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Odissea

Data:

ITALIA/FRANCIA/JUGOSLAVIA/GERMANIA OVEST 1968 370′ COLORE

REGIA: FRANCO ROSSI

INTERPRETI: BEKIM FEHMIU, IRENE PAPAS, RENAUD VERLEY, CONSTANTIN NEPO, BARBARA BACH

VERSIONE DVD: SI’, edizione RAI ERI

AND YOU TOUCH THE DISTANT BEACHES WITH TALES OF BRAVE ULYSSES” (dalla canzone Tales of Brave Ulysses dei Cream)

L’Odissea di Omero adattata per la televisione, in una miniserie di otto puntate da circa 45′ l’una targata Rai; un’opera pensata per un pubblico internazionale e perciò caratterizzata da un ingente e ambizioso sforzo produttivo (è la prima serie realizzata a colori dalla Rai), che l’ha resa un vero e proprio kolossal.

Nonostante si tratti di una coproduzione internazionale che ha coinvolto vari Paesi, con la Jugoslavia in primo piano (sia per la presenza del protagonista Bekim Fehmiu, che per l’utilizzo dei suoi paesaggi nelle scene ambientate in esterni), l’Odissea ha un cuore autenticamente italiano: oltre alla regia di Franco Rossi, coadiuvato da Pietro Schivazzappa e Mario Bava (che ha diretto l’episodio di Polifemo), parlano infatti la nostra lingua anche la sceneggiatura (firmata, tra gli altri, da Fabio Carpi e Mario Prosperi), la colonna sonora (Carlo Rustichelli), le scenografie (Carlo Cesarini) e gli effetti speciali (Carlo Rambaldi e Mario Bava). Non va poi dimenticata la presenza di Dino De Laurentiis in veste di produttore (la maggior parte delle scene sono state girate nei suoi studi cinematografici a Roma).

L’opera è introdotta da un breve prologo (circa tre minuti) in cui vengono mostrate alcune immagini delle rovine della città di Troia, con una voce narrante – quella di Giuseppe Ungaretti nella versione italiana – che ripercorre sinteticamente la storia della città e la sua scoperta, effettuata dell’archeologo tedesco Heinrich Schliemann nella seconda metà dell’Ottocento.

La narrazione può essere idealmente suddivisa in due parti: l’arrivo di Ulisse nell’isola dei Feaci, cui narra le sue ventennali peripezie marinare dopo la partenza da Troia, mentre Penelope e il figlio Telemaco continuano ad aspettarlo; il ritorno a Itaca e la sanguinosa resa dei conti con i Proci, gli arroganti nobili locali che avevano insidiato il suo regno e la sua sposa.

A distanza di oltre mezzo secolo, l’Odissea mantiene inalterato il suo fascino senza tempo, grazie a vari fattori che lo hanno reso il miglior adattamento cinematografico e televisivo di sempre del poema omerico. Innanzitutto, un cast d’eccezione (Bekim Fehmiu e Irene Papas sono una coppia Ulisse/Penelope semplicemente perfetta), azzeccato anche per i ruoli minori (nel ruolo di Circe troviamo Juliette Mayniel, madre di Alessandro Gassmann); poi, una storia avvincente e dal grande respiro epico, sapientemente governata da una regia di stampo teatrale che non patisce mai un calo di tono; a livello estetico, si apprezza la scelta delle location, che ci offrono un Mediterraneo mitologico di grande suggestione, oltre che il grande lavoro di documentazione storica fatto per i costumi e le scenografie; appropriate, anche se forse un po’ ripetitive, le partiture di Carlo Rustichelli, orchestrate da Bruno Nicolai; ancora d’impatto, infine, l’italiano aulico parlato dai personaggi, che gli sceneggiatori hanno ripreso dalla traduzione del poema omerico realizzata da Rosa Calzecchi Onesti.

Nonostante si tratti di un’opera realizzata per la televisione, l’Odissea merita a pieno titolo di rientrare nel novero delle grandi avventure cinematografiche, e non solo perché all’epoca ne è stata approntata anche una versione ridotta per le sale, ribattezzata Le avventure di Ulisse (un’ora e tre quarti di durata); la densità della narrazione, i meravigliosi paesaggi naturali, le epiche scene d’azione e il tocco horror dell’episodio di Polifemo la rendono perfetta per il cinema anche nella sua versione integrale. Superiore perfino al precedente Ulisse di Mario Camerini (1954), altra produzione italiana di livello dedicata all’Odissea, con un efficace Kirk Douglas nel ruolo del protagonista. Il cinema italiano, evidentemente da sempre affascinato dal poema omerico, si era già cimentato con l’Odissea nell’epoca del muto, con l’omonimo film del 1911 prodotto dalla Milano Films, restaurato nel 2006: si tratta, a tutt’oggi, del primo adattamento cinematografico conosciuto dell’opera.

La durata di 6 ore e 10 minuti indicata nella scheda in alto si riferisce alla versione dell’opera in cui non sono presenti i riassunti della storia negli episodi intermedi, privati anche delle sigle con i titoli di testa e di coda, visibili rispettivamente solo all’inizio del primo episodio e alla fine dell’ottavo e ultimo.

Francesco Vignaroli

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