Corriere dello Spettacolo

La sublime lirica per il Nobel e l’amore per “Matilde” al Vittoria

Ci sono alcuni spettacoli veramente belli e suggestivi,con una ricca gamma di sentimenti e pulsioni estetiche e sensuali, che meriterebbero di restare in programmazione più giorni di quanto il fitto calendario di rappresentazioni ed eventi consenta in un teatro.Tale riflessione c’è venuta assistendo nello spazio culturale di Testaccio, gestito con efficace ed oculata competenza da Viviana Toniolo che ne ha raccolto l’eredità dal rimpianto Attilio Corsini come Manuela Kustermann ha fatto per il Vascello subentrando nella direzione al compagno di vita e palcoscenico Giancarlo Nani, all’atto unico di Liberato Santarpino che ha indagato sulla personalità di Neruda per certi versi ancora misteriosa all’interno della civile cultura intellettuale e letteraria del suo Paese dell’America Latina ,concentrandosi nel finale sul drammatico momento del “golpe” del generale Pinochet con la successiva rinascita della democrazia nella libertà e con uguali principi di diritto per tutti. Il testo della durata di 80 minuti è stato una “chicca” raffinata ed un gioiello da guardare con estatica ammirazione da parte degli spettatori in quanto approfondiva la conoscenza biografica d’uno dei suoi più insigni artisti e la Storia di sopraffazione, abusi e vittime innocenti di cui si rese responsabile il regime militare, similmente a quello di Videla ed Alfonsin in Argentina. Nel lavoro non mancava nulla per essere qualcosa di genuinamente straordinario che aveva già raccolto enorme successo e consenso di pubblico e critica al Mercadante di Napoli: l’indagata relazione d’amore tra Pablo e Matilde Urrutia era arricchita dalle canzoni struggenti di vena passionale ed amena contemplazione del fascino della Natura cantate con la sua chiara ed avvolgente voce armoniosa e cristallina da Emilia Zamuner, mentre la musica del complesso da camera rendeva tutto più sofisticato, sensibile e persuasivo per le corde del pericardio. Gli scatenati amanti dal “colpo di fulmine” alla prima occhiata erano sostenuti con stupenda immedesimazione da Sebastiano Somma e Morgana Forcella che trasmettevano nella coppia incarnata tutta la forza del loro rapporto sentimentale, essendo marito e moglie, dopo essersi conosciuti nel 1996 e sposati nel 2005 quando la loro figlia Cartisia Josephine che ora ha 19 anni venne al mondo, sembrando ora voler ripercorrere la strada artistica dei genitori. Di Pablo viene ripercorsa in questa “cavalcata” storico – sentimentale, in cui la dittatura del potere può essere considerata la cornice di fondo o “matrioska” della vicenda di cuore di due illustri cittadini,l’esistenza che fu travagliata fin da subito poiché la madre gli morì a un anno e la matrigna si preoccupava soltanto dei suoi figli;perciò andò via di casa presto e dipinse le piccole cose quali :pomodori, banane, galli, minimalismo quotidiano ed espressione di vivo affetto nelle tele per le sue due mogli. Improvvisamente, mentre era legato alla seconda consorte, incrociò con lo sguardo degli occhi la più fresca e sensitiva Matilde con cui instaurò una volitiva attrazione ed infuocata seduzione di tenace conquista,quasi subito ricambiato da Matilde che gli si donò con tutto il cuore e girò con lui gran parte del nostro vecchio continente. Si divertirono molto amandosi con splendidi amplessi notturni di gaudente piacere e videro Berlino, Nyon, dove avviene in Svizzera il sorteggio per l’abbinamento delle squadre di club o di nazione nelle gare delle varie coppe europee. Durante codesto filone narrativo e gioiosa donazione sentimentale,a cui la seconda moglie Delia Del Carril,non potè opporsi,i ballerini Enzo Padulano e Francesca Acciarino volteggiano in perfetti numeri coreografici leggeri ed eterei di tango, tipico dell’America del Sud,seguito da valzer roteanti come “alter ego” occidentale rispetto alle piroette allacciate e sensoriali del vagheggiato tango cui la Zamuner fa da sottofondo canoro con i celebri motivi di Piazzola e Gardel. Infine i due strenui ed appassionati amanti giungono in Italia ed a Capri simbolicamente si sposano nell’alcova della stanza riservata illuminata dalla luna piena, alla guisa del matrimonio montato per mutua donazione effimera dal tecnocrate di Arcore con la sua devota deputata Marta Fascina,tornata in Parlamento dopo lungo esilio vedovile e che ora dai figli dello scomparso presidente ha acquistatola villa di San Martino ad Arcore. In Italia rammentiamo che, dopo aver vinto il premio Nobel per la Letteratura, interpretò con Massimo Troisi il film “Il Postino” e poi pensò di rientrare in Cile per passare con la radiosa Matilde , suo amore proibito,l’ultima parte della sua vita, però un improvviso bollettino radiofonico comunicò che il comandante militare avva preso il potere insediandosi nel palazzo della Moneda con l’uccisione del medico Salvator Allende padre di Isabel rinomata scrittrice. Neruda spirito liberale di nobile animo democratico contro la tirannia inveisce e comprende che ha unicamente una scelta : o sperare di rinascere con la sua patria superata la parentesi negativa, alla maniera che s’auspica Zeno Cosini in “La coscienza di Zeno”, oppure morire per l’arbitrio dei militari , conservando Matilde la memoria del loro amore ed in nome di questo foggiare pedagogicamente il loro figlio. Dunque la storia d’una coppia s’inserisce nel contesto d’un dramma politico e sociale, indimenticabile per i cileni, come cantavano pure gli Intillimani che furono esuli politici. L’orchestra, che ha suggellato con ritmi e tonalità differenti siffatto cruento epilogo da rimuovere insieme ai ricordi della strage dello stadio nazionale dove furono imprigionati ,torturati gli avversari ideologici e parecchi eliminati era composta da:Giuseppe Scigliano al classico bandoneon. Marco De Gennaro al Pianoforte,Gianmarco Santarpino al sassofono e, per finire,Liberato Santarpino al violoncello. Ad ufficializzare lo spettacolo con la sua partecipazione alla serata era presente l’ambasciatore del Cile che s’è complimentato con Somma ed ha citato una massima di sacra oralità popolare con gli astanti che inneggiavano al Cile libero democratico, dove negli anni sessanta con Pietrangeli e Panatta vincemmo la Coppa Davis, che abbiamo riconquistato dopo più di mezzo secolo nella passata edizione. Peccato che in 4giorni abbia avuto una non rilevante affluenza di pubblico come avrebbe meritato, considerato pure il sabato di sciopero del trasporto pubblico e scontri di piazza all’Ostiense con il pretesto della Palestina cui s’è contrapposta idealmente oggi la cerimonia religiosa per le vittime ebree d’un anno fa ala Sinagoga o Tempio giudaico con la partecipazione del “Premier” Giorgia Meloni. Per ora siamo lontani dalla pace dopoché Nethaniau ha definito l’ONU “una palude antisemita” e s’attende la sua reazione al bombardamento islamico di Tel Aviv per l’uccisione dei capi di Hamas e degli Hezzabollah, sperando che non intenda colpire i centri petroliferi iraniani o gli stabilimenti in cui gli sciiti stanno allestendo la boma atomica, perché sarebbe la fine con il coinvolgimento anche di Iran, Siria e Turchia, che non aspettano altro.

Giancarlo Lungarini

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