Seduto, in cammino, sdraiato, dormendo, sognando o vegliando.
Tutti gli stati sono buoni per l’idea giusta.
Qual è l’idea giusta?
È quella non guasta, che non guasta tra tante in concorso.
In pratica, la sola rimasta, ti viene in soccorso.
Prendi il protagonista, fai lo scenario, poi scegli i gregari, è tutto un mosaico di idee e personaggi.
È lì che tratteggi caratteri e azioni, misfatti, emozioni.
La storia è decisa, è ora che vada finalmente sfuggita di mano da anima e testa, è come una festa.
Metti insieme ingredienti come esperimenti, lamenti, rimpianti, cose infelici, sciacalli e contenti.
Esperienze vere messe al servizio del racconto con altre frutto di girotondo e fantasia.
I cattivi son scaltri, il resto chissà.
Ti fermi sovente, il romanzo richiede pause e pazienza.
È una sentenza, richiede costanza.
Arrivare alla fine è come un traguardo, lo sguardo di chi scrive si rallegra e rattrista al medesimo tempo.
La creatura è nata, l’avventura è terminata!
Ha richiesto sudore ma è il troppo amore e l’amore ha le sue pretese.
Romanzieri, oggi, domani…
Esce fuori molto di quel che c’è in te.
Creare storie e parole è come essere prole, essere figli di sé.
ROViRO’