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LA RAGAZZA CHE AMAVA MIYAZAKI, un Romanzo a sei mani e tre anime

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Il messaggio non è affatto scontato, come quello che si potrebbe pensare, supporre o immaginare dopo aver solo acquistato questo splendido libro per ragazzi, che solo per ragazzi non è!

C’è molto di più dietro a questo romanzo scritto a sei mani da tre anime belle: Silvia Casini, Raffaella Fenoglio, Francesco Pasqua.

Sofia ha diciotto anni e una passione sfrenata per il grande regista giapponese Hayao Miyazaki.

Sogna di andare in Giappone per diventare una disegnatrice di manga, quei fumetti giapponesi che hanno fatto parte della infanzia e adolescenza di tutti noi.

Ma per il momento Sofia si accontenterebbe di scoprire chi sia Pagot, il misterioso writer che ha ricoperto i muri del piccolo borgo in cui vive con le immagini ispirate ai film del suo amato maestro.

Tra disegni, fughe in bici e incontri sorprendenti, Sofia affronterà le proprie paure e i propri dubbi, imparando a credere in sé e nella forza del talento.

Quanti di noi hanno un sogno, un desiderio, che rincorrono da sempre. Ebbene nella Ragazza che amava Miyazaki, il messaggio pilastro è chiaro e ridondante: a quei sogni bisogna crederci e come.

Spesso, i pessimisti, pensano che quei sogni “impolverati” nei cassetti resteranno tali e non si realizzeranno mai, gli ottimisti invece si impegnano a coltivarli quei sogni, perché prima o poi qualcosa succede e quel cassetto, in un modo e nell’altro, lo libera quel sogno “intrappolato”.

Ebbene questo romanzo ci insegna a coltivarlo l’ottimismo.

Proprio grazie ai sogni, entriamo in una dimensione sì surreale, ma anche infinita ed eterna.

Non è forse vero che quando coltiviamo i nostri sogni siamo più felici?

Il sogno è il vero protagonista di questo libro, lo abbiamo capito, ma si punta l’attenzione anche su un qualcosa che ci imprigiona senza via d’uscita: il giudizio degli altri e le troppe aspettative. Fin a quando arriva quel momento in cui si comprende quale sia la cura e come liberarsi da queste prigioni.

Il linguaggio è quello fresco, della letteratura per ragazzi, e arriva a chiunque, perché tutti possono leggere questo libro, che siano i 12 o i 100 anni, poco importa.

La ragazza che amava Miyazaki più che un libro è anche una grande “illustrazione narrativa”.

Una storia di passione, arte e determinazione che ricorda non solo di sognare, ma di credere nel potere dell’amore, ovunque esso porti, anche con la complicità dell’immaginazione!

Gli autori sono stati bravissimi e hanno spaziato tra diversi generi.

All’inizio ci sono degli accenni allo stile giallo, ma non manca il romance e il romanzo di formazione. Questo almeno nella prima parte del libro, quella inziale.

Nella seconda parte ci sono più difficoltà e dubbi che la protagonista dovrà affrontare, ma senza scoraggiarsi.

Ci si chiede fin dall’inizio se Sofia riuscirà a realizzare i suoi sogni, non solo quelli legati al cuore ma anche alla professione.

Senza svelare nulla in anticipo, quell’ottimismo ci accompagna sempre –  come fil rouge di sottosfondo – tra le varie pagine della lettura.

Al di là dei sogni, si parla anche della realizzazione personale e dell’essere se stessi senza snaturarsi.

Portare il lettore ad apprezzare le gioie della vita, anche quelle piccole, è un messaggio importante.

Senza tralasciare il ruolo dell’amicizia, dell’amore, della bellezza, forse oggi – nella frenesia della vita quotidiana e troppo moderna –  si sentono trascurate?

Grande maestria degli autori nel combinare la modernità con la tradizione, sempre in bilico.

Leggendo questo libro ci si emoziona, ma si ride anche.

Il messaggio finale non fa riflettere solo i ragazzi ma anche gli adulti.

Che meraviglia poi la descrizione di Valvento, il piccolo borgo dove vive Sofia. Gli autori sono così bravi nelle descrizioni meticolose di questo paesino, tanto che il lettore sembra camminarci dentro, a punta di piedi, per non disturbare la narrazione.

E poi quel “ponte” sempre presente, che si percepisce, tra le righe, che lega l’Italia al Giappone, da sempre due Paesi gemellati.

Il Maestro, Miyazaki, si rivela nella parte finale della storia.

Il grande regista è l’artista delle più belle animazioni giapponesi di tutti i tempi. Crea film di animazione basati sul modello tradizionale dei disegni classici, utilizzando le proprie mani.

I tratti che ne derivano, sono il frutto della sua incredibile maestria, senza avvalersi dell’uso della tecnologia.

Ecco spiegato il motivo per cui è amato da tante generazioni.

Chi legge questo libro, alla fine – che sia ignaro oppure conoscitore e cultore del grande regista giapponese – è spinto a scoprirlo da zero oppure ad approfondirne la conoscenza.

Dopo l’ultima pagina del romanzo, si chiude il libro, si chiudono gli occhi e il messaggio arriva forte e chiaro.

Mai smettere di credere nei propri sogni, ma vivere una vita autentica, senza rimpianti, perché in fondo c’è sempre spazio per se stessi.

Mai rinunciare alla gioia di vivere e a quella grande serenità, di cui tutti noi siamo alla perenne ricerca.

La ragazza che amava Miyazaki  è un libro per tutti….sognatori o presunti tali!

Filly di Somma

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