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Da Paramount all’eternità (2): Lotus

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DA PARAMOUNT ALL’ETERNITÀ 

Come le tecniche archetipiche di Robert Evans-Paramount continuano a creare miti e business anche fuori dal cinema,nel branding,nel marketing e nella comunicazione.

Come ha fatto la Lotus,celebre scuderia di Formula 1,a diventare il mito per eccellenza dell’automobilismo-

avventura,il simbolo dell’audacia più spavalda,del superamento dei limiti,del fronteggiare il rischio sprezzanti del pericolo?

Lotus è un esempio perfetto di come la comunicazione archetipica,basata sull’uso dell’Ombra,possa creare un mito inossidabile e durevole anche fuori dal Cinema e dal Rock.

Colin Chapman,il fondatore, era il tecnico,colui che progettava le vetture e sceglieva le soluzioni più innovative e futuristiche (e anche le più rischiose).

Ma Peter Warr era l’uomo della comunicazione,quello che ha creato il mito Lotus,il mito della scuderia che oltrepassa la frontiera del possibile,che affronta il rischio con spavalderia ed aggressività,incurante di ogni conseguenza fatale.

Warr costruì una narrativa potente,che risuonava profondamente nelle persone,

attirando folle enormi.

In termini tecnici,attivò l’Ombra.Ma quali meccanismi utilizzò per far scattare questo livello oscuro e potentissimo nell’inconscio del pubblico?

La comunicazione di Warr enfatizzava il ruolo di Lotus come il team che superava i limiti e sfidava il pericolo.Il pilota diventava un eroe moderno,pronto a correre rischi estremi in nome della vittoria.

Una narrazione dell’audacia e del rischio che creò una potente leggenda attorno al team.

Un grande racconto che attirava un numero enorme di fan e sponsor. Il tragico incidente nel quale perse la vita il pilota Jochen Rindt,incredibilmente,divenne un altro attivatore dell’Ombra.

Questo pilota austriaco di grande talento e carisma era noto per il suo stile di guida audace e aggressivo, perfettamente allineato con l’approccio  spericolato della scuderia.

Warr utilizzò l’incidente per potenziare il racconto  della Lotus che affronta il rischio con coraggio.

Invece di allontanarsi dalla tragedia,la comunicazione si concentrò sull’eredità di Rindt come simbolo dell’audacia e dello spirito combattivo del team.

L’incidente di Rindt,paradossalmente,  anziché ridurre l’attrattiva della scuderia, aumentò enormemente il fascino della Lotus come simbolo dell’avventura e del rischio.

Questo tragico evento avrebbe distrutto l’immagine di qualunque squadra di F1,ma non quella della Lotus.Non quella gestita da Peter Warr.Non quella basata sull’Ombra.Perché questo oscuro Archetipo junghiano contiene,nelle sue insondabili e buie profondità,tutti i misteri,le tragedie e le misteriose energie vitali del genere umano.

Sconosciute forze latenti pronte ad attivarsi e a rigenerare situazioni e persone.

Dopo la morte di Rindt,la Lotus diventò,ancora di più, simbolo di coraggio e sfida ai limiti.

Questa immagine audace della squadra attirò un vasto pubblico alla F1 ed agli sport motoristici in generale,negli Anni 70.Gli spettatori erano affascinati dal mix emozionante di rischio e spettacolo.

Tutti questi elementi furono i poderosi attivatori dell’Ombra che crearono il mito Lotus.

Anche le vendite delle loro supercar aumentarono considerevolmente.I compratori vedevano nel marchio una rappresentazione dello spirito avventuroso e trasgressivo associato alle corse.

Come a Hollywood,più che a Hollywood le applicazioni delle tecniche  dell’Ombra di Evans e dei Merry Pranksters funzionano.Da Paramount all’eternità…

Stefano Battaglia, regista

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