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Una notte di musica e canzoni andaluse al Mausoleo di Adriano

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Siamo ormai all’epilogo dell’estate con la “bomba d’acqua” rovesciatasi in un’ora martedì pomeriggio su Roma più che in un mese, il maltempo perdurante al Nord con gli allagamenti di Torino e Milano per le piene del Lambro e Seveso che hanno rotto gli argini,per cui molte dell’iniziative e programmazioni all’aperto di teatro, musica e danza,hanno pensato d’anticipare la loro chiusura estiva,come Villa Celimontana che finirà stasera con Greg e Max Paiella, ma alcuni ancora sperano nella clemenza di Giove Pluvio ed hanno deciso di continuare fini all’arrivo meteorologico dell’equinozio autunnale, come il Parco del Celio e la IV edizione del PAV “Sotto l’Angelo di Castello”,che ha presentato giovedì 5 una serata di cultura e folklore iberico con l’artista Antonio Lizana che, nato a Cadice in Andalusia, ha lanciato il suo nuovo album di canzoni e sensazioni gitane all’impronta dello spirito del Jazz che ha arricchito la sua anima mediterranea. Il lavoro doveva tenersi nel cortile di Alessandro VI, ma poi l’organizzatrice Anna Selvi non fidandosi giustamente delle bizzarrie del tempo di questo primo settembre, ha deciso per sicurezza di spostarlo nella meravigliosa Sala Paolina dal soffitto dorato e con gli affreschi mitologico – classici alle pareti. Il titolo dell’album discografico deriva dal quinto chakra della tradizione indù, indicando la purezza e l’innocenza, dell’anima e dell’intenzioni per recare la genuina bellezza nel mondo nel segno della più radicale verità. La Sala era gremita di seguaci dei sentimenti e dell’ emozioni provocate dal sentire spagnolo neolatino come province dell’Impero Romano con il nome di Citeriore ed Ulteriore rispetto alla linea dei Pirenei dov’è ambientato pure il “Canzoniere” del Petrarca, perché Lizana, che ha suonato pure il sassofono ,ha voluto incidere tutto il profluvio delle sue più pure ed autentiche idee ispiratrici,con una stupenda band formata da : David Sancho al pianoforte e tastiere, Arin Keshishi al basso elettrico,Shayan Fathi alla batteria ed El Mawi de Cadiz quale ballerino negli assolo e coreuta. Antonio Lizana ha riscosso notevole successo oltre Oceano a New York come autore e compositore dei suoi arrangiamenti del jazz in chiave tipica della danza iberica con i suoi ritmi e canti magnificamente espressi ovunque con unanime consenso per il Paese campione del mondo per il calcio e le talentuose “cantere” dei giovani di sicuro avvenire , che a noi mancano. S’ è esibito in più di 300 concerti in trenta nazioni differenti, sempre accompagnato dalla sua inossidabile equipe di tre illustri musicisti di jazz di Madrid ed un giovane moventesi leggiadramente sulle punte. Ecco perciò le sequenze di Palmeo, Jaleo, canti gitani o moreschi discendenti dalla dominazione araba del VII ed VIII secolo nella meravigliosa Granada con l’Alhambra, i suoi lussureggianti giardini, le maioliche alle pareti con le scritte geroglifiche e camitiche, le fontane con gli imponenti basamenti leonini come poi il Duomo della città emiliana della Ghirlandina ovvero Modena. Nei bis richiesti alla fine “coram populo e magna voce” si sono vivacemente e con estemporanea, sbrigliata, fantasia fatti apprezzare ed applaudire in improvvisate ed indimenticabili virtuosità del momento assai superlative per 90 minuti di godimento estatico e sinestetico non comune. Adesso ancora per la musica c’è da segnalare l’evento “Ornithology” di composizione su musica elettronica del Maestro Lorenzo Bianchi Hoesch il 19 alle 21 all’aperto nel cortile di Alessandro VI, tempo consentendo.

Giancarlo Lungarini

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