Il grande romantico e letterato popolare e della Provvidenza Alessandro Manzoni nella sua Ode “il 5 Maggio” dedicata alla memoria del valoroso condottiero Napoleone Bonaparte , uomo del Direttorio dei politici incaricati di riportare l’ordine e la giustizia in Francia dopo la Rivoluzione del 1789 conclusasi con la ghigliottina per Robespierre paragonatosi ala sovranità assoluta della Ragione nell’Illuminismo e poi fondatore del Primo Impero, scrisse “Fu vera gloria ? Ai posteri l’ardua sentenza”. Proprio in ossequio a questa norma e principio storiografico, la grande scienza critica degli avvenimenti e dei fatti realmente accaduti che già lo storico Tucidide aveva creato e seguito per la valutazione delle cause e conseguenze della guerra decennale del Peloponneso tra Atene e Sparta nel V secolo a. C.,la scrittrice Angela Demattè ha composto un pamphlet civico – biografico in cui analizza la realtà storica del secondo Novecento ed i due blocchi contrapposti usciti dal secondo conflitto mondiale alla luce di colui che fu il promotore della nostra Rinascita nazionale e novello patriota risorgimentale, al pari dei grandi della prima metà dell’Ottocento : Mazzini, Garibaldi, Cavour e Gioberti , Balbo e Rosmini, ovverosia il valoroso, prudente e lungimirante statista d’origine trentina, essendo nato nelle valli del capoluogo con il Castello del Buonconsiglio dove furono fucilati i coraggiosi eroi antiaustriaci della prima guerra mondiale : Cesare Battisti, Fabio Filzi, Damiano Chiesa e Nazario Sauro. Riandando con la memoria all’impresa di Fiume ed alla beffa del Quarnaro e delle gole di Cattaro con la X MAS ed il sommergibile che permisero a G. D’Annunzio in nome della “Vittoria mutilata” di erigere la Repubblica di Fiume che poi Giolitti rimosse per la pacificazione seguita alla pace di Villa Glori presso Padova ed alla nascita della Società delle Nazioni, la storica autrice del testo, che ora il regista Carmelo Rifici porta, come un aggiornato e dettagliato resoconto di valore psicologico e drammaturgico documentario, in scena al Vascello, che lo produce insieme al Teatro Stabile di Bolzano ed all’Associazione Lugano Arte e Cultura, parte dal momento nella Conferenza di Pace di Parigi del 10 agosto del 1946 allorché il sommo e geniale statista, impareggiabile per il giudizio unanime di tutti fino ad ora, si appellò alla cortesia dei Paesi vincitori per far considerare le condizioni del nostro e la necessità della sua ripresa, quale adesso con il PNRR, mentre l’Europa era divisa nei due blocchi contrapposti e da qui il titolo emblematico e doppio della pièce. Egli naturalmente rinnegava il Fascismo sconfitto, la cui lotta gli era costata due anni carcere a Regina Coeli e non si schierava nemmeno con il comunismo sovietico per cui aderiva con piena volontà e responsabilità alla NATO sorta nel 1949 e che adesso rischia di essere coinvolta nella guerra contro la Russia se questa, dopo aver invaso l’Ucraina con l’ambizione del rieletto per la terza volta con un plebiscito del quasi novanta per cento Putin dovesse allargare le sue mire ad uno dei 27 Paesi aderenti, come le Repubbliche Baltiche dopo aver tolto la Carelia alla Finlandia oppure la Polonia e la Romania come si teme da alcune parti quali “Limes” di Caracciolo quasi sempre alla trasmissione “In Onda” con la Gruber su La 7.A tal proposito viene raffigurato anche lo scontro dialettico con il capo del PCI il russofilo Togliatti, successivamente al vile attentato di piazza in occasione delle decisive elezioni politiche del 1948,nell’appartamento di De Gasperi che si sta preparando all’avvenimento familiare delle nozze della figlia Francesca Romana. Quindi si passa allo sviluppo dei temi nello studio di Presidente del Consiglio del buon Alcide con gli eventi segnalati da un pannello in legno con le didascalie sullo sfondo della scena creata da Daniele Spanò mentre sventola la bandiera prima tricolore, i colori illustri con cui nacque a Reggio Emilia il 7 gennaio del 1797,poi rossa per il pericolo imminente senza la ferma presa di posizione del Capo del Governo, il signorile ed accorato, autoritario e grintoso, nel suo ruolo Paolo Pierobon , mentre la semplice e