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Vorrei una voce… Tindaro Granata  porta in scena Mina e la voce delle detenute del carcere di Messina

Data:

 

In scena il 17 giugno 2024 a” Villa Stonorov – Fondazione Vivarelli” Pistoia

“Vorrei una voce” è una “Produzione LAC Lugano Arte e Cultura/Proxima Res”. Ispirato dall’incontro con le detenute-attrici del teatro Piccolo Shakespeare all’interno della Casa Circondariale di Messina nell’ambito del progetto “Il Teatro per Sognare di D’aRteventi” diretto da Daniela Ursino. Lo spettacolo è un percorso teatrale realizzato da Tindaro Granata con Daniela Ursino e le detenute della Casa Circondariale.

Tindaro Granata dice del suo spettacolo:

“Ero un giovane uomo, lavoravo, avevo una casa, una macchina e soprattutto persone che mi amavano, ma avevo smesso di provare gioia per quello che facevo, non credevo più in me stesso e in niente. Non so come sia successo. Un giorno mi sono svegliato e non mi sono sentito più felice, né di fare il mio lavoro né di progettare qualsiasi altra cosa. Quando mi arrivò la telefonata di Daniela Ursino, direttore artistico del teatro da lei creato all’interno della Casa Circondariale di Messina, con la proposta di fare un progetto teatrale con le detenute per farle rivivere, sognare ritrovando una femminilità perduta, capii, dopo averle incontrate, che erano come me, o forse io ero come loro: non sognavamo più. Guardandole mi sono sentito recluso, da me stesso, imbruttito da me stesso, impoverito da me stesso. Avevo dissipato, inconsapevolmente, quel bene prezioso che dovrebbe possedere ogni essere umano: la libertà. A quel punto mi sono trovato catapultato, in un teatro vero, in un luogo molto particolare, con delle ragazze come me, proposi di fare quello che facevo da ragazzo quando ascoltavo le canzoni di Mina: interpretavo le mie storie fantastiche con la sua voce. Con le detenute abbiamo messo in scena l’ultimo concerto live di Mina, tenutosi alla Bussola il 23 agosto 1978. L’idea era quella di entrare nei propri ricordi, in un proprio spazio, dove tutto sarebbe stato possibile. Passando prima, però, da qualcosa di molto profondo, per recuperare una femminilità annullata, la libertà di espressione della propria anima e del proprio corpo, in un luogo che, per forza di cose, tende quotidianamente ad annullare tutto questo. Ognuna di loro aveva a disposizione due canzoni di Mina e, attraverso il canto in playback, doveva trasmettere la forza e la potenza della propria storia per liberarsi da pensieri, angosce, fallimenti di una vita. Mi sono trovato, con loro, a cercare il senso di tutto quello che avevo fatto fino ad allora. Non voglio e non posso portare in scena le mie ragazze del Piccolo Shakespeare di Messina, perché quello che abbiamo fatto dentro quel luogo di libertà che sta dentro un carcere è giusto che rimanga con loro e per loro. In Vorrei una voce in scena ci sarò solo io, delle ragazze mi porterò i loro occhi, i loro gesti, gli abbracci lunghi e forti, le loro lacrime e i sorrisi. Grazie a loro racconterò storie di persone che dalla vita vogliono un riscatto importante: vogliono l’amore. Non l’amore idealizzato e romantico, ma l’amore per la vita, quella spinta forte, irruente, a volte violenta e apparentemente insensata che ti permette di riuscire a sopportare tutto, a fare tutto affinché si possa realizzare un sogno. Entrerò e uscirò da ogni storia grazie alle canzoni di Mina cantate in playback, come a creare un concerto immaginario fatto di anime diverse, tutte con un’unica voce, quella di Mina. Così come facevo quando ero poco più che un bambino ed ero libero di immaginarmi il futuro e non avevo paura.”

“Vorrei una voce” è nato dalla potenza creativa di Tindaro Granata con la collaborazione di Daniela Ursino direttore artistico del teatro del penitenziario di Messina. Tindaro Granata con le sue non comuni doti attoriali interpreta magistralmente le canzoni di Mina in playback. La canzoni di Mina vibrano nell’aria librando i sogni più reconditi, perché i sogni non possono essere reclusi. Lo scopo dello spettacolo è quello di vagheggiare perché se un essere umano smette di fantasticare smette anche di vivere. Il sogno è l’immaginario e silenzioso motore della nostra vita. Tindaro Granata dona cuore ed anima e speranze, perché il suo è un incontro tra anime e tutte le anime hanno bisogno di volare.

Giuliano Angeletti

 

VORREI UNA VOCE…
di e con Tindaro Granata
con le canzoni di Mina
foto di scena Masiar Pasquali
produzione LAC Lugano Arte e Cultura/Proxima Res. Ispirato dall’incontro con le detenute-attrici del teatro Piccolo Shakespeare all’interno della Casa Circondariale di Messina nell’ambito del progetto Il Teatro per Sognare di D’aRteventi diretto da Daniela Ursino.

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