Teatro Menotti di Milano dal 3 al 5 ottobre 2024
Sbagliava chi si fosse aspettata una operazione nostalgia in ricordo dei venticinque anni di assenza di Fabrizio De André. “Non per ricordarlo, poiché non ce n’è affatto bisogno, ma per festeggiarlo” ha dichiarato nella presentazione Emilio Russo, direttore artistico del Teatro Menotti “abbiamo pensato ad uno spettacolo a modo nostro, tra le parole e la musica, con nuovi pensieri e ricordi”.
Dopo aver debuttato lo scorso luglio al Festival Teatrale di Borgio Verezzi, lo spettacolo L’amore scoppiò dappertutto è approdato in prima milanese al Teatro Menotti di Milano dal 3 al 5 ottobre.
Sul palcoscenico Laura Marinoni ha arricchito (persino con un cambio d’abito ad effetto) la lunga carrellata di canzoni (alla ridotta scelta delle celeberrime sono state accostate molte in dialetto genovese e una serie anche di quelle meno note) con vari riferimenti culturali (Baudelaire, Villon, Mutis) e con le storie degli ultimi, dei diseredati.
Un viaggio senza soluzione di continuità, uno sguardo trasversale e originale, un racconto di parole e musica che spazia tra citazioni e pensieri alti.
Di notevole e godibile efficacia la resa musicale con arrangiamenti non convenzionali del quartetto di musicisti di Alessandro Nidi (Nidi Ensemble), che ha regalato grande intensità alle canzoni e ai momenti teatrali dello spettacolo. La versatilità di Filippo Nidi e Andrea Coruzzi, che hanno alternato la sonorità di più strumenti, hanno accompagnato Alessandro Nidi al pianoforte e voce e Sebastiano Nidi alle percussioni.
Sala piena e partecipante, ma non si è trattato di una reunion per soli boomers nostalgici.
Chi scrive ha verificato di persona le parole del Direttore Russo (“Fabrizio è rimasto con noi, e la sua presenza è oggi più forte che mai, estendendosi anche alle generazioni che non l’hanno conosciuto in vita”), scoprendo durante chiacchiere occasionali con una giovane donna, la sua scelta di Fabrizio De Andrè come argomento della sua recente tesi di laurea.
Gli atti d’amore per il grande cantautore sono dunque trasversali alle generazioni, come è prerogativa rara dei grandi artisti.
Guido Buttarelli