candida figura della figlia è incarnata da Livia Fossi e l’acerrimo contraddittore politico ed antagonista sul campo “Il Migliore” è vivacizzato polemicamente da Giovanni Crippa. Alle soglie iniziali degli anni Cinquanta il geniale pensatore trentino reputa necessario sposare gli interessi del popolo, far maturare la popolazione, renderla autonoma dalle sudditanze straniere e così risponde fieramente all’ambasciatore americano Clemente Dunn che, in cambio del sostegno statunitense con il “Piano Marshall” che fa il doppio con quello Davies dopo il primo conflitto mondiale, gli domanda di mettersi nell’orbita degli USA come avviene all’Est con la teoria della “sovranità limitata” del Patto di Varsavia. La reazione è energica in nome dell’autonomia ed indipendenza politica della nostra Patria, come succederà poi con il distacco di Berlinguer da Mosca e l’adesione al blocco dei Paesi Terzi guidati da Tito e Castro. Dunn, impersonato da un impettito Emiliano Masala, dichiara che lui accetta a malincuore tale posizione strategica, tuttavia invita De Gasperi a tenere a bada Enrico Mattei poiché le “7 sorelle” petrolifere non gradiscono la sua operazione sull’”oro nero “in Africa, che ora per inciso sta incamerando la Cina nella sua potenza progressiva economica. Da qui a poco tempo sarebbe infatti esploso in volo l’aereo di Mattei nei cieli della Lombardia disintegrandosi in mille pezzi e poi il giovane pastore del “sasso caveoso” di Matera nel 1953 si lamenta che De Gasperi abbia trasformato la sua terra, eliminando quasi del tutto il settore primario dell’economia dell’agricoltura e pastorizia con il “sasso baresano”, per cui rimpiange la sua capra e più avanti il presidente Fanfani avrebbe dato le case dell’edilizia popolare con le abitazioni dell’INA CASA .Lo statista quindi sprofonda in una fase di soliloquio e visione onirica per cui immagina di costruire la Patria unita dell’Europa con Adenauer , Spaak e Schumann, ma un terribile presagio lo spaventa : l’aereo su cui stanno sta per precipitare, perdendo quota, come quello di Mattei; sembrerebbe che gli eccelsi sogni siano destinati a non realizzarsi ed infatti lui non assisterà alla firma dei Patti di Roma a 7 nel 1957 in Campidoglio nella sala degli Orazi e Curiazi di storica mente in quanto morirà prima ed i suoi funerali saranno celebrati il 23 agosto del 1954, proprio mentre chi scrive nasceva in base alla consequenzialità storica. Per chiudere con un perentorio giudizio a posteriori nel 1957 la figlia scrive una lettera in memoria al padre sostenendo che il suo ideale unitario nella parte occidentale del Vecchio Continente sta tramontando in ragione del fatto che l’unica appartenenza non è più sentita dai cittadini federati e stanno incrementandosi i nazionalismi singoli, alla Salvini, Le Penne ed Orban. Vedremo adesso il 9 e 10 giugno con le nuove elezioni europee a che punto di gradimento è l’Europa, votandosi con il proporzionale e volendo la tedesca Ursula Van der Lyden restare in sella alla Commissione Europea. Lo scavo di De Gasperi è dunque esauriente con l’intrecciarsi di pubblico e privato, vita da cittadino con le sue caratteristiche interiori, intellettuali ed al servizio del suo Paese senza limiti e confini umani e politici, al punto da pagare forse con la sua irripetibile esistenza la finalità di far decollare ed ascendere nella scala sociale la massa, la gente, alla maniera di Ignazio Silone con i “cafoni” del Fucino nella Marsica .Insomma un vero trattato è stato di Educazione Civica, riflessione ideologica di matrice storico – politica con un suggestivo trailer psicologico da introduzione della forte personalità ed ammirevole operatività sociale dell’invidiabile statista punto di riferimento perennemente valido per i politici di oggi. La sensibilità musicale a sottolineare il prezioso lavoro è apportata da Federica Frentani, corroborata visivamente per un’icastica e superlativa sinestesia dai costumi di Margherita Baldoni. Lo spettacolo resterà al Vascello fino a domenica prossima e gli umanisti, storiografi e studenti dell’ultimo anno delle superiori con gli Esami di stato alle porte, ormai imminenti, non dovrebbero perderlo.
Giancarlo Lungarini