizione del cinquantesimo anniversario – è tornato il carnevale. Chi lo ha visto all’opera nel fortunato programma televisivo “Via dei Matti n° 0” si sarà già reso conto che il pianista milanese, oltre a essere un grandissimo musicista, è anche un intrattenitore nato, ma per avere una dimensione ancor più precisa di questa sua inclinazione da mattatore è indispensabile assistere a un suo concerto. Forte di una padronanza unica della materia e di una sconfinata conoscenza musicale, Bollani gioca con le sette note e le plasma a suo piacimento, creando forme uniche in un flusso creativo costante e imprevedibile. Ogni suo concerto si compone di percorsi che coinvolgono generi più disparati, e che concedono sempre spazio all’umorismo, elemento irrinunciabile nella filosofia artistica e umana di Bollani.

L’artista ha rotto il ghiaccio presentando tre brani dal suo ultimo lavoro, Blooming, pubblicato quest’anno: Brain Food, la carezzevole Vale a Cuba e All’inizio. Tre composizioni esemplari dello stile melodico dell’autore, che si è subito ingraziato il nutrito pubblico presente. Poi, come al solito, la scaletta è proseguita zigzagando tra le pieghe dello sconfinato mondo della musica. Dopo l’esecuzione di un brano composto per la colonna sonora del cortometraggio Essere oro della moglie Valentina Cenni, Bollani non ha resistito e ha reso uno spiritoso omaggio a Dylan cantando Rainy Day Women, a beneficio di coloro “CHE NON AVEVANO TROVATO IL POSTO AL CONCERTO DI IERI SERA”; a seguire, un omaggio anche al grande Nino Rota con la celeberrima Passerella d’addio composta per il film 8 ½ di Fellini, poi ancora una composizione per colonna sonora firmata Bollani, con il tema principale del recente film Il pataffio (2022). A questo punto è salita sul palco Valentina Cenni, per un paio di duetti canori col marito (in “Via dei Matti” è una consuetudine): Nun è peccato di Peppino Di Capri e Aquarela do Brasil, immancabile tributo alla musica brasiliana, molto amata da entrambi.

Rimasto nuovamente solo, Bollani ha calato uno dei suoi assi a sorpresa con Luglio, agosto, settembre nero degli Area: un pezzo di storia del rock italiano degli anni Settanta riletto in chiave pianistica. Poi, uno spassoso intermezzo umoristico, con la dimostrazione pratica dei misfatti dell’immaginario compositore inglese Oliver Ending, specialista nell’accorciare e chiudere anticipatamente – sia pure con stile – i brani troppo lunghi: a farne le spese, sia composizioni classiche come il Chiaro di luna e la Quinta sinfonia di Beethoven, ma anche classici del jazz del calibro di A Night in Tunisia e In a Sentimental Mood. E, gli spettatori, divertiti, a darsi di gomito… Tornato “serio” – in realtà lo è sempre, anche quando scherza, o forse non lo è mai…-, Bollani ha suonato lo standard All the Things You Are, dedicandolo al novantenne Carlo Pagnotta, storico fondatore di “Umbria Jazz”, ed è poi tornato in territorio brasiliano con l’amata Tico Tico, eseguita però in una versione che ha scherzosamente definito “TRANSTONALE”, per via dei continui cambi di tonalità, ispirati al modo in cui sua madre, non proprio intonatissima, gli cantava Papaveri e papere di Nilla Pizzi quando era piccolo.

Fine del programma, ovazione e obbligatorio ritorno per il/i “bis”, e qui è arrivato il bello: come ben sa chi lo segue dal vivo, per il “bis” Bollani si traveste da “Jukebox impazzito” e, munito di taccuino e penna, annota le richieste del pubblico per i brani da eseguire, che cuce in un medley improvvisato ma sempre incredibilmente… credibile! Chi altri potrebbe frullare, per citare Battiato, “mondi lontanissimi” come La pantera rosa, I tre porcellini, il tema dei Flinstones, Peaches En Regalia di Frank Zappa, Roma nun fa la stupida stasera, Lelio Luttazzi, Goldrake e Frame By Frame (!) dei King Crimson tirandone fuori un insieme coerente e omogeneo? La risposta è semplice: Stefano Bollani! E non è solo una questione di capacità: la musica bisogna anche conoscerla, oltre a saperla suonare, e lui, come direbbe qualcuno, “LE SA TUTTE!” Dopo questa incredibile dimostrazione di virtuosismo, Bollani è stato raggiunto nuovamente da Valentina Cenni per chiudere in bellezza con il terzo viaggio brasiliano della serata, dedicato stavolta a Edu Lobo. Un’ora e mezza di concerto semplicemente fantastica, come sempre, e con un messaggio forte e chiaro: la musica è gioia e divertimento. Viva Bollani!

Francesco Vignaroli

Foto Valentina Cenni

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