A soli 25 anni è riuscita a realizzare il suo sogno nel cassetto: aprire un agriturismo tutto suo, dove il piacere della cucina dell’Oltrepò Pavese si sposa a meraviglia con l’energia di una ragazza bella e determinata, a cui non ha mai spaventato la fatica di gestire un’attività in proprio. Lavoro, passione e sacrificio sono le parole chiave che da sempre accompagnano la quotidianità di Martina Faravelli, da qualche mese alla guida dell’agriturismo Poggiacolle, splendida realtà di Montecalvo Versiggia. “Ho sempre lavorato con dedizione facendo tantissimi sacrifici, sacrifici che mi hanno portato ad ottenere ciò che sto realizzando ora – racconta Martina – So bene che la strada da fare è ancora lunga e non mi sento assolutamente arrivata perché, soprattutto in questo campo, non si smette mai di imparare”. Se tavoli, menù e fornelli sono il suo pane quotidiano e la ragione delle sue faccende quotidiane, c’è un altro elemento che merita di essere raccontato. Perché, in fin dei conti, questo lo rende ancora più unica.
Da sempre c’è un feeling speciale che lega Martina al mondo della fotografia e negli anni è stata protagonista sul set, in passerella, in shooting davvero speciali. Ho partecipato a sfilate di brand, tutt’ora sponsorizzo un negozio di abbigliamento di Piacenza, a breve usciranno altri scatti fotografici realizzati con il mio fotografo di fiducia Giorgio Ricotti. “Questi due mondi da sempre mi accompagnano£ racconta Martina, orgogliosa di aver unito ristorazione e fotografia, di aver conquistato spazio dando forza e vigore alle sue passioni. “La mia esperienza fotografica inizia nel 2021 quando sono stata contattata dal fotografo Giorgio ricotti che aveva notato le mie foto e aveva visto grande potenziale in me – svela Martina – Con lui ho scattato trovandomi subito a mio agio, cosa non facile quando per la prima volta ci si mette in posa davanti ad un fotografo con cui non si è mai collaborato prima. Merito suo, è stato capace di farmi sentire a mio agio creando un ambiente serio, genuino, professionale”.
Manuele Pereira
