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Settima giornata dell’81° Festival Internazionale del Cinema di Venezia

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LIDO DI VENEZIA, 3 SETTEMBRE – La settima giornata dell’81° Festival Internazionale del Cinema di Venezia ha visto due proposte: un audace tentativo di trasporre in immagini il mondo dello scrittore americano William S. Burroughs e un altro, meno riuscito, di descrivere il momento in cui il mondo rurale inglese entra nella modernità.

Il regista italiano Luca Guadagnino ha presentato “Queer”, basato sulla seconda novella di Burroughs, scritta nel 1952 ma pubblicata solo nel 1985. Il film racconta la storia di un americano espatriato in Messico negli anni ’50 a causa della sua dipendenza da droghe e alcol. Guadagnino è stato accompagnato dallo sceneggiatore Justin Kuritzkes e dal direttore della fotografia Sayombhu Mukdeeprom. Daniel Craig interpreta il protagonista, un omosessuale che si innamora di un giovane studente.

La storia è ambientata negli anni ’40 a Città del Messico. Lee, un americano espatriato a causa della sua vita dissoluta e ai limiti della legalità, è perennemente in preda a qualche alterazione, sia essa provocata da alcol, droga o desiderio sessuale. La sua ossessione per Allerton, un giovane enigmatico interpretato da Drew Starkey, lo porta a intraprendere un viaggio attraverso il Sud America alla ricerca della yage (ayahuasca), una pianta che crede possa dargli la facoltà di comunicare telepaticamente.

Guadagnino ha collaborato con lo sceneggiatore Justin Kuritzkes, i musicisti Trent Reznor e Atticus Ross, e il direttore della fotografia Sayombhu Mukdeeprom per creare un adattamento fedele e visionario del romanzo di Burroughs. Il film è stato girato a Cinecittà e si distingue per la sua rappresentazione intensa e colorata delle esperienze allucinogene.

“Queer” è stato descritto come un film sorprendente, caratterizzato da erotismo, visionarietà e una sincera intimità autoironica. Tuttavia, non è un film facile da decodificare e richiede una certa cultura per apprezzare appieno tutte le citazioni e i collegamenti tra la vita dello scrittore e la storia.

La regista greca Athina Rachel Tsangari è tornata al Lido con “Harvest”, basato sul romanzo omonimo di Jim Crave. Il film, ambientato alla fine del XVI secolo, tratta del passaggio alla modernità quando la terra coltivata passa dai contadini ai grandi proprietari terrieri. Nonostante la fotografia in 16 millimetri che si adatta perfettamente all’epoca, il film soffre di una recitazione lenta e teatrale.

Inoltre, è stata proiettata la prima parte della serie TV “Los años nuevos” di Rodrigo Sorogoyen, Sandra Romero e David Martín de los Santos, molto attesa dal pubblico giovane.

Antonio M. Castaldo

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