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Strepitoso successo con lo show “Coda” del duo comico musicale Igudesman e Joo

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La seconda parte della rassegna “ I Concerti nel Parco” 2024 , dopo l’evento d’apertura con il meraviglioso evento lirico e sonoro di Peppe Servillo all’inizio del mese, è cominciata lunedì scorso alla grande con lo straordinario concerto a conclusione di 25 anni di carriera virtuosa ed amicizia, collaborazione in duo , d’assoluto valore tecnico della coppia formata da Igudesman al violino e Hyung Ki Joo al pianoforte, che dopo essersi conosciuti a Vienna dove il primo, nato a Leningrado nel 1973 e concittadino dunque del despota Putin,studiava con il pedagogo Boris Kuschnir ed il coreano fu suo ospite, pensarono d’unire la loro classe musicale e comporre un bel duetto che potesse riscuotere successo di critica e consenso di pubblico , come in realtà è avvenuto per un quarto di secolo.Il russo , oltre a violinista, compositore, regista e direttore d’orchestra, è diventato anche un istrionico camaleonte del palcoscenico, che con la sua ironica dialettica e l’improvvisazione sarcastica del momento spinge l’asiatico a tenergli testa ed inventare ludiche ed estemporanee battute, futili contrasti e diverbi scenici, come quando Igudesman gli tira dei pezzi di legno mentre al pianoforte, oppure gli salta sopra sullo sgabello ed invece Joo si capovolge sul piano, lo violenta furasticamente o suona d’impeto travolgente solo i tasti neri. Quella presentata alla Casa del Jazz ed intitolata “Coda” è stata l’antologia migliore del loro repertorio e del perfetto affiatamento, che purtroppo alla fine del prossimo anno si chiuderà. Con il raffinato umorismo ed i sofisticati arrangiamenti, lo spettacolo è risultato una vera “chicca” dell’estate romana per la folta platea elettrizzata dall’imprevedibilità dei loro movimenti,dal caos musicale nell’esecuzione dei pezzi classici di celebri compositori , quali Mozart, Rachmaninoff , Bach e Brahms,domandandosi inoltre chi fosse l’Elisa di Beethoven risolta con la sua amata Elisabetta e quanto fossero enormi le mani di Rachmaninoff. Hanno suonato brani da “I will survive” ed hanno compiuto un esotico viaggio in Estremo Oriente, per poi approdare a “ Big o Little Nightmare Music” con cui si sono esibiti nelle Università o nelle Scuole Superiori per giovani fino a 18 per spronarli a coltivare la passione per la musica e sperimentare nuove vie, come raccomanda il maestro Riccardo Muti alla nostra formazione didattica e pedagogica per i giovani. Codesto è uno dei motivi principali della loro vita artistica per cui sono rappresentanti dell’UNICEF. Il loro lavoro è stato davvero esilarante con una miscellanea di musica, commedia mimica e cultura popolare: Per loro non fa differenza essere in uno stadio da ventimila posti od in una sala da concerto, talmente entusiasmante e prodigiosa virtuosisticamente è la loro arte sul piano e con il sublime e e vellutato tocco sul violino. Martedì sera poi siamo andati nel Mercosur con il trio di Monica Salmaso in “ Lyrical Soul”con Teo Cardoso e Nelson Ayres con il variopinto canzoniere brasiliano di tutti i tempi e stili con l’incrocio tra il rustico universo urbano ed il valzer, il folklore della periferia. Sono una contaminazione e miscellanea i loro spartiti di brani di Villa – Lobos, valzer carioca dell’inizio del ‘900, samba, salsa baciata,canzoni di Tom Jobim e Vinicius de Moraes,Chico Buarque,oltre ad altri perfomer paulisti.
Felice ascolto a tutti gli amanti della musica o musicofili in tutti i suoi molteplici aspetti.

Giancarlo Lungarini

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