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Festival di Venezia: apertura con una delusione

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LIDO DI VENEZIA, 28 AGO – Con la delusione inaspettata di “Beetlejuice Beetlejuice” di Tim Burton, seguito del celebre “Beetlejuice” (Bitelchús) del 1988, è stata inaugurata oggi fuori concorso, e con i peggiori auspici, l’81ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. La manifestazione si concluderà il 7 settembre con la consegna dei premi indicati da una giuria presieduta dall’attrice francese Isabelle Huppert.
Quando “Beetlejuice”, il secondo lungometraggio di un giovane regista trentenne che, a partire dal 1971, si era fatto conoscere con una nuova serie di cortometraggi fantastici, fu presentato per la prima volta nel 1988, tutti urlarono alla scoperta di un nuovo talento cinematografico, confermato poi dalla serie di “Batman” e “Edward mani di forbice”.
Da allora, Burton ha continuato a dirigere cortometraggi, lungometraggi ed episodi di serie televisive, sempre con tematiche e inesauribili creazioni di personaggi, ma diventando nel tempo una parodia di se stesso, come nel caso di questo seguito che ha suscitato poche risate durante la proiezione anticipata per la stampa e nessun applauso finale.
Tre generazioni della famiglia Deetz chiedono nuovamente aiuto al fantasma Bitelchús, interpretato sempre dall’ineffabile Michael Keaton, per risolvere il problema di un’adolescente che, per amore, accetta di entrare nel regno dei morti.
Sarà la madre di questa ignara ragazzina, Lydia (reincarnata da Winona Ryder), che è diventata una specialista televisiva in comunicazione con l’aldilà, a richiamare ancora una volta la presenza di Bitelchús, finendo per distruggerlo fino alla sua prossima, inevitabile, resurrezione.
Questa volta, per Tim Burton, la sua fantasia non è sufficiente per creare mostri di tutti i tipi e dimensioni per sostenere un argomento debole e persino prevedibile. Né ci sono abbastanza apparizioni felici di Willem Dafoe, capo della polizia, e Monica Bellucci, attuale compagna di Burton, come seconda moglie di Bitelchús, capace di comporre i suoi membri sparsi su più valigie, grazie a una chiusura in metallo che non riesce a offuscare la sua leggendaria bellezza.
“Era da molto tempo che pensavo di far rivivere Bitelchús, a volte portandolo con me alle Hawaii e poi lanciarlo nello spazio, ma è stato nel 2022, con la serie tv ‘Mercoledì’, che ho trovato la chiave e, con l’aiuto degli sceneggiatori Alfred Gough, Miles Millar e Seth Grahame-Smith, ho inventato nuove avventure per questo personaggio tanto amato dal pubblico”, ha dichiarato il regista, presente a Venezia. Gli è stato assegnato il Leone d’Oro alla carriera nel 2007, quando aveva appena 49 anni, e oggi torna al Lido a 66 anni.
Ma cosa rende questa 81ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (questo il nome ufficiale del primo e più antico festival del cinema del mondo, nato nel 1932 per volontà di un nobile veneziano, il conte Volpi di Misurata) un evento speciale è il ritorno al Lido delle grandi star internazionali, soprattutto di Hollywood, che allieteranno il tappeto rosso del Palazzo del Festival.
A parte il cast eccezionale di “Beetlejuice Beetlejuice”, uscito oggi in tutto il mondo, con Michael Keaton, Winona Ryder, Monica Bellucci, Willem Dafoe, Justin Theroux e la giovanissima e già famosa Jenna Ortega, 22 anni, riceverà stasera il Leone d’Oro alla carriera Sigourney Weaver.
Successivamente passeranno per il Lido Angelina Jolie, la splendida Maria Callas di “Maria” del cileno Pablo Larraín, Tilda Swinton, Julianne Moore e John Turturro di “La stanza accanto” di Pedro Almodóvar, Adrien Brody e Felicity Jones di “The Brutalist” di Brady Corbet, Daniel Craig di “Queer” di Luca Guadagnino, Jude Law di “The Order” di Justin Kurzel, Joaquin Phoenix e Lady Gaga di “Joker: Folie à deux” di Todd Phillips, Nicole Kidman e Antonio Banderas di “Babygirl” di Halina Reijn, Kevin Costner di “Horizon: An American Saga” dello stesso Costner e Brad Pitt e George Clooney di “I Lupi” di Jon Watts.
È dal 2019 che una tale costellazione di stelle non si vedeva al Lido, dovuta prima al triennio di pandemia 2020/22 e poi allo sciopero degli sceneggiatori e degli attori di Hollywood nel 2023.
Antonio M. Castaldo

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