É uscito giovedì 14 dicembre 2023 su tutte le piattaforme digitali il nuovo singolo dei Twik, band abruzzese nota per la sua sperimentazione musicale, dal titolo “Indecifrabile”. Il brano, che si distingue per la sua struttura non convenzionale e la varietà di elementi musicali che lo compongono, racconta l’eterna lotta tra i desideri e i propri fantasmi più nascosti. Il testo del brano affronta le sfide di un ragazzo ai margini della società, distrutto dalla lotta contro le sue dipendenze che ne hanno compromesso la forma fisica. Il pezzo è un’immersione nella confusione percepita attraverso rumori indecifrabili e luci sfocate, un mondo distante e ovattato in cui il protagonista si trova solo e sperduto.
La canzone si apre con un tema di chitarra misterioso, introducendo una strofa dalle tonalità svogliate e maledette. Una scala tetra di chitarra distorta accompagna l’ascoltatore verso sonorità più decise, mentre nel ritornello gli strumenti si compattano in un groove martellante, con la voce distorta che esprime le sue sensazioni fino a fondersi con il tema principale. Quando il brano sembra ormai essere vicino alla conclusione, sorprende con l’ingresso repentino di una parte rap dai tempi non regolari, su un tappeto morbido di suoni psichedelici che contrasta con le sonorità più aggressive della batteria. Il tutto sfocia in un ultimo ritornello con melodia e testo completamente diversi, accompagnando l’ascoltatore verso un finale inaspettato. “Indecifrabile” rappresenta il punto di svolta tra la vita e la morte, la libertà e la prigione, la luce e il buio, il bisogno e il rifiuto. Il brano cattura l’intercambio tra l’io e l’alter ego del protagonista, affrontando le avversità e rimanendo in bilico fino alla fine.
Ne abbiamo parlato direttamente con loro, della protagonista del loro precedente singolo “Bla bla bla (oceani)” e di come sta andando il loro percorso.
A cosa fa riferimento il titolo di uno dei vostri ultimi singoli “Bla bla bla (oceani)”?
È un riferimento ai discorsi futili di persone che vogliono rendersi interessanti agli occhi degli altri, ma in realtà sono “solo” parole usate da scudo per nascondere le proprie insicurezze. Un mare di insicurezze. Così tante da diventare oceani.
Quali sono le “contaminazioni vintage” che fanno parte del vostro stile?
Diciamo che nel nostro stile convergono diverse contaminazioni. Anche indirettamente dovute ai nostri ascolti, ci è capitato spesso di citare alcuni dei nostri album preferiti che sono per la maggior parte dell’ultimo trentennio.
In particolar modo per Bla bla bla (Oceani) per esempio, abbiamo campionato un sample di un pianoforte, partendo quindi da qualcosa che originariamente proviene dal mondo dell’hip hop. Anche la scelta della sezione fiati magari può aiutare a buttare in po’ indietro nel tempo il brano.
Spesso e volentieri nei nostri brani sono presenti altri strumenti un po’ “retrò” come EP o mellotron (eh si, li adoriamo) anche se non hanno un ruolo da protagonista. Ci viene da pensare anche ad alcune scelte armoniche abbastanza colorate, spesso in contrasto con l’armonia pop più semplicistica a cui siamo abituati in questi ultimi anni.
Oltre alla scelta di determinati suoni, è importante far caso alla scelta di non usarne altri, che potrebbero essere stereotipo sonoro dei nostri giorni e quindi essere accostati alla modernità.
Cosa consigliereste a chi non si sente abbastanza, come la ragazza che è la protagonista di questo brano?
Penso che tutti abbiamo i nostri momenti no in cui non ci sentiamo abbastanza e vacilliamo, chi nel proprio lavoro, chi nei rapporti sociali, chi per il proprio aspetto ecc.. È importante però non perdersi in paranoie inutili perché ci sarà sempre qualcuno che ci amerà e accetterà per quello che siamo senza dover cambiare, senza far finta di essere qualcosa di diverso. La varietà fa parte di noi e ci rende unici nel mondo e mostrarsi veri aiuta a volerci più bene e ad essere coraggiosi.
E, a proposito di oceano, qual è il vostro rapporto con la musica, e che cosa può avere in comune il mare con il vostro rapporto la musica? E quanto essere di un posto vicino al mare può avere a che fare con questo?
Non pensiamo ci sia parallelismo migliore tra oceano e musica di quello di “idea di libertà”, mettersi di fronte al mare, ammirare l’orizzonte e far finta che tutto quello che c’è aldilà sia infinito ma comunque raggiungibile. Creare musica è un po’ così, non abbiamo barriere, non abbiamo costrizioni, solo un’infinità voglia di condividere con tutti un pezzo di noi stessi.
Come è iniziato tutto, e come pensate possa finire?
Tutto è iniziato da Vik e Twelle durante il lockdown. Costretti nelle mura di casa abbiamo iniziato a creare i primi brani, a scrivere le prime bozze dei testi. Il tutto ovviamente scambiato via internet, è stato molto stimolante e una buona base di quello che c’è adesso è nato in quel momento. Poi col desiderio di iniziare a suonare dal vivo questi brani e di provarli sono entrati nella band Feel e Lor.
Non ci siamo posti un limite, quindi non stiamo pensando ad un finale, la strada da percorrere è davvero ancora troppo lunga!
Morgana Grancia